Commando rapina un rappresentante di gioielli

15 ottobre 2015 | 07:11
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Commando rapina un rappresentante di gioielli

di Roberto Salotti e Enrico Pace
Un commando di rapinatori armati accerchia l’auto del portavalori, dove si trovano anche la moglie e il figlio, e, sotto la minaccia di una pistola, trascinano fuori dalla Golf il rappresentante orafo, lo schiaffeggiano e poi fuggono con la sua auto, dove si trova il campionario di gioielli: un bottino del valore di circa 100mila euro. Marco Tintori, 45 anni, molto noto a Montecarlo, dove vive da tempo, era appena uscito di casa stamani (15 ottobre) quando poco prima delle 8 quattro banditi lo hanno raggiunto a San Piero, all’incrocio detto delle quattro strade fra via di Valico, via della Contea, via del Marginone e la provinciale che porta nel centro del paese. Lo hanno chiuso a “tenaglia” precludendogli ogni via di fuga con due auto che avevano targa straniera.

I malviventi, travisati da passamontagna, uno dei quali era armato di pistola, non hanno usato le buone maniere. Hanno costretto tutti a scendere dall’auto e hanno tirato fuori dall’abitacolo il rappresentante, colpendolo con ceffoni al volto e strattonandolo. Poi sono saliti a bordo e sono fuggiti con tutte e tre le auto, lasciando la famiglia terrorizzata in strada. Il commerciante è stato condotto in ospedale da un’ambulanza della Croce Verde di Porcari. Al pronto soccorso è andato anche il figlio di Tintori, sotto choc per il grande spavento. Il padre se l’è cavata con qualche escoriazione e non è fortunatamente in gravi condizioni.
Il precedente. Soltanto qualche mese fa, la mattina del 23 luglio, Tintori era stato preso di mira da una banda di rapinatori a bordo di un Fiat Doblò mentre stava percorrendo la via Pesciatina tra Gragnano e Borgonuovo (Articolo e foto). I malviventi, armati di punteruolo, avevano cercato di sfondare il finestrino per costringere il rappresentante ad uscire dall’auto, poi, riusciti a forzare lo sportello, lo avevano spinto fino al bagagliaio minacciandolo e invitandolo ad aprire l’auto per rubare il campionario di gioielli da 100mila euro. Erano stati però alcuni automobilisti a mettere in fuga i rapinatori e a dare subito l’allarme ai carabinieri. Si erano avvicinati pensando ad un banale incidente stradale, ma aveva subito dopo compreso di avere davanti dei rapinatori. La loro fuga era stata istantanea e velocissima, tant’è che erano riusciti a sfuggire ai militari arrivati in pochi minuti.
La rapina choc. I carabinieri, guidati dal maggiore Giangabriele Affinito, comandante della Compagnia, hanno ascoltato il racconto del rappresentante, anche se il 45enne era, comprensibilmente, in stato di choc. Soltanto in seguito – sfortunatamente troppo tardi – è stato in grado di informare gli investigatori che sulla sua Golf c’era il gps attivo. L’auto è stata ritrovata nella zona di Fucecchio, in mattinata, ma del campionario e dei banditi non c’era ovviamente più alcuna traccia. Secondo gli inquirenti, tuttavia, potrebbe trattarsi della stessa banda di malviventi che aveva già preso di mira a luglio il portavalori. Si cercano infatti dettagli che possano rivelare analogie e far raggiungere una svolta alle indagini.
Dei rapinatori non c’è alcun identikit per il momento. Sicuramente stranieri, erano tutti travisati da dei passamontagna e sono pochi i dettagli che le vittime della rapina sono riuscite a fornire per ora agli investigatori. Subito dopo l’aggressione, sono scattate le ricerche della banda, con posti di blocco ai quali hanno collaborato anche la polizia di Lucca e le forze dell’ordine delle province limitrofe. Il sospetto è che i rapinatori possano aver raggiunto il loro “covo” dove si sono poi divisi la refurtiva, separandosi per non dare troppo nell’occhio. Al momento solo ipotesi, ma la zona di confine tra la Lucchesia, la Valdinievole e la provincia di Firenze è stata battuta palmo a palmo dai militari.
L’assalto. Secondo quanto ricostruito, il rappresentante orafo che vive a Montecarlo era uscito da poco di casa per recarsi al lavoro. Per i carabinieri, i rapinatori lo stavano osservando da tempo e conoscevano le sue abitudini, compresa la strada che Tintori compie ogni mattina. Così hanno scelto un incrocio che collega quattro strade per accerchiarlo e tendergli un vero e proprio agguato. E’ stato impossibile per il portavalori fuggire. Si è trovato con le due auto dei rapinatori davanti e dietro alla sua Golf. Scene da Arancia meccanica a cui sono seguiti lunghissimi minuti di grande paura. Tintori, per timore di una reazione sconsiderata dei rapinatori, non ha opposto resistenza, ma è stato lo stesso malmenato da un bandito che lo ha costretto a lasciare l’auto, insieme alla sua famiglia. Moglie e figlio non sono stati toccati ma sono rimasti sotto choc di fronte all’azione fulminea dei rapinatori, durata pochissimi minuti. Così, dopo essersi “sbarazzati” degli occupanti, sono fuggiti con la Golf in direzione di Fucecchio dove hanno poi abbandonato l’auto dopo aver prelevato i gioielli.
L’allarme. A dare l’allarme è stato lo stesso Tintori, chiamando sia il 112 che il 113. In pochi minuti sono arrivate sul posto le pattuglie dei carabinieri – che procedono con le indagini – che, di rinforzo, gli agenti della polizia municipale di Montecarlo. Quando i militari sono arrivati, Tintori era sotto choc. Per questo è stato richiesto l’intervento del 118 che ha inviato l’ambulanza che ha trasferito il rappresentante, insieme al figlio, al pronto soccorso del San Luca.
Le ricerche della banda. Le ricerche dei rapinatori sono iniziate subito. I carabinieri hanno battuto la zona al setaccio, con la collaborazione di altre forze dell’ordine. I rapinatori, però, sembrano essersi volatilizzati nel nulla. Qualche ora dopo l’auto del rappresentante è stata ritrovata in uno spiazzo lungo la strada nei pressi di Fucecchio. Sul mezzo la scientifica sta cercando tracce eventualmente lasciate dai rapinatori. Una gang di malviventi professionisti, che, probabilmente avevano organizzato da tempo il colpo.