Broker ucciso per la droga, presi trafficanti killer

8 giugno 2016 | 09:14
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Broker ucciso per la droga, presi trafficanti killer

Un giro di trafficanti killer e droga a fiumi. Una “guerra” tra clan finita nel sangue e cocaina fatta arrivare a chili dal Sud America, passando dal porto di Livorno. E’ stata individuata e disarticolata un’organizzazione criminale calabro-labronica che agiva anche in provincia di Lucca oltre che nelle provincie di Firenze, Livorno, Pisa, Prato, Pistoia e Massa, implicata nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Durante un’operazione congiunta della polizia tributaria della Guardia di Finanza di Pisa e del reparto operativo dei carabinieri di Livorno sono state eseguite 20 ordinanze di custodia cautelare. 

L’operazione, denominata Akuarius, ha permesso di sequestrare oltre 65 chili di sostanze stupefacenti. Tra i reati contestati alla banda criminale anche quello di omicidio.
Le ordinanze sono state emesse dal gip del Tribunale di Firenze su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo. L’indagine ha preso origine dall’individuazione a Livorno di un narcotrafficante domenicano e dalle importazioni di carichi di cocaina dal Sud America. La prosecuzione delle indagini consentiva di individuare, anche in Toscana, il fenomeno del cosiddetto brokeraggio nel traffico di droga. L’attività di indagine è stata diretta dalla Procura della Repubblica di Firenze – Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze che ha coordinato le indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno e dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pisa, che hanno operato con il supporto e sotto il coordinamento della Dcsa. Una precedente indagine delle Fiamme Gialle di Pisa, nel luglio del 2015, aveva infatti già fatto emergere un gruppo di insospettabili imprenditori della provincia di Pisa, che si erano affiliati con trafficanti di cocaina per importare droga direttamente dalla Colombia. Al termine di questa operazione venivano sequestrati 54 chili di cocaina e venivano disposti 14 provvedimenti di fermo emessi dal pm, Angela Pietroiusti.
Carabinieri e finanza hanno poi operato in perfetta sinergia, attraverso indagini tecniche ed unitamente ai tradizionali appostamenti e pedinamenti riuscivano ad individuare due persone, che agivano tra le province di Pisa, Livorno, Lucca e Prato i quali, in concorso tra loro e grazie a contatti nel mondo del narcotraffico colombiano, proponevano l’acquisto di cocaina a varie compagini criminali, principalmente di matrice camorristica e ‘ndranghetista.
La prosecuzione delle indagini ha dato subito dei riscontri operativi e ha consentito di smascherare la mediazione da parte dei due brokers in una pianificata importazione di 300 chili di cocaina dal Sudamerica all’Italia, destinata a diverse compagini criminali. Contestualmente si delineava il ruolo di un distinto gruppo calabro-labronico, chiamato gruppo Pesci, da cui prende il nome l’operazione Akuarius, che aveva il ruolo di ricettore di stupefacente e il compito di controllare l’organizzazione logistica incaricata di ricevere le importazioni di droga che avvenivano tramite il Porto di Livorno. Tuttavia, nell’attesa, i due broker della droga secondo la ricostruzione degli inquirenti erano stati incaricati dalla cellula criminale facente capo al Gruppo Pesci, di reperire della cocaina.
I due avrebbero preso contatti con una cellula di trafficanti colombiani, stabiliti in Roma, che però li avrebbero truffati, consegnando loro 3 chili di zucchero al posto della cocaina. Dal giorno seguente a quello del “pacco-truffa”, infatti, il gruppo calabro-labronico ha cominciato ad esercitare forti pressioni, accompagnate da pesanti minacce, nei confronti dei due brokers al fine di riuscire a recuperare i 35mila euro persi con l’affare romano.
Ed è da qui che secondo gli investigatori gli appartenenti al gruppo decidono di assassinare uno dei due broker, Giuseppe Raucci, ucciso a Tirrenia il 9 dicembre scorso e la cui salma è stata poi rinvenuta la mattina del giorno successivo in un parcheggio antistante l’uscita della Fipili, a Ginestra Fiorentina. Le indagini, pertanto, oltre ad aver avuto per oggetto la disarticolazione della struttura criminale identificata, venivano indirizzate anche all’individuazione dei responsabili dell’omicidio, che durante il periodo di monitoraggio continuavano a trafficare, oltre alla cocaina, anche hashish.