Anche Lucca dice no ai ‘nuovi’ consorzi di bonifica

31 marzo 2016 | 14:00
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Anche Lucca dice no ai ‘nuovi’ consorzi di bonifica
Anche Lucca dice no ai ‘nuovi’ consorzi di bonifica
Anche Lucca dice no ai ‘nuovi’ consorzi di bonifica
Anche Lucca dice no ai ‘nuovi’ consorzi di bonifica

Probabilmente passerà alla storia come la legge regionale della disattenzione oppure come quella che ha fatto diventare pisane le acque dei lucchesi.

Al di là dell’ironia che già circola sul tema, si sta parlando della legge regionale 16 del 2016, quella con cui la Regione prende pieno possesso delle competenze che erano delle Province in materia di consorzi di bonifica e quindi di regimazione delle acque. Con la stessa legge la Regione ha anche valutato la territorialità dei vari consorzi di bonifica e alla fine l’unico che ne è uscito modificato è quello 1, Toscana nord, dal quale sono stati staccati 13 Comuni, quelli della piana di Lucca, una parte dei territori del comune di Lucca e le porzioni di territorio della provincia di Pisa che erano assegnate per pertinenza idrografica al consorzio lucchese, ovvero parte del Valdarno e alcuni Comuni afferenti al Bientina tra cui Bientina, Vicopisano, Buti, per andarli ad aggregare al consorzio di bonifica 4 del basso Valdarno, quello che governa le acque del bacino dell’Arno da Empoli fino al mare.
Una legge che è stata votata dal consiglio regionale, dopo essere stata emendata dalla commissione ambiente, la quarta, quella presieduta dal lucchese Stefano Baccelli. La decisione ha già causato varie prese di posizione, anche perché la modifica, come è stata ribadito più volte, è stata calata su territorio senza neppure consultare Comuni ed enti locali, tanto che gli stessi comuni della provincia di Pisa hanno espresso parere contrario.
Un problema non solo di competenze, ma anche di soldi per le tasche dei cittadini e di gestione del territori, come è emerso durante la valutazione della commissione lavori pubblici e ambiente presieduta da Francesco Battistini del Comune di Lucca a cui hanno partecipato anche il sindaco Alessandro Tambellini e il presidente del consorzio di bonifica 1 Toscana nord Ismaele Ridolfi.
“Con questa legge – ha spiegato il sindaco Tambellini – vengono ridisegnati gli ambiti di competenza del consorzio di Bonifica Toscana nord e si va a mettere in crisi tutto il lavoro intrapreso dal consorzio di bonifica guidato a Ismaele Ridolfi, dopo l’unificazione dei territori di Massa e della provincia di Lucca, riportandoci a una situazione di 20 anni fa, quando per la regimazione delle acque Lucca e la Piana rispondevano a due diversi soggetti, con tutti i problemi che ne conseguivano in termini di gestione”.
“Una scelta – come ha subito precisato l’assessore Francesco Raspini – che rischia anche di ricadere sulle tasche dei contribuenti che adesso con la nuova organizzazione dei consorzi, varata nel 2014, erano praticamente tutti i cittadini della provincia di Lucca. In sostanza – ha precisato Raspini – ora che era stato quasi ultimato il lavoro della commissione sul piano di classificazione, ovvero l’insieme di norme con cui il consorzio andrà ad esigere il tributo della popolazione, e quindi anche dei cittadini di Lucca, tutto viene messo in discussione perché noi lo avevamo elaborato su una base di popolazione più ampia che ora improvvisamente si restringe con il rischio di dover spalmare le stesse cifre su un numero di contribuenti più basso e quindi con una contribuzione pro capite più alta. I contribuenti dei tredici comuni che verrebbero sottratti al Consorzio 1 Toscana Nord rischiano di valere oltre 2 milioni e mezzo di euro, su un bilancio di consorzio complessivo che si aggira intorno ai 25 milioni di euro, di cui 14 utilizzati per interventi sulla regimazione delle acque. Andare a togliere da questo bilancio 2 milioni e mezzo, ha un impatto economico significativo”. Alla fine la commissione lavori pubblici e ambiente ha preso atto dell’ordine del giorno votato dall’assemblea del consorzio di bonifica e già recepito anche da altri consigli comunali. Per presentare una mozione da far approvare anche al consiglio comunale di Lucca, in cui si chiede alla regione di ritornare sui propri passi e correggere la legge regionale in modo da lasciare la situazione attuale.
In commissione Ismaele Ridolfi ha anche presentato una sua relazione con alcuni aspetti tecnici: “Da precisare che questa ridistribuzione dei territori scatterebbe dal 2019 alla scadenza dei mandati degli organi di governo del consorzio. La questione dell’appartenenza (idrografica ndr) dei territorio, inoltre, della Piana di Lucca era già stata lungamente dibattuta alla fine degli anni Ottanta quando l’autorità di bacino del Serchio dell’Arno stabilirono che i comuni della Piana a e parte del territorio del Comune di Lucca, per quanto afferenti ad un ambito attiguo all’Arno in realtà fanno parte di un sistema irriguo e idraulico che l’Arno non lo intercetta mai proprio perche le acque del Bientina attraverso la botte d’Arno a San Giovanni alla Vena arrivano direttamente a Livorno senza mai entrare in contatto con l’Arno”. Questa ridistribuzione quindi sembra creare un’attribuzione non coerente dal punto di vista idrografico. “Poi ci sono una serie di incongruenze di gestione, ad esempio – ha continuato Ridolfi – il consorzio di bonifica perderebbe l’unica sede operativa che ha nella Piana di Lucca, quella di Santa Margherita, oppure altra incongruenza è il problema della suddivisione delle acque e del reticolo irriguo lungo il Serchio nel Morianese (proprio da dove si dipana il canale nuovo e quindi il tubone che alimenta le cartiere e il sistema irriguo di parte della Piana ndr). Addirittura si avrebbe l’assurdità di avere tutto il sistema in sponda sud del Serchio di competenza del basso Valdarno, mentre la sponda nord rimarrebbe al consorzio Toscana Nord con tutte le difficoltà che ne conseguirebbero. Poi c’è la questione della ridistribuzione della risorse e del personale. Noi abbiamo appena finito di mettere a regime i nuovi territorio che con la riforma del 2014 ci sono stati assegnati e adesso dovremmo andare a riorganizzare tutto i lavoro e le risorse e probabilmente anche una parte del personale verrebbe spostato nel Valdarno inferiore”. Anche tutti canali che governano le acque nella Piana e nella periferia di Lucca verrebbero spezzati come competenza. Ad esempio l’Ozzeri e il Rogio, che poi sono lo stesso canale, con la differenza che da un parte le acque defluiscono verso il Serchio e dall’altra verso il Bientina, ma si tratta sempre di una stessa regimazione, verrebbero divise tra due consorzi.
Sulla questione è intervenuto anche il commissario Nicola Buchignani di Forza Italia-Alternativa Civica, che dal punto di vista politico ha sottolineato: “Come è possibile che in Regione abbiano fatto una cosa del genere che non ha senso? Tra le altre cose il presidente della commissione Stefano Baccelli è stato presidente della Provincia di Lucca e conosce bene la realtà del Consorzio di bonifica Toscana nord e del territorio. Non si capisce per quale motivo sia stata votata questa legge. Le cose sono due: o in commissione si è votato senza leggere il testo, oppure la si è votata senza leggere il testo in consiglio regionale. Mi sembra paradossale”.

Gabriele Mori