
Avevano messo in piedi, per l’accusa, una rete di sfruttamento della prostituzione in cui erano cadute decine di ragazze dell’est Europa per lo più provenienti dalle repubbliche Baltiche che arrivavano in Italia con il miraggio di un lavoro nel mondo dello spettacolo e invece poi finivano a ballare nei night della Piana di Lucca di Viareggio e della Valdinievole, dove poi venivano indotte a prostituirsi. Alla fine dopo le indagini e il processo conclusosi questa mattina (10 novembre) quattro persone sono state condannate a sette anni e mezzo di pena ciascuno. A questi è stato riconosciuto un ruolo verticistico nell’organizzazione criminale. In aula alla sbarra ci sarebbero dovuti essere ma erano contumaci, Igor, Edgar e Stanislav Pokutinski oltre a un italiano, Renzo Segnalini di Santa Croce sull’Arno.
I quattro secondo la ricostruzione dei carabinieri erano i reclutatori delle ragazze nei loro paesi di origine e si occupavano anche di farle arrivare in Italia e accoglierle e introdurle nell’ambiente lavorativo dei night. Qui aiutati da altri sodali o comunque gestori di questi locali al tempo dei fatti, anche loro condannati questa mattina a sei anni e 6mila euro di ammenda, le giovani ballerine venivano indotte a prostituirsi con i clienti in luoghi lontani dai locali. Tra questi compaiono negli atti del tribunale Tatyana Nassonkina, Raffaello Collatini, Ceriello Francesco e Tetiana Hunya e Giuseppe Valente. Per i giudici infatti questi ultimi hanno avuto un ruolo di concorso nello sfruttamento della prostituzione e negli altri reati derivanti dalla violazione della legge Merlin.
I fatti risalgono al 2010. Le ragazze ufficialmente lavoravano in locali notturni ma poi il sodalizio criminale gli procurava appuntamenti con clienti facoltosi. I night finiti tra il 2009 e il 2010 nell’indagine Piper dei carabinieri, erano l’All-In di Altopascio, il Crazy Horse di Lunata e il Moulin Rouge di Viareggio oltre ad un altro della Val di Nievole poi risultato estraneo ai fatti. I militari in oltre un anno di indagini appurarono i reati che hanno portato oggi alle condanne davanti al collegio giudicante.
Tutti assolti invece gli imputati dai reati legati alle leggi sull’immigrazione e al codice del Lavoro.
I militari fecero varie indagini sia avvalendosi di intercettazioni telefoniche, ambientali e con metodi tradizioni fingendosi anche clienti dei night. E alla fine i due filoni di indagine -, quello legato ai reati sull’immigrazione, poi decaduto, di cui in un primo momento furono riconosciuti come principali attori i Pokutinski – e quello relativo al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione sono confluiti in un unico dibattimento.
Il meccanismo smascherato dai militari era semplice: le ragazze venivano adescate con metodi tradizionali e anche attraverso annunci web nell’est Europa in particolare in Estonia. Poi venivano convinte a spostarsi in Italia con il miraggio di un lavoro nel mondo dello spettacolo e in realtà finivano a fare le ballerine nei locali notturni tra Lucca della Val di Nievole e della Versilia. Ma l’organizzazione criminale non si fermava a questo le ragazze successivamente erano, secondo l’accusa, indotte a prostituirsi con i clienti dei locali in appartamenti privati ubitaci nella piana di Lucca e a Viareggio e anche in altre località. Alle vittime di questo meccanismo, sempre secondo gli inquirenti, alla fine rimanevano pochi spiccioli, sia per il lavoro di ballerine che per quello di prostituta, i clienti pagavano cifre intorno ai 250-300 euro ad appuntamento, ma alle ragazze veniva riconosciuto qualche euro, tutti poi lucravano alle loro spalle, dai vertici del sistema criminale fino ai gestori del locale che ricevevano una sorta di indennizzo per le ore che le ragazze si assentavano dal lavoro di ballerine, per appartarsi con i clienti. Secondo quanto emerso in aula, i Pokutinski facevano arrivare le ragazze e poi ad accoglierle in Italia c’era Renzo Segnalini. Per quanto riguarda gli appuntamenti con i clienti è emerso che gli avventori dei locali o comunque chi voleva trascorrere alcune ore in compagnia, fissava l’appuntamento pagando. Ad accompagnare la giovani e avvenenti ballerine agli appuntamenti spesso era il Segnalini, il tassista dell’organizzazione. Per quanto emerso in aula però non tutti gli appuntamenti finivano con rapporti sessuali, alle volte i clienti pagavano anche e solo per avere la compagnia della ragazze magari a cena. Un dettaglio che ha indotto alcuni avvocati della difesa ad annunciare l’impugnazione della sentenza.
Per i gestori dei night infatti è scattata sentenza che riconosce di concorso nello sfruttamento della prostituzione che ha portato il tribunale collegiale di Lucca composto dal giudice Billet e Silvestri e Vanni come giudici a latere, a condannare anche loro.
Gabriele Mori