
Per loro le porte del carcere San Giorgio restano chiuse, almeno per ora. Così ha deciso il gip del tribunale di Lucca, Nerucci, per i due accusati della rapina violenta di martedì sera alla gioielleria di Nave (Articolo e foto). Cei Satori, 37 anni, residente al campo rom di Maggiano e Domenico Tarantino, 27 anni, anche lui sinti ma abitante a Ponte a Moriano, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e hanno fatto scena muta davanti al gip all’udienza di convalida del fermo che si è svolta stamani nella casa circondariale di Lucca da dove sono entrambi rinchiusi da mercoledì pomeriggio con l’accusa di rapina aggravata in concorso (Leggi).
E’ stata invece rimessa in libertà la giovane donna di 20 anni, che si trovava invece agli arresti domiciliari e che, nondimeno, per i carabinieri, avrebbe svolto un ruolo decisivo nella rapina, entrando prima di tutti nella Aldo Gioielli di Aldebrando Del Pecchia con la scusa di farsi valutare un gioiello. Il giudice, però, l’ha rimessa in libertà.
Nessuno di loro, comunque, ha parlato. Di fronte al giudice nessuna parola. Né tanto meno una confessione. Anzi, dall’inizio, Satori e Tarantino, già finiti nei guai in passato per furti, hanno negato ai carabinieri di aver preso parte al colpo. L’inchiesta dei carabinieri coordinata dal sostituto procuratore Aldo Ingangi li ha, tuttavia, inchiodati in meno di 24 ore. Decisivi, oltre che i riscontri sui contatti con la donna – l’unica ad essere entrata in azione a volto scoperto, sono stati i video delle telecamere di sorveglianza delle attività limitrofe alla gioielleria, lungo la via Sarzanese, che mostrano i malviventi dell’auto con il lampeggiante prima e dopo la rapina, messa a segno attorno alle 19,30 di sera. Ai carabinieri è bastato poco per individuare il covo dei sospettati, ma le indagini sono tutt’altro che concluse. Manca ancora all’appello il quarto uomo della gang, anche se su di lui il cerchio si starebbe stringendo ora dopo ora.