Vigili, l’indagine interna non fuga dubbi su comandante

Conclusa l’inchiesta interna sul comandante della polizia municipale Stefano Carmignani richiesta dall’amministrazione a seguito dell’avvio delle indagini da parte della procura che lo accusa di peculato d’uso e falso ideologico. Gli approfondimenti si sono concentrati in particolare sulle selezioni pubbliche indette dal Comune di Lucca alle quali il comandante ha partecipato, sulla riduzione di indennità operata dal comandante nei confronti di alcuni agenti della polizia municipale e sui passaggi di alcune vetture nella Ztl nonché sull’utilizzo dell’auto “civetta” del Comando e sulla regolarità delle missioni che lo hanno riguardato. Ed è sull’ultimo punto
“L’indagine, condotta dal segretario generale, non ha evidenziato alcuna anomalia amministrativa nella documentazione relativa alle selezioni pubbliche, né nella riduzione operata su alcune indennità all’interno del personale in forza al Comando di piazzale San Donato”, spiega il Comune.
“Per quanto concerne l’accesso alla Ztl, le targhe controllate risultano tutte direttamente o indirettamente riconducibili a lui oppure di auto di cortesia fornite allo stesso Carmignani in sostituzione della propria vettura – spiega Palazzo Orstti -. Dall’indagine è emerso che le auto sono state registrate in entrata nei varchi Ztl con orari compatibili con le timbrature di presenza del Comandante in servizio e non vi sono in nessun caso registrazioni di accessi contemporanei nella zona a traffico limitato di due o più auto fra quelle finite sotto esame”.
Relativamente alle missioni è stato rilevato che sono state utilizzate alcune volte auto civetta, altre volte auto comunali, altre volte il mezzo pubblico o il mezzo proprio. Talvolta non è stato possibile risalire al mezzo utilizzato per lo spostamento in quanto il comandante non ha chiesto alcun rimborso. In ogni caso il segretario generale si riserva di approfondire ulteriormente alcuni dettagli amministrativi al riguardo.
Per quanto riguarda infine l’auto “civetta”, dagli accertamenti interni è emersa una situazione di “non perfetta ottemperanza alle disposizioni interne impartite dal segretario generale sull’utilizzo delle auto di servizio e sulla corretta compilazione dei documenti di marcia del veicolo”. “In particolare – spiega Palazzo Orsetti – la documentazione esaminata non risulta sempre correttamente compilata in ogni sua parte”. Sulla base di quanto verificato adesso il segretario generale dovrà valutare se vi siano i presupposti per l’avvio di un procedimento disciplinare a carico del Comandante per la non corretta osservanza delle disposizioni di servizio e delle modalità organizzative interne al Comune.
Intanto, dalla procura arrivano nuove contestazioni al comandante: nel mirino degli inquirenti ci sono circa 5mila chilometri fatti con l’auto civetta, di cui su 300 si stanno concentrando le attenzioni. Il comandante Carmignani per il momento ha deciso di non presentarsi dal pm con il suo avvocato, come era stato invece annunciato inizialmente.
Questo pomeriggio si sarebbe dovuto presentare in procura per rendere dichiarazioni spontanee al sostituto procuratore Fabio Origlio che conduce le indagini, invece proprio ieri ha deciso di non parlare e attendere gli sviluppi giudiziari della vicenda. Stefano Carmignani indagato per peculato e falso quindi non presenterà nessuna atto formale a sua difesa almeno per il momento. La procura dal canto suo avrebbe reperito vari elementi di prova su cui si starebbe delineando l’impianto accusatorio del sostituto procuratore difficilmente scardinabile. Oltre ai tracciati gps che avrebbero rilevato gli spostamenti dell’auto civetta quando era in suo a Carmignani, vi sarebbero poi intercettazioni fotografiche che dimostrerebbero secondo gli inquirenti uno spostamento per motivi personali del comandate. Una serie di elementi di prova forse inattesi che probabilmente sta costringendo Carmignani e il suo avvocato Crippa a elaborare una strategia difensiva altrettanto complessa per rispondere a quella contestazioni. Una situazione complessa quindi per la difesa del comandate dalla polizia municipale e forse fin troppo semplice per la procura, che a questo punto ormai dovrebbe apprestarsi a concludere le indagini per poi eventualmente passare a richieste di archiviazione o di giudizio.