
di Roberto Salotti
E’ stato arrestato e condotto in una cella del carcere minorile di Bari il diciassettenne di origini marocchine e residente ad Altopascio accusato di aver accoltellato un coetaneo di Porcari al Castello di Porta San Pietro sulle Mura (Leggi). Una aggressione scoppiata al termine di un litigio per una ragazzina contesa e sfociata nel sangue sabato 27 febbraio scorso: per quell’episodio era stato denunciato con la grave accusa di tentato omicidio alla procura dei minori di Firenze. Ma le successive indagini di polizia e carabinieri lo hanno inchiodato, spingendo il pm della procura minorile a chiedere la misura della detenzione in carcere, accordata dal gip.
Gli amici: “Finalmente giustizia”. A quel sabato pomeriggio di violenza era seguita, in città, a una grande mobilitazione cittadine, con un corteo dei familiari e degli amici in solidarietà al ragazzo rimasto gravemente ferito e ricoverato nella terapia intensiva dell’ospedale San Luca. Per il papà e la mamma e i suoi tanti amici adesso “giustizia è fatta per Reda”. E tanti di loro lo hanno detto e scritto in tanti messaggi di vicinanza a Reda, nelle ultime ore in cui la notizia si è diffusa molto velocemente in città.
Il provvedimento del tribunale dei minori di Firenze è stato comunque eseguito venerdì scorso, a conclusione di una delicata indagine in cui hanno collaborato polizia e carabinieri e oggi il giovane è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia.
Dopo aver accoltellato l’amico e mentre gli agenti delle volanti gli davano la caccia, il giovane ora in cella si era presentato alla caserma dei carabinieri denunciando a sua volta di essere stato aggredito, ma la sua versione non aveva retto: per gli investigatori della squadra volanti del commissario Davide Caldarozzi, era stato lui ad aver accoltellato il coetaneo 17enne, lasciandolo a terra davanti al castello di Porta San Pietro, sulle Mura, dopo avergli sferrato un fendente con un coltello (Leggi). Il giovane, anche lui marocchino 17enne, residente ad Altopascio, era stato denunciato dalla polizia, in collaborazione con i carabinieri, con quella grave accusa.
La svolta. Lo hanno inchiodato in questi mesi le indagini condotte congiuntamente dai carabinieri di Lucca, diretti dal maggiore Giangabriele Affinito, dalle volanti e dalla squadra mobile della questura dei commissari Davide Caldarozzi e Silvia Cascino, coordinati dalla procura del tribunale per i minorenni di Firenze che ha poi richiesto ed ottenuto la misura della custodia cautelare in carcere. Il gip ha firmato l’ordinanza confermando l’accusa di tentato omicidio. Venerdì scorso gli agenti si sono presentati a casa del 17enne e hanno eseguito l’ordinanza. Già colpito dal foglio di via da Lucca dopo l’accoltellamento sulle Mura, è stato condotto all’istituto penitenziario minorile Fornelli di Bari, dove stamani è stato interrogato dal gip.
L’aggressione choc. La giovane vittima della sua violenza era stata ricoverata in ospedale in prognosi riservata. I medici lo avevano sottoposto ad un intervento chirurgico per ridurre l’emorragia provocata dalla ferita da arma da taglio al costato, all’altezza della milza. Un colpo, per fortuna, giunto di striscio che non ha lesionato organi vitali.
Le indagini della polizia avevano raggiunto già una prima svolta a poca distanza dall’aggressione, avvenuta attorno alle 18,40 di sabato pomeriggio mentre un gruppo di giovani lucchesi e magrebini si stava riparando dalla pioggia battente sotto il loggiato della casermetta sede dei Lucchesi nel Mondo. Le ricerche dell’aggressore fuggito a piedi insieme ad altri giovanissimi erano state diramate a tutte le altre forze dell’ordine mentre la polizia aveva iniziato a battere tutto il centro storico e la circonvallazione. Così, quando poco dopo il giovane 17enne marocchino si era presentato alla caserma dei carabinieri, gli investigatori avevano pensato che potesse trattarsi del giovane ricercato.
Il ragazzo, in preda all’agitazione, aveva riferito però di essere stato aggredito a sua volta da un coetaneo e aveva negato di aver reagito accoltellandolo. Lo avevano però messo nei guai le testimonianze di altri ragazzini e passanti che avevano assistito all’accoltellamento.