
L’amante conosciuto su Facebook si è rivelato uno spietato aguzzino che l’ha costretta perfino a macabri rituali di purificazione in chiesa, per lavare l’onta del suo orgoglio ferito. Ma la gelosia dell’uomo, un 41enne originario di Messina e residente a Villafranca Tirrena era soltanto nella sua mente malata. Che lo spingeva, non solo a minacciare di morte la donna, ma ad impedirle di avere una vita normale. Accecato dalla paura che la donna potesse frequentare le amiche o, peggio ancora, qualche altro uomo, la costringeva a videochiamarlo per ogni spostamento e quando non si riteneva soddisfatto la costringeva ad andare in chiesa, ad inginocchiarsi e a bucarsi il dito con uno spillo, facendo cadere le gocce di sangue su di un santino. In caso per costringerla a togliersi un tatuaggio l’avrebbe anche minacciata di dissolverglielo con l’acido.
Era questo il calvario di una donna di 45 anni lucchese, che dopo aver tentato di mettere fine a quella malsana relazione il 20 aprile scorso, è stata picchiata selvaggiamente e costretta ad avere un rapporto sessuale dal suo aguzzino, che per costringerla a soddisfare la sua violenza e voglia le ha mostrato la pistola che aveva in casa.
Quella donna, con un grande coraggio, era riuscita a fuggire dalla casa di Messina dove l’uomo si trovava già agli arresti domiciliari per atti persecutori su una ex, su disposizione del gip di Napoli. Quando la 45enne ha deciso di denunciare i fatti alla squadra mobile, nel maggio scorso, perché non riusciva a liberarsi dell’incubo di quell’uomo, gli investigatori hanno raccolto altri elementi d’indagine e hanno ottenuto dal gip di aggravare la misura degli arresti domiciliari nella detenzione in carcere.
Una storia orribile i cui particolari sono stati raccontati dalla donna, in preda ad uno stato di terrore. Anche dopo che aveva deciso di porre fine a quella relazione, l’ex la tormentava con messaggi minatori, scrivendo e lasciando messaggi vocali dal facebook della donna, di cui aveva preteso le password d’accesso, ad ogni contatto che riteneva “sospetto”.
E quando la donna ha iniziato a reagire, l’incubo è diventato un inferno. Il 41enne ha iniziato a tempestarla di telefonate e di sms minacciando di uccidere lei e le persone con cui si sarebbe rifatta una vita. “Se mi lasci – le scriveva – e ti rifai una vita uccido tutti e due e te lentamente così ti accorgi che stai morendo, se vai dalla parrucchiera vengo e ti sparo nelle gambe, se vai a cena con la tua collega vengo e ti do la caccia”. Questi messaggi sul telefono della donna, sono finiti nel fascicolo della squadra mobile trasmesso al gip di Napoli dove l’uomo è accusato di stalking, minacce e violenza sessuale. In un caso aveva perfino minacciato di bruciare l’auto della donna, proprio come aveva fatto – è stato accertato poi – con la sua ex.
I due, secondo la ricostruzione dell’accusa, si erano conosciuti per caso su Facebook dove erano rimasti a lungo in contatto fino a quando la donna si era decisa a recarsi a Messina a conoscere il 41enne. Fin da subito, tuttavia, l’uomo si era dimostrato violento e possessivo. E l’aveva costretta a consegnare gli accessi dei suoi social network che controllava in continuazione, insieme al telefono. E quando lei rientrava a Lucca, lui la faceva vivere come una schiava reclusa, costringendola a video chiamare quando si spostava di casa e impedendole di frequentare perfino le amiche.