Presi i rapinatori della tabaccheria di S. Anna – Foto

6 aprile 2016 | 04:00
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Presi i rapinatori della tabaccheria di S. Anna – Foto
Presi i rapinatori della tabaccheria di S. Anna – Foto
Presi i rapinatori della tabaccheria di S. Anna – Foto
Presi i rapinatori della tabaccheria di S. Anna – Foto
Presi i rapinatori della tabaccheria di S. Anna – Foto
Presi i rapinatori della tabaccheria di S. Anna – Foto

di Roberto Salotti
Sono sospettati di essere gli autori di altre rapine, messe a segno in attività commerciali prese di mira nell’orario di chiusura. Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile che ieri sera (6 aprile) hanno fatto scattare le manette ai polsi ai due presunti autori del colpo alla tabaccheria di Eugenio Biagini di via Cavalletti a Sant’Anna (Articolo e foto) appaiono tutt’altro che concluse. Dopo il blitz scattato a qualche ora dal raid avvenuto attorno alle 11,50 che ha portato in cella Emanuele Bianchi, 25 anni di Lucca, e Andrea Lazzarini, di 32, di Lammari, l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Giannino va avanti. Si riesaminano, infatti, le testimonianze delle vittime dei colpi tra Lucca, Capannori e Montecarlo. Si scava – dove sono disponibili – tra i filmati delle telecamere di videosorveglianza per scoprire eventuali corrispondenze.

Per gli investigatori i due giovani sarebbero comunque gli autori del raid di ieri in tabaccheria. Uno di loro, in particolare, è stato riconosciuto dall’appuntato del radiomobile fuori servizio che è riuscito a sventare la rapina intervenendo nel negozio e cercando di disarmare il malvivente: secondo l’accusa quel giovane travisato da un cappellino e da una sciarpa tirata fin sotto gli occhi ma che nella colluttazione per la fuga è rimasto a volto scoperto altri non sarebbe che Emanuele Bianchi (nella foto a fianco). Il 25enne è ora accusato di rapina insieme al presunto complice Andrea Lazzarini. Amici nella vita e complici? E’ più che un sospetto degli investigatori che, in particolare, ritengono che quest’ultimo avrebbe fatto da palo, aspettando a bordo di una Skoda City Go parcheggiata in via del Tiro a Segno l’arrivo del complice.
Il piano dei due, tuttavia, è miseramente fallito grazie all’intervento del carabiniere in borghese. Il militare stava passando a piedi da via Cavalletti quando, giunto proprio davanti alla tabaccheria, ha udito gridare parole inequivocabili: “Dammi i soldi o ti sparo”. Rendendosi conto della situazione ha varcato la soglia del negozio dove c’era soltanto il titolare Biagini. Il rapinatore impugnava quella che a prima vista sembrava una Beretta semiautomatica, in realtà si è rivelata un’arma giocattolo da softair, privata del tappo rosso. Ma il carabiniere non poteva saperlo. Quell’arma è stata rivolta contro anche a lui: “Se provi a fermarmi ammazzo anche te”, gli ha detto il rapinatore. Ne è nato un corpo a corpo: il bandito ormai vistosi braccato ha ferito il militare al polso ed è riuscito così a guadagnarsi la fuga. Ma l’appuntato non si è dato per vinto. E’ saltato sulla sua auto privata e si è messo all’inseguimento dei rapinatori che hanno imboccato via del Tiro a Segno verso viale Puccini, svoltando poi allo stop in direzione di Sant’Angelo. Ormai l’allarme era stato diramato e altre pattuglie dei carabinieri si sono messe all’inseguimento di fuggitivi, mentre il militare eroe è tornato dal commerciante rapinato a sincerarsi che non fosse ferito. Più tardi ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, per ferite giudicate guaribili in cinque giorni.
Nel frattempo la caccia ai rapinatori era scattata: i due complici Bianchi e Lazzarini (nella foto a fianco), che si conoscono da una vita e sono amici, sono stati intercettati qualche minuto dopo nella zona di Meati da un’altra pattuglia. I due banditi hanno gettato dal finestrino la pistola giocattolo, poi ritrovata in un campo dai militari che ormai, con la targa dell’auto, erano risaliti alle presunte identità dei due ragazzi. Così si sono appostati nei pressi delle loro case e li hanno notati arrivare per cambiare l’auto e proseguire i loro giri. Un modo, forse, per depistare le indagini che, tuttavia, li hanno messi entrambi con le spalle al muro. Nel tardo pomeriggio erano già finiti in manette con un provvedimento di fermo per rapina: per entrambi in attesa della convalida del gip si sono aperte le porte del carcere San Giorgio di Lucca.
Nel frattempo le indagini, come si diceva, proseguono. I carabinieri, infatti, sospettano che i due siano gli autori di altri colpi messi a segno con le stesse modalità. In particolare si scava per cercare eventuali collegamenti tra i due fermati e le rapine messe a segno alle panetterie di via di Tiglio a San Filippo e alla Bottega del Pane di Capannori. I sospetti si concentrano anche su altri episodi, come la rapina all’alimentari di via Romana ovest a Porcari. Ma per il momento si tratta soltanto di ipotesi da provare.
FOTO – La pistola e il travisamento del rapinatore