
Il caso del rene espiantato per errore all’ospedale San Luca è finito anche all’attenzione della commissione di disciplina dell’ordine dei medici di Lucca e i due professionisti finora coinvolti, la radiologa Claudia Gianni e l’urologo Stefano Torcigliani sono stati già ascoltati dal presidente Umberto Quiriconi. Che sottolinea come tutto l’ordine provinciale sia “rimasto profondamente colpito dalla vicenda umana che ha interessato soprattutto la persona cui è stato asportato erroneamente un organo sano, ma anche i due professionisti dell’Ospedale S.Luca coinvolti e rattristati per l’accaduto”.
La commissione di disciplina, intanto, si è attivata con Asl, Regione, procura e Ministero per acquisire “elementi di giudizio atti a chiarire tutti i risvolti della vicenda”.
“Se ad oggi tutte le apparenze sembrano concorrere ad attribuire il fatto all’errore umano – spiega il presidente dell’Ordine -, preme tuttavia rimarcare come altre condizioni più generali ed indipendenti dal singolo medico abbiano facilitato il suo concretizzarsi. In particolare, gli eccessivi carichi di lavoro senza turni di riposo adeguati, la carenza di personale medico ed infermieristico, la tipologia dell’organizzazione complessiva del sistema per intensità di cura con la spersonalizzazione del rapporto medico/paziente e l’insufficiente comunicazione e condivisione tra professionisti ad essa conseguenti, tutti fattori fra loro intrinsecamente connessi ed embricati, hanno certamente contribuito, come le statistiche ci confermano, al verificarsi dell’evento”.
D’altro canto l’invito è a moderare i toni. “Ciò detto l’Ordine ritiene che l’eco ridondante sui mass media relativo alla vicenda non rafforzi l’alleanza tra operatori sanitari e cittadini utenti ma, anzi, contribuisca ad amplificare lo scollamento e la sfiducia degli uni nei confronti degli altri – si legge in una nota -. E’ necessaria invece maggiore sensibilità da parte di tutti a trattare simili vicende, specialmente in questo particolare momento di transizione, per non aggravare la già pesante situazione di precarietà che il nostro territorio sta vivendo. Infine, qualunque sarà la conclusione di questa tristissima vicenda, fin d’ora l’Ordine invita tutti ad avere sempre ben presente il fatto che un unico episodio che coinvolge singoli medici non può e non deve essere il pretesto per colpevolizzare un intero reparto, un intero ospedale , una intera categoria professionale il cui lavoro quotidiano e qualificato costituisce l’elemento essenziale ed indispensabile per il funzionamento del sistema sanitario pubblico”.