





Avevano creato una vera e propria centrale dello spaccio all’interno di una abitazione di via del Pelo a Lunata. Ma da ieri l’attività di sette pusher, tutti di origine maghrebina, è stata bruscamente interrotta da un vero e proprio blitz degli agenti della prima sezione crimine organizzato della squadra mobile di Lucca diretta dalla dottoressa Silvia Cascino. Un’operazione rocambolesca, quella che ha visto la partecipazione di nove poliziotti che si sono finti muratori per effettuare le necessarie attività di sorveglianza e appostamento e che, una volta verificato che effettivamente in quella abitazione si stava svolgendo attività di spaccio, sono entrati in azione.
Nonostante il tentativo di ostacolare l’intervento da parte degli uomini, tutti molto giovani, presenti in casa, alla fine il “bottino” del blitz ha confermato le attività criminose: quattro dosi di cocaina, 180 grammi di hashish, 2600 euro in contanti ritenute provento dello spaccio, oltre a un bilancino di precisione e a un coltello a lama lunga. Tutto materiale sequestrato e che è stato messo agli atti dell’udienza di convalida dell’arresto che si è tenuta questa mattina al tribunale di Lucca con l’accusa sostenuta dal pubblico ministero Antonio Mariotti. I sette, di età dai 41 ai 26 anni, alcuni dei quali già conosciuti alle forze dell’ordine, dopo l’operazione sono stati condotti in questura per le identificazioni e lì hanno passato la notte in attesa del processo.
Il blitz è nato dalle continue segnalazioni da parte di residenti della zona di movimenti sospetti nelle vicinanze dell’abitazione da parte di diverse persone. Situazione che ha convinto la Squadra Mobile ad un intervento rapido e mirato per trovare conferme a quanto affermato e per bloccare al più presto il fenomeno. Gli agenti, coordinati dall’ispettoria Femia, per meglio controllare la situazione ieri pomeriggio si sono travestiti da muratori fingendo di lavorare in zona con un furgone di una ditta edile, cassetta degli attrezzi e pettorine di ordinanza per evitare di ingenerare sospetti negli abitanti della casa. Ben presto gli ultimi dubbi dei poliziotti sono stati fugati: notevole, infatti, il via vai di persone che si trattenevano nella casa per pochi minuti, soprattutto italiani e giovani. Situazione che, dopo aver individuato la presenza di alcune persone nell’appartemento e le possibili vie di fuga, ha convinto i poliziotti ad intervenire. Mentre alcuni di loro coprivano il retro dell’abitazione, situata in una corte, altri si presentavano alla porta qualificandosi con il distintivo come poliziotti. La reazione dell’uomo che ha aperto è stata tale da confermare i sospetti: dapprima ha iniziato a urlare, in lingua araba, per allertare le altre persone presenti in casa. Quindi ha chiuso la porta in faccia agli agenti che l’hanno sfondata dirigendosi al piano superiore. Alla fine della rampa di scale hanno trovato tre uomini che hanno provato, senza successo, a respingerli. Neutralizzati i tre è iniziata la caccia agli altri occupanti dell’abitazione. Uno, in particolare, si era rifugiato nel bagno dell’appartamento per cercare di celare qualcosa. E infatti, a galleggiare nel water, c’erano due dosi di cocaina già confezionate. Ad una successiva approfondita ispezione sono state trovate altre dosi di cocaina mentre un sacchetto, più grande, si è rotto al mometo del recupero da parte dei poliziotti. L’uomo che aveva tentato di celarli e che nel frattempo ha tentato di nascondersi in uno sgabuzzino aveva invece addosso 180 grammi di hashish e un bilancino di precisione. In casa, inoltre, in un corridoio per terra anche un coltello a lunga lama e 2180 euro in contanti e in banconote di piccolo taglio, ritenuti proventi dello spaccio.
Gli altri malviventi sono stati invece bloccati mentre tentavano di fuggire da una finestra. Una volta bloccati tutti sono stati condotti in questura per la fotosegnalazione, dove è emerso che molti di loro erano già conosciuti per questo tipo di reati. Quasi tutti nullafacenti, tranne due, uno che ha affermato di lavorare in un calzaturificio ed un imbianchino, sono stati trattenuti in questura in attesa del processo per la convalida dell’arresto e per la direttissima. C’è il sospetto, per alcuni di loro, che non fossero dediti solo allo spaccio fra le mura dell’appartamento di Lunata ma anche a Lucca e nele zone collinari del Comune. Uno di loro, in particolare, era già stato notato in via del Generale a Camigliano, peraltro in possesso di un’arma da taglio.
La droga, il denaro e i cellulari dei sette uomini è stato sequestrato. L’appartamento che ospitava gli arrestati è risultato di proprietà di una famiglia marocchina, titolare di carta di soggiorno, temporaneamente in Marocco.
Gli arrestati sono tutti di origine marocchina: Bouchaib Traiba, 41enne residente a Lammari, l’uomo che ha tentato inutilmente di occultare la droga, il 26enne Ezzitouni Jarmouni, il 28enne Abdelaziz Kech Chaf, il 26enne Kamal Bouziane, il 23enne Noreddine Jarmouni, il 30enne Abdelhakim El Iraoui e il 35enne Mohamed Chiffour. Tutti, tranne uno, erano in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Enrico Pace