Corteo in centro a Lucca per il giovane accoltellato

20 marzo 2016 | 10:58
Share0

Il grido era una solo: “Giustizia, giustizia per Reda”. Il coro unanime: “Vogliamo più sicurezza”. Una settantina di persone, in gran parte giovanissimi ma anche famiglie intere con bambini al seguito, hanno sfilato stamani dalla stazione di Lucca fino al centro storico per esprimere solidarietà allo studente di 17 anni, di origini marocchine, ma abitante a Porcari, accoltellato la sera del 27 febbraio scorso (Leggi) dall’amico, anche lui un 17enne di Altopascio, denunciato dalla polizia con l’accusa di tentato omicidio e colpito dal foglio di via da Lucca (Leggi).

Stamani (20 marzo) una settantina di persone, tra italiani e marocchini (in maggioranza), ha mosso dalla stazione per poi dipanarsi nelle vie del centro, costeggiando piazza Napoleone fino a salire sulle mura, scendendo infine all’istituto Giorgi. Tra le mani, cartelli con su scritto #iostoconreda e striscioni come ‘non vogliamo vendetta, ma solo giustizia’.
Sì perché, come ricorda Michele Sarti Magi, esponente di punta dell’Unione Giovaniliberi, non è davvero possibile che l’aggressore del ragazzo marocchino, ancora ricoverato al San Luca di Lucca, continui ad essere avvistato a piede libero a Lucca, malgrado il foglio di via ricevuto. “Noi cittadini abbiamo il compito di segnalarlo – osserva – tutti quanti possiamo fare di più. Stiamo parlando di una persona (minorenne ndr) che aveva già ricevuto un foglio di via per un altro accoltellamento, tre mesi prima. Un soggetto – prosegue Sarti Magi – che ha preso di recente a pugni un ragazzo e una ragazza, spezzando le costole a quest’ultima. Mi chiedo cosa si aspetti ad arrestarlo e perché, in Italia, vengano messi dentro soltanto i poveri sorpresi a rubare per sopravvivere. Cosa vogliamo? Che accoltelli qualcun altro, magari questa volta uccidendolo?”.
L’auspicio, condiviso dalla comunità di italiani di origini marocchine largamente presente alla marcia, è quello di vedere un territorio maggiormente presidiato. E dicono: ok alle telecamere, ma servono controlli in via preventiva, da parte della polizia in borghese. Poi la stoccata alle istituzioni: “Il silenzio di maggioranza ed opposizione sulla vicenda è stato assordante – afferma Sarti Magi – ed in fondo non serviva poi molto. Mi sarei aspettato che il sindaco scrivesse alla famiglia di Reda, così come l’opposizione, ma niente è stato detto o fatto. Sono d’accordo con l’assessore Raspini quando dice che la questione è prima di tutto culturale: bisogna ripartire dall’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole e dall’imparare il rispetto per il prossimo. Non condivido, invece, la posizione del prefetto Cagliostro: ebbe a dire, mesi fa, che questa è una città tranquilla, ma i fatti dicono il contrario. Sono sicuro che le forze dell’ordine sapranno intercettare l’aggressore di Reda prima che entri in stazione, perché non è possibile che questa persona continui ad essere avvistata quotidianamente a Lucca”.
Il giorno domenicale non favorisce la partecipazione massima alla marcia: gli organizzatori volevano farla di sabato, con la città piena, ma non hanno ricevuto il via libera a causa della concomitante presenza di un banchetto di raccolta firme. Alla manifestazione hanno comunque preso parte molte famiglie, con al seguito molti bambini: il segnale più evidente di una comunità che chiede di vivere in pace. All’ingresso in città non sono tuttavia mancati i commenti aspri di alcuni, : “E’ assurdo – sbuffa una signora- dovremmo essere noi italiani a scendere in piazza per chiedere sicurezza perché, in fondo, questi episodi accadono sempre tra stranieri”. Il rischio strisciante è anche questo: spaccarsi internamente senza più riuscire a distinguere con lucidità vittime e carnefici, a causa del sentimento di paura dilagante, fanno notare i manifestanti.

Paolo Lazzari

FOTO – Il corteo per il giovane accoltellato