Padre e figlio in manette dopo rapina a farmacia – Foto






di Roberto Salotti
Il figlio, di appena 17 anni, faceva da “palo”. In sella ad uno scooter Typhoon 50 rubato, ha atteso il padre, calzando un casco integrale. Quando il genitore lo ha di nuovo raggiunto con il bottino a “lavoro” finito, anche lui ha alzato la mano e ha fatto il dito medio verso il direttore della farmacia comunale di Nozzano, Antonio Cordoni, e la collega farmacista Claudia Orsucci, accorsi all’esterno per dare l’allarme. La fuga dei banditi è durata poco: li hanno fermati gli agenti della squadra mobile a cui i movimenti dei due non erano sfuggiti, durante un passaggio in borghese qualche minuto prima della rapina. Il padre-rapinatore, un 48enne già noto alle forze dell’ordine per precedenti non specifici e residente in un quartiere alla periferia della città, ha varcato la soglia della farmacia poco dopo, alle 16,15 di oggi (20 maggio).
E’ l’ora che risulta dallo scontrino consegnato dalla cliente uscita prima che il malvivente decidesse d’entrare e affrontare il farmacista. Cordoni, senza immaginare ancora che l’altro avesse in pugno un grosso coltello da cucina, lo ha affrontato: “Vattene via subito”, gli ha detto quando l’uomo, travisato da un casco integrale e con un paio di guanti scuri calzati alle mani, si nascondeva ancora dietro ad uno scaffale davanti all’ingresso.
“Ho pensato che fosse un ladruncolo che volesse rubare chissà cosa – racconta il farmacista – e pensavo che avesse una siringa in mano, poi quando è uscito dal suo nascondiglio mi ha puntato contro il coltello. Allora mi sono allontanato”. A quel punto il rapinatore lo ha minacciato: “Spostati o ti ammazzo, ti ammazzo”, gli ha ripetuto per più volte. Il direttore gli è sfuggito facendo il giro dietro al bancone e allontanandosi dalla cassa, mentre la collega che si trovava nel magazzino dei farmaci sul retro sentiva tutto. “Ho pensato al peggio quando ho sentito quelle terribili parole – racconta Claudia Orsucci – e mi sono avvicinata al bancone”. A quel punto il ladro armato si era già aperto la cassa, mettendosi in tasca l’incasso di circa 500 euro. “Allora lo abbiamo visto indietreggiare verso la porta – raccontano i farmacisti – fino a sparire in strada”.
I due si sono affacciati sull’ingresso per vedere che direzione prendesse il ladro. E’ stato a quel punto che hanno visto il complice, il figlio di appena 17 anni, seduto sul motorino alla guida. Il padre si è seduto dietro e prima della fuga tutti e due hanno mandato a quel paese i malcapitati farmacisti: “Quel gesto è stato molto spiacevole”, commentano dopo la rapina.
L’inseguimento e l’arresto. Ma quello sberleffo si è come rivolto contro padre e figlio che, in fuga sulla di Poggio, sono stati bloccati dagli agenti della squadra mobile diretti dal commissario Silvia Cascino, prima che arrivassero all’ex Casina Rossa. I due, lucchesi, sono stati condotti in questura in stato di fermo disposto dal pm di turno Giuseppe Amodeo: il padre è stato poi condotto in cella dove attenderà la convalida, mentre per il figlio è stato disposto l’affidamento in custodia in una struttura minorile.
Il blitz. Il motorino utilizzato per il colpo, poi risultato rubato, non era passato inosservato dai due agenti della squadra mobile in servizio in zona in borghese, per attività di controllo del territorio. Per questo avevano fiutato qualcosa di losco e poco dopo, avendo riconosciuto in uno dei due una loro vecchia conoscenza hanno fatto un nuovo passaggio. In quei concitati istanti lo scenario davanti alla farmacia comunale di via di Balbano che si affaccia sulla piazza del paese era “mutato”. Il motorino non c’era più e fuori dalla farmacia il direttore si disperava. Agli investigatori la situazione è apparsa chiara: hanno chiesto notizie al farmacista dopo essersi qualificati, poi si sono messi all’inseguimento dei due, mentre dalla città arrivavano altre pattuglie, dopo la telefonata del direttore al 113. Gli agenti hanno chiuso ogni via di fuga ai due, fermati a qualche minuto dal colpo. Addosso avevano sia la refurtiva che il coltello utilizzato per la rapina e la descrizione del casco e dell’abbigliamento del 48enne di San Vito che materialmente ha compiuto il raid combaciano.
La sensazione è che i due attendessero da qualche tempo il momento propizio per agire. E qualche movimento strano lo aveva notato anche il direttore: “Ho visto un motorino girare intorno – racconta Cordoni -, poi una persona avvicinarsi con il casco in testa. In quel momento è entrata una cliente e l’uomo si è allontanato e non ci ho dato più peso. Ho servito la donna e poi mentre usciva ho notato che c’era qualcuno nascosto dietro ad una bacheca dove sono esposti i prodotti proprio davanti all’ingresso. Pensavo ad un ladruncolo da quattro soldi, così gli ho detto di andarsene. Poi però si è alzato, e ha mostrato il coltello. A quel punto non ho più insistito, ho avuto paura che lo usasse o che la mia collega avvertendo la situazione entrasse in negozio e il rapinatore si avventasse contro di lei. Proprio ieri parlavamo del fatto che in tanti anni da farmacisti non avevamo mai avuto grossi guai con i ladri. Oggi ci siamo dovuti ricredere ma ringraziamo la polizia per la prontezza dell’intervento”.