





Hanno sentito le urla disperate di una donna arrivare dal greto del fiume e l’hanno salvata dalle gelide acque del Serchio, calandosi per una decina di metri in una ripida scarpata, facendosi strada tra i rovi e la fittissima vegetazione. Poi hanno sospinto a riva la 65enne di Saltocchio che era nell’acqua fino al busto, aggrappata al ramo di un albero (Articolo e foto). L’eroismo dei due studenti del Fermi, Gianni Brancoli, di Vinchiana e Gabriele Quilici, originario di Ciciana, 17 anni e un coraggio da vendere, è stato premiato stamani (26 aprile) in questura dal vicario Stefano Buselli e dal capo delle volanti, Davide Caldarozzi, che sono stati aiutati sabato scorso dai due giovanissimi a salvare la donna, scomparsa da casa attorno alle 17 con la sua Fiat Panda bianca.
Hanno ricevuto i cappellini della polizia e un portachiavi: in questo modo la questura ha voluto sottolineare il loro gesto di grande umanità. Una bella storia, finita con un lieto fine: la donna è stata tratta in salvo con la collaborazione degli agenti e condotto in ospedale. La famiglia ha già ringraziato i due giovani eroi che in questura stamani hanno raccontato di non aver esitato un istante a salvare la donna. E’ stato il padre di Gianni, attorno alle 21,30 a chiamare la centrale operativa del 113 e a segnalare una Panda bianca parcheggiata in una piazzala vicino al muretto sul fiume Serchio a Vinchiana. L’operatrice Rosi Degl’Innocenti ha subito collegato la situazione alla ricerca della donna scomparsa e ha inviato due pattuglie delle volanti sul posto. Quella di Roberto Ciampi e Tiziano Dovichi si stava già dirigendo sul posto, dopo aver sentito la comunicazione via radio e insieme ai colleghi Gabriele Antonini e Cristian Di Memmo sono intervenuti sul posto.
Ma i due giovani avevano già tirato fuori dall’acqua l’anziana. Gabriele era a casa dell’amico Gianni e quando hanno, insieme al padre, le urla della donna sono accorsi in strada con le torce: “Inizialmente – racconta Gianni – pensavamo che la donna si trovasse dall’altro lato del fiume. Siamo andati a controllare e abbiamo capito dove era. Siamo tornati sui nostri passi e non ci abbiamo pensato due volte. Con le torce ci siamo calati nella scarpata e abbiamo raggiunto la donna che si lamentava di dolori alla schiena. L’abbiamo presa e fatta sedere sul greto del fiume dandole la nostra maglia in attesa dell’arrivo della polizia e dei soccorritori”.
“La situazione era proibitiva – raccontano i poliziotti della volante, Roberto Ciampi e Tiziano Dovichi -: quando siamo arrivati i ragazzi erano già scesi giù nel dirupo. Ci siamo calati anche noi tra i rovi e li abbiamo raggiunti. Poi siamo riusciti a riportare la donna in strada in attesa dell’ambulanza”.
“E’ stato uno splendido esempio di altruismo e coraggio – ha commentato il vicario del questore, Stefano Buselli -: questi due ragazzi sono stati sottoposti ad una prova che ha dimostrato tutta la loro umanità e tutto il loro coraggio e la questura è orgogliosa di offrire loro un piccolo riconoscimento per ringraziarli del loro spirito di abnegazione”. Anche il prefetto Giovanna Cagliostro, venuta a conoscenza dell’episodio, ha espresso ammirazione per il bell’esempio dato dai due giovani, congratulandosi con loro e con gli agenti che hanno preso parte al salvataggio, conclusosi nel migliore dei modi
Le ricerche della donna. Tutto era cominciato attorno alle 17 di sabato pomeriggio (23 aprile). A dare l’allarme erano stati i familiari della donna che ne avevano denunciato la scomparsa. Preoccupati per il suo stato confusionale e perché aveva espresso intenti suicidi, avevano dato l’allarme al 113 spiegando che la donna si era allontanata a bordo della sua Fiat Panda. Gli agenti delle volanti del commissario Caldarozzi si erano messi subito a cercarla, battendo prima di tutto i luoghi frequentati abitualmente dalla signora. “Poteva essere ovunque – raccontano gli agenti protagonisti del salvataggio – ma quando abbiamo sentito via radio la comunicazione che indicava la Panda sul fiume a Vinchiana e un uomo che segnalava le grida di una donna, non abbiamo esitato e siamo accorsi”. L’episodio è stato subito ricollegato anche dalla operatrice in servizio nella sala operativa, che ha inviato sul posto anche un altro equipaggio in ausilio.
Il salvataggio. Nel frattempo a Vinchiana era scattata la mobilitazione. Il papà di Gianni Brancoli aveva chiamato poco prima il 113, non appena notata dalla finestra quell’auto lasciata in uno spiazzo. Si era allarmato perché da casa sentiva i lamenti di una donna. Con il figlio Gianni e il suo amico Gabriele – entrambi sportivi che praticano il parkour e il free running -, è accorso in strada cercando di capire cosa succedesse. Gianni e Gabriele, invece, sono andati alla ricerca della donna. “Siamo andati a vedere dall’altra sponda del fiume perché ci sembrava che venissero da lì le urla – raccontano i ragazzi -: dopo aver verificato con le torce che dall’altra parte non c’era nessuno, siamo tornati sui nostri passi e abbiamo individuato la donna”. A quel punto si sono calati sul greto del fiume: “L’abbiamo vista nell’acqua fino al torace, stava aggrappata al ramo di un albero e allora abbiamo fatto in fretta a raggiungerla per tirarla a riva, al sicuro”. Uno di loro si è tolto la maglia e l’ha messa addosso alla donna, poi riportata in sicurezza e affidata all’ambulanza.
Roberto Salotti