di Gabriele Mori e Roberto Salotti
E’ stato colto di sorpresa da una banda di rapinatori senza scrupoli che lo hanno trascinato, sotto la minaccia di una pistola, nella stanza sul retro della sua gioielleria, e hanno minacciato di fare fuoco e ucciderlo se non avesse aperto la cassaforte. Poi, visto che il titolare della Aldo Gioielli, Aldebrando Del Pecchia, 55 anni, si rifiutava, lo hanno fatto inginocchiare, lo hanno ammanettato e hanno infierito con il calcio della pistola, colpendolo più volte alla testa e prendendolo ai calci quando non si poteva più muovere. “E’ una cassaforte a tempo, non posso aprirvela, vi prego”, ha gridato inutilmente il commerciante di fronte ai tre rapinatori – di cui una donna – entrati poco prima delle 19,30 di oggi (12 gennaio) nella sua oreficeria di via Sarzanese a Nave. Un quarto uomo era rimasto a fare il palo in auto, forse una Punto blu, con sopra un lampeggiante. Un particolare che fa pensare alla banda dei falsi poliziotti che nelle ultime settimane ha tentato il colpo anche in un bar di Toringo.
Sono stati lunghissimi minuti di terrore per il commerciante, prima che i malviventi – accento italiano senza particolare inflessione – si allontanassero dopo aver arraffato anelli d’oro e altri monili per un valore complessivo dai 15 ai 20mila euro.
I rapinatori alzano così il tiro, approfittando di un commerciante rimasto solo in negozio poco prima dell’orario di apertura. Secondo i carabinieri di San Concordio, del radiomobile e quelli del nucleo investigativo subito intervenuti dopo l’allarme dato dallo stesso Del Pecchia un colpo studiato da tempo e messo in atto da una banda di rapinatori professionisti, che si sono avvicinati al loro obiettivo con una auto blu – secondo alcuni testimoni forse una Fiat Punto – con sopra un lampeggiante e un “palo” rimasto all’interno dell’abitacolo in attesa delle mosse dei complici. I tre uomini hanno mandato avanti la donna, che ha agito a volto scoperto presentandosi nel negozio (notata anche da un testimone) con la scusa di fargli stimare il valore di un monile. Poco dopo si è allontanata – dopo essere stata avvisata dall’esterno che stava per giungere un altro cliente -, ma ha raggiunto gli altri tre complici e dopo che lo aveva visto andarsene è tornata nel negozio con due di loro, con il volto travisato e armati di pistola. Al commerciante sono comparsi davanti all’improvviso e non hanno nascosto le loro intenzioni. I due uomini hanno trascinato l’orefice nello stanzino sul retro dove si trova la cassaforte e sotto la minaccia dell’arma gli hanno intimato di aprirla: “Se non lo fai, ti spariamo”, gli hanno detto facendolo inginocchiare. Il commerciante, a quel punto, ha tentato di reagire, prendendo tempo: “Non posso aprirvela, è una cassaforte a tempo”, ha detto. E’ a quel punto che i malviventi hanno perso la pazienza. Hanno ammanettato il commerciante e lo hanno picchiato a suon di colpi in testa con il calcio di pistola, provocandogli ferite alla nuca. Per questo sul posto è arrivata un’ambulanza che ha medicato il commerciante, che poi è stato condotto al pronto soccorso per gli accertamenti del caso, dopo essere stato a lungo ascoltato dagli inquirenti.
I carabinieri sono al lavoro per dare un volto e un nome alla banda di rapinatori. Il particolare del lampeggiante sull’auto fa comunque pensare alla gang di malviventi che alcuni giorni fa ha colpito al bar di Toringo, i cui membri hanno finto con la gente di essere poliziotti per guadagnarsi la fuga dopo aver tentato di svaligiare un videopoker.
I carabinieri hanno anche ascoltato il racconto di un super testimone. Si tratta di un amico del titolare della Aldo Gioielli di Nave che si trovava nella sua auto di fronte alla oreficeria quando è entrata la falsa cliente. L’uomo ha spiegato agli investigatori di essersi trattenuto in auto per finire di fumare una sigaretta, prima di passare, come fa spesso, a fare un saluto all’amico. Così a poca distanza ha osservato la donna entrare nel negozio e contrattare con il titolare. Poi l’ha vista esitare sulla porta, con lo sguardo rivolto all’utilitaria dove c’erano i suoi complici. Uno di loro l’avrebbe avvisata con dei gesti di raggiungerli. A quel punto l’amico di Aldebrando è uscito dall’auto e lo ha raggiunto avvisandolo di quanto aveva visto poco prima. Si è trattenuto ancora qualche minuto e poi si è allontanato per tornare nell’auto ma nel frattempo la banda si è mossa ed è entrata in azione. Uno di loro sarebbe stato visto distintamente in volto.
I militari sperano di avere altre informazioni utili dalle telecamere di videosorveglianza del bar Puccini e di altre attività che si trovano a pochi metri di distanza dall’oreficeria presa di mira. Intanto, in tutta la Lucchesia ma anche in Versilia è scattata la caccia all’uomo. I malviventi, infatti, sono stati visti fuggire in direzione del Monte Quiesa ma le loro ricerche, finora, non hanno dato l’esito sperato.
FOTO – Rapina choc in gioielleria a Nave