
Verrà smantellato il campo Rom di Torre del Lago. “Credo che sia arrivato il momento di guardare le cose in faccia per come sono – spiega il sindaco Giorgio Del Ghingaro -: il modello dei campi nomadi è definitivamente superato. Ci avviamo quindi, in modo graduale, alla dismissione di questo ‘non – luogo’ di via Cimarosa, dove per anni la politica è stata assente e non è riuscita a progettare processi di inserimento socio – abitativo”. Il 22 febbraio scorso è infatti scaduto il secondo nulla osta concesso dal Parco San Rossore per la continuazione del campo rom e la decisione è stata quella di non richiedere proroghe ulteriori. I prossimi passi andranno verso la graduale dismissione della struttura.
“Il lavoro è già iniziato – spiega l’assessore al welfare Sandra Mei -: abbiamo terminato la fase di censimento delle persone che vivono all’interno del campo e istituito un tavolo permanente chiamato ‘gravi marginalità’. Partecipano al tavolo, associazioni di volontariato e cooperative sociali, servizio sociale comunale e Asl e centro per l’impiego. Lo sforzo è teso a sviluppare strategie d’uscita dallo stato emergenziale e avviare percorsi d’inserimento lavorativo e d’inclusione sociale. Alla prossima riunione del tavolo intendo invitare anche un referente delle famiglie rom che abitano il campo ed un esponente di Opera Nomadi: il processo di smantellamento del campo di via Cimarosa deve essere un percorso da fare insieme”.
Attualmente al campo rom risultano alloggiate 41 persone, di cui 19 minori, 13 dei quali iscritti alla scuola dell’obbligo presso l’Istituto comprensivo di Torre del Lago e 6 in età prescolare, non iscritti né al nido né alla scuola dell’infanzia. E’ presente un minore diversamente abile seguito da un’assistente sociale della Usl.
Per ricostruire la storia del campo rom dobbiamo risalire a 11 anni fa, quando nel 2007 venne approvato un “progetto per il ripristino di condizioni di legalità e per l’inserimento civile e sociale di cittadini di nazionalità rom-rumena” che prevedeva una serie di interventi primari di assistenza igienica, sanitaria e alimentare, e di inserimento al lavoro, oltre che di forme transitorie di assistenza domiciliare ed interventi a favore dei minori.
Contestualmente venne stipulato il contratto tra Comune di Viareggio ed Ecomar Servizi srl di Torre del Lago per la realizzazione di interventi di accoglienza all’interno del Camping del Lago di Torre del Lago, in via Cimarosa, gestito dalla stessa Ecomar. In un’area immediatamente attigua al campeggio, furono installati provvisoriamente 4 box per 25 ospiti autorizzati. “Tuttavia – spiega ancora Mei – in meno di due anni la popolazione all’interno del Campo salì a 80 individui, tanto che l’amministrazione allora in carica dovette intervenire insieme alle forze dell’ordine per ripristinare la legalità”.
Allo stesso anno risale l’approvazione del Disciplinare interno dell’area attrezzata che determinava i requisiti di ammissione al campo e le norme di comportamento relative, nonché l’iscrizione nei registri anagrafici del Comune dei nuclei famigliari ammessi. “Era previsto un Comitato di gestione del Campo – spiega ancora Mei – composto da varie figure tecniche che effettivamente ha funzionato fino al novembre 2011, quando il suo presidente ha dato le dimissioni senza essere più sostituito. Come non fu sostituita la figura del gestore, anch’egli istituito dal regolamento ma dimissionario dall’incarico nel 2011. Stessa sorte infine per le attività di promozione sociale: svolte da un dipendente comunale fino al 2010, anno del suo pensionamento, dalla Cooperativa Crea per un altro anno, e infine è stata persa anche la presenza del Servizio Sociale”.
Il campo rom fu poi trasferito appena fuori del Camping del Lago, sempre in via Cimarosa, in proprietà del Comune: 6 prefabbricati, adatti per ospitare 34 persone massimo (ogni prefabbricato può ospitare 4 adulti, oppure 2 adulti e 4 minori). L’operazione fu gestita dal servizio lavori pubblici. “Di fatto, dal 2011 al 2015 il campo è stato lasciato allo sbando e senza controllo – commenta Sandra Mei – le passate amministrazioni l’hanno sempre inteso come un’opera pubblica ed è per questo che se ne è sempre occupato l’ufficio lavori pubblici. Solo questa amministrazione ha nominato un referente per le questioni sociali: abbiamo dedicato al campo per la prima volta un’assistente sociale di riferimento, monitoriamo l’andamento scolastico dei ragazzi e grazie alle associazioni proponiamo loro progetti educativi e ricreativi che risultano essere partecipati. La situazione è tenuta continuamente sotto controllo”.
“Il servizio sociale – continua l’assessore – segue con particolare attenzione la problematica dei minori all’interno del campo. L’evasione scolastica appariva elevata nell’anno scolastico 2014-15, ma con la recente nomina dell’Assistente sociale supportate da un più diretto rapporto con i dirigenti scolastici, risulta ora che tutti i minori frequentino regolarmente la scuola dell’obbligo”.
“La struttura ha presentato problemi igienici da sempre – commenta ancora Del Gingaro -. Dal ristagno di acqua putrida ai guasti alle fognature, senza contare gli sprechi anche consistenti determinati dai continui danni all’impianto di erogazione dell’acqua. Questa amministrazione non intende chiudere gli occhi davanti a simili marginalità ne’ tollerare l’esistenza di ‘non luoghi’ dove la legalità possa essere un optional. Abbiamo fatto chiarezza sulla struttura e sulla sua gestione – conclude il primo cittadino -. Adesso andremo a poco a poco verso la sua chiusura. Senza grandi proclami e senza ruspe di sorta: una comunità civile deve saper includere e accogliere tenendo sempre come punto di riferimento il rispetto della legge”.