Il cacciatore non risponde al pm, ancora grave l’operaio

E’ chiuso da ieri sera (9 novembre) in una cella del carcere San Giorgio con l’accusa di tentato omicidio. Ma Marco Zappelli, il 58enne disoccupato di Ghivizzano, che si è presentato nel primo pomeriggio di domenica alla caserma dei carabinieri di Coreglia confessando di essere stato lui a sparare con il fucile a Gianfranco Barsi, l’operaio 49enne di Vitiana, in fin di vita nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cisanello di Pisa, non parla (Leggi). Dopo aver reso alcune dichiarazioni spontanee ai militari accusandosi dei fatti, senza chiarire di più movente e dinamica, ha fatto scena muta davanti al sostituto procuratore Antonio Mariotti. Il cacciatore si è avvalso della facoltà di non rispondere, di fronte al magistrato che lo ha raggiunto alla sede del comando provinciale dei carabinieri di Cortile degli Svizzeri dove è stato tradotto nel tardo pomeriggio di ieri.
Il sostituto procuratore Mariotti nelle prossime ore trasmetterà il fascicolo all’ufficio del gip per la convalida del fermo: l’udienza potrebbe svolgersi tra mercoledì e giovedì prossimi.
Difeso dagli avvocati di fiducia, Maurizio Campo e Sara Romani, Zappelli si è chiuso in un mutismo assoluto dopo aver confessato ai carabinieri di aver aperto il fuoco nell’oliveto dei Barsi a Vitiana. Da circa due anni senza una occupazione stabile, Zappelli – che ha una compagna e un figlio trentenne – aveva continuato a coltivare l’hobby della caccia. Così anche sabato scorso era andato nei boschi di Coreglia, come faceva spesso, e si era imbattuto nel podere di Barsi. A quel punto, l’operaio che era insieme al figlio Riccardo aveva protestato, chiedendo al cacciatore di allontanarsi. “Non vedi che siamo qui a lavorare? Così ci pesti le olive”. Parole a cui il cacciatore ha reagito in modo brusco: “Io vado e sparo dove mi pare”. A quelle parole, Barsi avrebbe afferrato il cellulare, minacciando di chiamare le forze dell’ordine. E’ l’ultimo gesto che è riuscito a fare perché un istante dopo Zappelli gli ha puntato contro il fucile, da una distanza di circa 3, 4 metri, e gli ha sparato alla gola. Poi ha rivolto l’arma contro il figlio Riccardo, esplodendo altri due colpi che, fortunatamente, sono andati a vuoto.
A quel punto ha lasciato al suolo Barsi e si è allontanato velocemente, sparendo per quasi 24 ore prima di decidersi a confessare quello che aveva fatto.
“Sono io l’uomo che cercate, ho sparato io a Barsi”. E’ quello che Zappelli ha detto ai carabinieri varcando la soglia della caserma di Coreglia. Incalzato a lungo dagli investigatori, non ha fornito molti altri elementi, né sul movente né su come si sono svolti, con precisione i fatti. Quello che finora sembra accertato, come aveva confermato il figlio Riccardo, Barsi e Zappelli non si conoscevano. Quell’incontro e la lite sfociata nel sangue in quell’oliveto di Vitiana sarebbe stata del tutto casuale. E’ quello che credono gli inquirenti, sulla base anche degli accertamenti che ancora ieri sono proseguiti sul cacciatore. Intanto, stamani, gli avvocati difensori hanno fatto visita a Zappelli nel carcere San Giorgio. Un lungo confronto, in cui il cacciatore avrebbe dato la sua versione dei fatti ai legali che stanno esaminando il racconto per mettere a punto la linea difensiva, in attesa dell’udienza di convalida del gip che ci sarà a giorni.
Mentre le indagini sono ormai giunte ad una svolta, sono ore di angoscia per la sorte di Gianfranco Barsi. L’operaio delle industrie cartarie Tronchetti è ancora in gravissime condizioni. Il proiettile calibro 12 sparato dal fucile di Zappelli gli ha attinto la colonna vertebrale, attraversandogli il collo. Lesioni che, purtroppo, secondo le prime valutazioni dei medici, potrebbero provocare conseguenze permanenti per l’operaio. I suoi familiari, e con loro tutto il paese, fanno il tifo per lui. La moglie Nadia non si è praticamente mai allontanata dal reparto di rianimazione dell’ospedale Cisanello, dove il marito versa in condizioni disperate. La prognosi rimane strettamente riservata anche se l’intervento a cui Gianfranco è stato sottoposto sabato scorso è riuscito al meglio.