Nuovo caso di meningite C nel Valdarno Pisano

29 marzo 2016 | 14:44
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Nuovo caso di meningite C nel Valdarno Pisano

Nuovo caso di meningite nel Valdarno Pisano. E’ stata confermata oggi (29 marzo) dal laboratorio di immunologia dell’azienda universitaria ospedaliera Meyer di Firenze la diagnosi di meningite da meningococco di tipo C in una donna di 58 anni, residente nel Comune di Santa Croce sull’Arno. La donna è attualmente ricoverata nei locali di terapia intensiva dell’ospedale San Giuseppe di Empoli.
L’unità funzionale di igiene pubblica del dipartimento di prevenzione di Empoli ha immediatamente attivato le procedure per l’inchiesta epidemiologica e per la profilassi, che sono tuttora in corso.

“Contro la meningite, il vaccino è l’unica misura di prevenzione veramente efficace, è sicuro e non ha in generale controindicazioni”. I casi di meningite da meningococco C non si arrestano, e l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi rinnova l’appello a vaccinarsi già lanciato in più occasioni. “Tutte le Asl hanno scorte di vaccino sufficienti, e anche i medici di famiglia collaborano e vaccinano i propri pazienti – dice l’assessore – Non è certo possibile, come qualcuno ha proposto, rendere obbligatorio il vaccino per tutti: sarebbe anticostituzionale. Però io mi sento di rivolgere nuovamente l’invito a vaccinarsi, soprattutto ai giovani nella fascia di età 11-20 anni. Anche se i casi recenti riguardano tutti persone di età superiore, la letteratura internazionale dimostra che sono i giovani quelli nei quali la malattia maggiormente si diffonde. E che la meningite da meningococco C è stata debellata proprio vaccinando a tappeto i giovani. E’ la famosa immunità di gregge: se vaccini le persone più a rischio, metti al sicuro anche gli altri”.
Un appello che, in questo caso, era stato raccolto. La donna, infatti, si era vaccinata il 2 marzo. “Merita ricordare – si legge nella nota della Asl Centro – che per avere una copertura efficace devono passare alcune settimane dalla vaccinazione (tempo che può allungarsi in funzione dell’età del vaccinato). Inoltre, un pur piccolo numero di persone (intorno all’1-3 per cento a seconda del vaccino) non risponde adeguatamente allo stesso, per costituzione genetica o per malattie concomitanti, cosa che sarà studiata anche nel caso specifico. Comunque sia, la strategia vaccinale generale, rimane il rimedio indispensabile per non ammalarsi e per allontanare l’infezione dall’area interessata. Infine, anche una risposta immunitaria parziale spesso non impedisce la malattia, ma la trasforma in una forma meno grave”.

Intanto proseguono nelle Asl le indagini avviate dalla Regione: l’indagine epidemiologica sui casi che si sono verificati finora; e i tamponi faringei per la ricerca dei portatori, sulle persone che si presentano a vaccinarsi negli ambulatori Asl nelle due aree di Firenze ed Empoli (dove si sono verificati la maggior parte dei casi) e, come controllo, nelle due aree di Grosseto e Siena (dove non si sono verificati casi).