
Volevano estorcere 1500 euro al figlio di un noto imprenditore del centro storico adducendo delle molestie sessuali a un’avvenente ragazza di 22 anni residente a Lammari. Ma oggi (9 febbraio) sono stati condannati dal tribunale collegiale di Lucca.
La storia ha del comico per chi non è rimasto vittima delle trame tessute dagli imputati per tentata estorsione al processo. Processo che vedeva come parte lesa il figlio 34enne di un albergatore lucchese. Alla fine il presidente del collegio giudicante Billet ha condannato Elena Ciramini, 22enne di Lammari, a un anno e quattro mesi e il suo fidanzato Giovanni Forestieri, trentenne di Altopascio, a due anni e due mesi. Il terzo uomo del sodalizio, un lucchese residente in via della Scogliera, ha patteggiato per lo stesso reato una pena di dieci mesi nell’ottobre scorso.
Tutto comincia nel 2014, quando il giovane che si trova al volante della propria auto sportiva, viene fermato nelle vicinanze di una delle porte delle mura urbane da una ragazza che lo implora di poter fare un giro sull’automobile perché, a detta sua, estremamente bella. Il giovane imprenditore acconsente, ma solo per un breve tratto, visto che deve recarsi al lavoro. Quando la ragazza scende dall’automobile passa una persona in bicicletta che la saluta e le dice che avrebbe informato il suo ragazzo che l’aveva vista in giro con un altro uomo.
Da lì scatta la trappola tessuta a tavolino per il giovane imprenditore lucchese, che nel giro di poche ore riceve una telefonata, prima dal ragazzo della giovane, Giovanni Forestieri, che lo minaccia intimandogli di lasciare stare la sua donna. Il giovane rimane stupito e in breve cominciano ad arrivare le telefonate anche da parte dell’amico di Forestieri, residente in via della Scogliera. Nel corso dei giorni il tono si fa sempre più minaccioso fino a quando la ragazza si fa refertare sostenendo che il giovane imprenditore la avrebbe palpeggiata nelle parti intime e poi, vista la sua ritrosia a concedersi, l’avrebbe anche sbattuta contro un muro. I medici però riscontrano sulla donna solo un piccolo livido alla coscia, giudicato guaribile in un giorno. I tre maldestri estorsori, però, chiedono al giovane il pagamento di 1500 euro, altrimenti lo avrebbero denunciato per violenza sessuale e inoltre lo minacciano di causargli problemi con l’attività del padre fino a dirgli: “Ti diamo fuoco all’esercizio di tuo padre”. Il giovane imprenditore a questo punto si trova in una situazione difficile e si rivolge a un conoscente che presta servizio nella polizia di Stato a Lucca. Da qui partono le contromosse della vittima e vengono avviate le indagini della questura di Lucca. In breve i tre vengono intercettati e si chiudono le indagini che poi porteranno alle richieste di condanna del Pm Enrico Corucci, pronunciate questa mattina in aula, e alle conseguenti decisioni del giudice.
G.M.