
I Cinque Stelle tornano alla carica sull’impianto di biocarbonizzazione a Salanetti. Il Movmento, che ha sottoscritto una proposta di referendum per passare la parola ai cittadini, prende le distanze dalla maggioranza e in particolare dal presidente del consiglio comunale, Pisani, sostenendo che nella struttura che si vuole realizzare saranno smaltiti non sfalci del verde bensì, dicono, “fanghi industriali.
“In merito alle impressionanti affermazioni della consigliera Pisani, capogruppo del Pd in Consiglio Comunale e candidata alle primarie per lo stesso partito – si legge – come consiglieri firmatari del referendum consultivo ci sentiamo in dovere di fare chiarezza, tramite la verità documentata. Non è assolutamente vero che le osservazioni del Comune hanno fatto dilatare i tempi alla società Creo: è la Provincia di Lucca che ha chiesto ulteriore documentazione integrativa. Il regolamento sulla partecipazione popolare è stato emanato dalla stessa maggioranza di governo (8 aprile 2014) che, è evidente, ha paura di fare esprimere un parere consultivo alla cittadinanza, che lo ricordiamo, si troverebbe ad avere un’opera che non è stata ancora regolamentata dallo Stato italiano e sarebbe, quindi, sperimentale. Se il carbonizzatore deve trattare solo rifiuti organici quali sfalci, potature e verde, perché non realizzarlo come impianto sperimentale nelle 3 università toscane (Siena, Pisa e Firenze) che hanno una facoltà di agraria ciascuna? Forse perché nella relazione c’è scritto che si tratteranno fanghi industriali? Ci interessa – come firmatari del referendum – dire le cose per come sono scritte nei documenti depositati e non prendere in giro nessuno, ma la capogruppo Pd Pisani evidentemente questo non lo ha capito. Quello che traspare dagli atteggiamenti assunti è che forse la maggioranza che governa Capannori ha interesse a far si che l’impianto venga realizzato tale e quale, senza consultare la popolazione”.
La nota prosegue così: “Non siamo contro le industrie e le iniziative imprenditoriali – precisa il Movimento – ma riteniamo necessario che sia dichiarato con assoluta chiarezza e trasparenza come si vogliono fare ed allora andiamo a ricordare alcuni dati anche a chi ha la memoria corta. Per esempio rammentiamo che nell’intero comprensorio servito da Ascit servizi ambientali (6 Comuni) si producono circa 8.500 tonnellate annue di questi rifiuti. Ora, il progetto presentato per l’impianto di carbonizzazione: si riferisce a 60.000 tonnellate annue trattate. I rifiuti da trattare nell’impianto di carbonizzazione (pag 11 della relazione Creo presentata alla Provincia)? Nella relazione si dice ‘L’impianto in esame avrà una capacità di trattamento di circa 60.000 tonnellate/anno di rifiuti organici provenienti da attività industriali o commerciali e agroforestali, nonché potenzialmente dalla Forsu e dal verde derivanti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani’. Ecco quindi il punto, dove si dice ‘potenzialmente’ forse si prende in giro il cittadino perché il Forsu (frazione organica rifiuto solido urbano) è trattato esclusivamente da Ascit che già lo smaltisce altrove e quindi, evidentemente, si vuole far intendere una cosa che in realtà non si realizzerà”.
“Con il miraggio della chiusura del ciclo dei rifiuti nei confronti della cittadinanza, così come presentato – concludono i 5 Stelle -, si realizza un impianto al totale servizio dei rifiuti provenienti da attività industriali o commerciali e agroforestali. La domanda conclusiva alla quale nessuno intende rispondere è: perché non dichiarare che l’impianto è al servizio delle attività produttive e che tratterà anche i fanghi industriali?”.