Peculato e falso, indagato il comandante dei vigili

17 febbraio 2016 | 13:49
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Peculato e falso, indagato il comandante dei vigili
Peculato e falso, indagato il comandante dei vigili
Peculato e falso, indagato il comandante dei vigili

Peculato d’uso e falso ideologico. Sono queste le ipotesi di reato con cui la procura indaga sul comandante della polizia municipale di Lucca, Stefano Carmignani, che da questa mattina (17 febbraio) è stato iscritto nell’apposito registro. A confermarlo è lo stesso Carmignani a cui poco prima di mezzogiorno è stato notificato l’avviso di garanzia. Non commenta e non entra nel merito delle indagini coordinate dal pm Fabio Origlio, procuratore facente funzioni, ma si limita a confermare le indiscrezioni che davano l’inchiesta a questa “svolta” ormai da qualche giorno: “La prossima settimana andrò in procura a chiarire la mia posizione”.

Poche parole pronunciate al telefono con un tono fermo e sereno. Del resto Carmignani lo ha detto fin dall’inizio agli amministratori e ai suoi più stretti collaboratori al comando di piazzale San Donato: “Sono tranquillo, non c’è da preoccuparsi”.
Le accuse.
L’inchiesta che ruota tutta attorno al suo nome ha già fatto un certo clamore in città: in meno di venti giorni sono stati due i “blitz” eseguiti dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura che al comando hanno acquisito documentazione inerente i mezzi in uso al comandante, gli accessi alla Ztl, e perfino i fogli delle presenze al lavoro di Carmignani (nella foto), acquisiti all’ufficio personale del Comune (Leggi). Atti volti a confermare eventualmente l’accusa del peculato d’uso: l’ipotesi degli inquirenti, in particolare, è che sia stata utilizzata dal comandante, in modo improprio, l’auto civetta dei vigili urbani che in genere viene impiegata per i servizi in borghese. Quanto invece all’ipotesi di falso ideologico in certificati o autorizzazioni amministrative, al vaglio ci sarebbero alcuni pass per gli ingressi in area Ztl per vetture private in uso al comandante. Ugualmente si cerca di verificare anche la regolarità delle missioni ed è per questo che all’ufficio personale del Comune erano stati acquisiti documenti sulle presenze e le timbrature di Carmignani.
Viaggi e ‘missioni’ nel mirino. Sotto la lente degli inquirenti ci sarebbero in particolare una decina di viaggi del comandante che, dai primi accertamenti, sono sembrati “sospetti”. Secondo l’accusa, in particolare, il comandante dei vigili avrebbe utilizzato l’auto di servizio per scopi privati, o, viceversa l’auto privata facendo risultare poi la presenza al lavoro.
L’inchiesta della procura ha mosso i primi passi dalle segnalazioni contenute in una serie di esposti finiti sul tavolo del magistrato e l’obiettivo è trovare o meno riscontro alle denunce molto circostanziate che hanno messo nel mirino la guida dei vigili urbani.
Le acquisizioni. La prima visita della pg risale alla mattina del 1 febbraio scorso: la polizia giudiziaria si presentò alle 9 in punto al comando di piazzale San Donato facendo visita in particolare all’ufficio permessi, recandosi poi anche alla Metro per acquisire dati sugli accessi dell’auto civetta alla Ztl e di altri mezzi in uso o riconducibili alla figura del comandante. Pochi giorni dopo – il 4 febbraio – la pg era tornata al comando della polizia municipale dirigendosi direttamente nell’ufficio del comandante per acquisire il regolamento interno sull’utilizzo dei mezzi in uso agli agenti (Leggi).
La sensazione è che comunque gli inquirenti intendano procedere con molta cautela oltre che riserbo. Per oltre due settimane gli investigatori hanno lavorato per incrociare i dati raccolti, ricostruendo spostamenti, missioni e presenze del comandante, verificando gli utilizzi del mezzo “civetta”. L’inchiesta, comunque, va parecchio a ritroso nel tempo: gli atti acquisiti, infatti, riguardano anche i titoli per l’accesso al concorso del 2014 per l’incarico temporaneo di comandante e tutta la corrispondenza in questi due anni e mezzo di mandato.
Carmignani: “Andrò dal pm”. L’avviso di garanzia costituisce a questo punto una sorta di atto dovuto in una indagine molto delicata e consente al comandante Stefano Carmignani di nominare un difensore e presentare a sua volta documentazioni o memorie per chiarire la sua posizione. Ed è quello che Carmignani annuncia di voler fare: martedì andrà dal pm Fabio Origlio accompagnato dal suo difensore. Stamani subito dopo la notifica dell’iscrizione nel registro degli indagati si è presentato al suo posto, al comando di piazzale San Donato, come ogni giorno. E qui resterà perché nei suoi confronti l’amministrazione al momento non intende agire. Su Carmignani tuttavia il Comune ha avviato una indagine interna, coordinata dal segretario comunale Sabina Pezzini dal quale è stato sentito già il giorno stesso del primo blitz della pg e dell’inizio della bufera. “La prossima settimana andrò in procura per chiarire tutto”, è quello che afferma Carmignani: “Tutto il resto – aggiunge – preferisco non commentarlo”. Nemmeno il sindaco Alessandro Tambellini e l’assessore alla sicurezza Francesco Raspini intendono farlo.
Palazzo Orsetti: “Nessun provvedimento”. Il Comune si limita a confermare che, allo stato, Carmignani non sarà sospeso o rimosso dall’incarico. “Fermo restando il principio della presunzione di innocenza, l’amministrazione comunale, come ha già dichiarato nelle scorse settimane nel corso delle indagini preliminari – si spiega -, si mette a completa disposizione degli inquirenti perché sia fatta piena luce sui fatti contestati al comandante. Per il momento, e allo stato degli atti, non è prevista l’adozione di nessun provvedimento sull’incarico del comandante. La legge prevede infatti la sanzione della incompatibilità con il ruolo di dirigente solo in caso di condanna, anche di primo grado”.

Roberto Salotti