
Un’anziano 91enne malato cronico e rimasto, secondo l’accusa, senza possibilità di usufruire delle agevolazioni per il ricovero in una struttura gestita da una cooperativa finisce sul tavolo della procura della Repubblica di Lucca. L’esposto – i cui promotori mettono nel mirino anche il Comune di Lucca – è stato presentato ieri (6 febbraio) da Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori). Ad illustrare la vicenda nei suoi contorni è oggi (6 febbraio) Gianfranco Mannini, presidente e fondatore dell’associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori (Aduc) e consigliere Cinque Stelle al Comune di Pisa, affiancato da Laura Giorgi. La vicenda, come descritta, aprirebbe a “gravi profili di responsabilità da parte dell’amministrazione comunale”, sostiene il promotore dell’esposto. I fatti: nell’aprile 2013 l’anziano veniva ricoverato al San Luca di Lucca a seguito di un ictus ischemico e, dopo una degenza di 20 giorni, veniva trasferito in una Casa della salute della Piana di Lucca, per garantire la continuità delle cure.
“Trattandosi di malato cronico e di anziano ultra 65enne non più autonomo – spiega Mannini – in forza della legge 833/78 gli dovevano essere riconosciute le cure essenziali classificate nei Lea (livelli essenziali assistenziali). Non solo: una volta stabilizzate le sue condiziononi di salute, la continuità delle cure doveva essere garantita dal territorio con la formale ‘presa in carico’ da parte del Comune di residenza”.
Ora, secondo quanto esposto da Mannini, al momento delle dimissioni protette e programmate dalla prima Casa di riposo, l’assistente sociale dell’azienda Usl avrebbe dovuto concordare con il Comune di Lucca l’avvio della procedura per la presa in carico, alla quale doveva aggiungersi la predisposizione del piano assistenziale personalizzato. Tutto questo però non sarebbe accaduto, denuncia l’Aduc: la struttura della Piana, sempre secondo la ricostruzione contenuta nell’esposto alla procura, aveva contattato l’unico parente dell’anziano, un nipote, comunicandogli che avrebbe dovuto provvedere al trasferimento dello zio in altra struttura, a sue spese. “Il nipote – prosegue Mannini – si è fidato delle istruzioni dell’assistente sociale di turno ed ha trasferito l’anziano zio in altra struttura sanitaria, una struttura Rsa gestita da cooperativa sociale”.
E, a questo punto, sostiene Aduc, iniziano le peripezie: la legge prevede infatti che i costi del ricovero di un anziano nelle condizioni descritte siano divisi a metà tra lo Stato ed il Comune di residenza. “Peccato però – prosegue il presidente Aduc – che il nipote si sia trovato a pagare 2.585 euro al mese, quando non avrebbe dovuto sborsare un euro. E, in ogni caso, la cifra corrispondente all’Isee dell’anziano sarebbe di 929 euro al mese (ed il massimo consentito per legge di 1680 euro al mese)”. Si configurano dunque, secondo Aduc, una pluralità di violazioni che starà alla procura eventualmente confermare o smentire: “Il nipote non è un parente di primo grado – commenta ancora Mannini – e quindi non era tenuto per nessuna ragione a pagare il costo della retta”.
La vicenda, anche grazie al tramite della consigliera Giorgi, è finita poi all’attenzione del Comune, in particolare dell’assessore al sociale Ilaria Vietina: “Ci ha ricevuto la prima volta il 21 marzo 2015 – ricorda Mannini – dicendo che si sarebbe occupata della vicenda. Così non è stato e, dopo continue pressioni, l’ho potuta contattare di nuovo il 21 dicembre scorso, quando mi ha garantito che si sarebbe occupata della presa in carico”. Il 22 dicembre si è tenuto un incontro, ma l’assistente sociale “negava la possibilità di procedere alla presa in carico. In seguito – racconta Mannini -, il nipote smetteva di pagare la retta su consiglio di Aduc”. “Si è trattato di un abuso – afferma – ma la cooperativa sociale ha minacciato azioni giudiziarie ed il 7 gennaio il nipote, impaurito, ha versato loro 20mila euro. Il 1 febbraio 2016, a seguito di altro incontro con assistente sociale del Comune, ci è stata confermata quella che è la linea dell’amministrazione: far pagare agli assistiti anche la quota sanitaria dovuta dalla Asl”. Visti i tempi della giustizia, Aduc ha però deciso di passare all’attacco anche in altro modo: “Questo è il primo caso del genere su Lucca – ricorda Mannini – ma ne abbiamo già affrontati altri simili a Pisa e a Livorno, vincendo. Ricorreremo anche al giudice tutelare che attiverà una procedura d’urgenza e, nel giro di tre mesi, si andrà a sentenza”.
Una dura critica, nel frattempo, giunge dalle parole di Giorgi: “Non è possibile instaurare un dialogo con questa amministrazione – afferma – e ciò è testimoniato dal clima invivibile che si crea ogni volta in consiglio comunale, quando spesso l’opposizione è soggetta al dileggiamento della maggioranza. Questo è un atteggiamento da talebani. Dobbiamo continuamente rincorrere gli amministratori per avere giustizia rispetto a diritti fondamentali: no, non è una situazione normale”.
Sulla vicenda interviene però anche l’assessore Ilaria Vietina, fornendo il punto di vista dell’amministrazione: “Ricordo il primo incontro con Giorgi e Mannini – commenta – in occasione del quale mi venne segnalata la situazione. Era il 21 marzo 2015 e, subito dopo, avviammo una ricognizione per capire se il signore interessato fosse in carico ai servizi sociali di Lucca. La stessa indagine fornì esito negativo: l’anziano non era mai stato segnalato ai nostri servizi sociali. A seguito di ulteriore e più ampia ricognizione, effettuata con l’Asl, apprendemmo che il malato si trovava ricoverato in una struttura scelta dal nipote. A quel punto i nostri uffici invitarono il nipote a segnalare la vicenda ai nostri servizi sociali, per la presa in carico: una volta attivato il rapporto tra il parente ed il segretariato sociale l’amministrazione ha concluso la sua opera. So che il il parente, non essendo di Lucca, non ha potuto ancora attivarsi: il nostro ultimo incontro risale al 22 dicembre scorso. Tra l’altro la struttura in cui il paziente risulta ricoverato adesso non è di competenza comunale: noi abbiamo seguito la procedura prevista in occasioni di questo genere e attendiamo che si concluda positivamente”.
Paolo Lazzari