Truffa e turbativa d’asta, assolto ex dg del Polo Fiere

5 aprile 2016 | 11:59
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Truffa e turbativa d’asta, assolto ex dg del Polo Fiere

L’ex direttore generale del Polo Fiere e Tecnologia Spa, Alessandro Dianda, è stato assolto “perché il fatto non sussiste” in merito all’accusa di turbativa d’asta e “perché il fatto non costituisce reato” per l’ipotesi di truffa. Così ha deciso il giudice nell’udienza preliminare che si è conclusa questa mattina (5 aprile) al tribunale di Lucca.

Secondo le accuse, sostenute in aula dal pm Fabio Origlio, Dianda avrebbe contribuito in qualche modo a fare sì che l’appalto per l’allestimento delle aule per il processo di Viareggio venisse aggiudicato a condizioni particolarmente favorevoli per la ditta che poi svolse il lavoro, ma soprattutto ottenendo buoni profitti per la società pubblica che dirigeva. Accuse che sono state smontate dall’avvocato difensore di Dianda, Sandro Guerra del foro di Firenze, fino al proscioglimento di oggi.
Un processo particolare, visto che alla fine uno dei soggetti danneggiati sarebbe stato, se i reati avessero avuto riscontro in aula,  per estensione, lo stesso tribunale, visto che tutto l’impianto accusatorio ruotava sull’allestimento dell’aula al polo Fiere di Sorbano delle aule per la celebrazione prima dell’incidente probatorio e poi del dibattimento del processo di Viareggio per il disastro ferroviario.
In particolare Dianda è stato prosciolto dall’accusa di turbativa d’asta sostenuta dal pm Fabio Origlio durante il dibattimento, perché secondo il giudice per l’udienza preliminare non avrebbe né dovuto né potuto sottostare al codice degli appalti per individuare i fornitori dei materiali necessari ad allestire l’aula. L’avvocato della difesa Sandro Guerra infatti ha sottolineato in aula il fatto che a Dianda erano stati dati nella realtà dei fatti poco più di 21 giorni per individuare i fornitori e allestire l’aula dove poi si è celebrato l’incidente probatorio, proprio come richiesto dal Comune di Lucca dopo che lo stesso tribunale aveva chiesto e ottenuto dal municipio il Polo Fiere. Non solo, durante le indagini, come poi è emerso in aula e come lo stesso Dianda riferisce “in questo processo abbiamo avuto anche un reo confesso per un reato che non esisteva. Durante gli interrogatori del pm c’è stato anche un imprenditore che ha confessato di essersi accordato con me per l’acquisto di materiali, cosa che questa mattina in aula è stata ritenuta legittima, proprio sulla base di questa situazione urgente infatti il giudice ha ritenuto che io non avessi commesso il reato di truffa ed ecco perché parlo di un reo confesso di un fatto che non costituisce reato”. Insomma secondo il giudice per l’udienza preliminare la condotta di Dianda è stata corretta e priva di ombre, tanto da proscioglierlo da tutte le accuse senza neppure arrivare al dibattimento. “Come ho sempre sostenuto non avevo fatto niente che andasse oltre le mie competenze e oltre le necessita della situazione urgente determinata dalle richieste del tribunale, di allestire in poco più di tre settimane un’aula in grado di accogliere oltre 320 persone per celebrare l’incidente probatorio del processo Viareggio. Io però ancora prima che in aula, sono però stato processato mediaticamente. Qualcuno lo ha creato questo processo e oggi gli si ritorce contro. Credo che il sindaco Tambellini in questa vicenda, che mi è costata molto in termini di serenità, nei miei confronti non si sia comportato bene”.
“Io ho fatto sempre il mio dovere – commenta ancora Dianda – con serietà e dedizione e chi mi ha infangato ha avuto torto, perché nel torto si muoveva. Sono rimasto meravigliato di alcuni, ma nemmeno più di tanto, sapevo che le bandiere girano con il vento. Ora invece chi non ha fatto e non fa il proprio dovere con coscienza, ma solo per vendetta e cattiveria, dovrà in qualche maniera meditare di aver rovinato la vita di una persona per tre anni”.