La banca gli nega il prestito, lui fa 34 rapine

4 luglio 2016 | 09:44
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La banca gli nega il prestito, lui fa 34 rapine
La banca gli nega il prestito, lui fa 34 rapine
La banca gli nega il prestito, lui fa 34 rapine
La banca gli nega il prestito, lui fa 34 rapine
La banca gli nega il prestito, lui fa 34 rapine
La banca gli nega il prestito, lui fa 34 rapine

di Roberto Salotti
Dalla disperazione per il tracollo della sua attività, fino ad un senso di rivalsa e “vendetta” contro la banca che gli aveva negato il prestito, riducendolo sul lastrico. E’ la parabola dell’ex pasticcere e rapinatore seriale arrestato il 12 aprile scorso con l’accusa di aver compiuto almeno 19 assalti a istituti di credito, obiettivi scelti dal 59enne di Bagni di Lucca Francesco Ugolini, secondo un criterio ben preciso (Leggi). E in cima alla lista c’era il Monte dei Paschi di Siena, colpevole secondo l’ex titolare di un laboratorio di pasticceria della Valle del Serchio di averlo ridotto in miseria.

Ma dopo i primi raid il bandito improvvisato e “gentile”, capace di chiedere scusa ai dipendenti che alzavano le spalle e spiegavano casse e forzieri erano chiusi, si era lasciato prendere la mano. Perché, secondo i carabinieri del Norm che lo hanno arrestato, la disperazione da sola non basta a spiegare 34 tra rapine e tentate rapine compiute negli ultimi sei anni tra la provincia di Lucca, quella di Pistoia, Firenze e perfino Modena e Bologna. C’era, secondo gli investigatori, premeditazione e volontà, tanto che dopo l’arresto avvenuto fuori dal Monte dei Paschi di Siena di Fornaci di Barga nell’aprile scorso Ugolini era stato trovato con un “pizzino” con su scritti i nomi di altre 20 banche da colpire. Con la stessa tecnica: la pistola giocattolo, molto simile a quella d’ordinanza dei carabinieri e l’immancabile maschera di carne, con la variante dello scooter Malaguti bianco o della bici da nascondere poi sul Fiat Iveco rubato e per l’accusa utilizzato per diversi dei colpi in serie.
Le indagini a questo punto sono concluse e gli atti sono sul tavolo del pm titolare dell’inchiesta Elena Leone. Il magistrato potrà eventualmente chiedere nei confronti di Ugolini un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, visto che dopo l’arresto in flagranza si trova ai domiciliari. Il suo conto aperto con la giustizia è cresciuto nei mesi di indagini successivi al suo arresto: pedinato dopo che il suo trucco del furgoncino era stato smascherato dai carabinieri di Altopascio dopo la rapina fallita alla filiale di Mps del paese, è stato braccato e alla fine, messo di fronte alle immagini e ai video che lo ritraevano armato nelle banche assaltate, non ha potuto che ammettere le proprie responsabilità. Facendo le prime ammissioni e mettendo sulla pista giusta i carabinieri che sono riusciti ad attribuirgli anche diverse rapina fuori dalla provincia, per un bottino complessivo raccolto in sei anni che sfiora gli 80mila euro. Dei 34 colpi contestati, 13 sono stati consumati mentre altri 21 soltanto tentati: 22 i raid in provincia di Lucca, 8 a Pistoia, uno a Firenze, 2 a Bologna e uno a Modena. Interrogato dal pm il 1 luglio scorso confessa tutte le rapine.
Da pasticcere a rapinatore. L’abisso della perdita del lavoro, la rabbia per la banca che gli nega quel prestito che, forse potrebbe salvarlo: sono questi sentimenti controversi a spingere Ugolini, secondo l’accusa, a vestire i panni del rapinatore. Ma la speranza di rifarsi una vita con quei soldi si scontra ben presto con una realtà differente: il denaro non viene investito, basta soltanto a levarsi qualche voglia. A tirare avanti e a comprarsi qualche telefonino. E ben presto il rapinatore si fa prendere la mano, sostengono i carabinieri. Le prime rapine risalgono già al marzo del 2010. In quei casi il bandito agiva a volto scoperto, travisandosi soltanto con un cappellino di lana grigio e occhiali da sole. I mezzi usati per la fuga resteranno sempre gli stessi: una mountain bike e uno scooter Phantom Malaguti. Dall’ottobre 2011 al febbraio 2014, Ugolini aggiunge qualche particolare al suo travisamento e per evitare di farsi riconoscere usa un casco da motociclista aperto e sotto gli occhiali scuri ma è dal marzo di quell’anno e fino all’aprile scorso che il pasticcere rapinatore entra in azione con la maschera di lattice calzata negli ultimi raid, dove compirà quei passi falsi che condurranno all’arresto.
Non è stato tuttavia facile capire il modus operandi del rapinatore, perché aveva la capacità di “sparire nel nulla” subito dopo i colpi. Saltava sulla bicicletta o sul motorino e poi se ne perdeva ogni traccia. Ma dopo la tentata rapina del 25 marzo scorso al Monte dei Paschi di Siena di Altopascio cade nella rete. I carabinieri che pensavano ormai di aver davanti lo stesso rapinatore seriale che da mesi si presentava in maschera nelle filiali hanno passato al setaccio le telecamere di sorveglianza anche a qualche distanza dalla banca e hanno smascherato il trucco. Hanno visto cioè che il bandito, una volta fuggito in bici, saliva sul furgone parcheggiato a qualche centinaia di metri dove nascondeva la mountain bike e si cambiava d’abito per non dare nell’occhio. Una volta individuato il mezzo usato per le rapine, i militari non hanno smesso di pedinarlo fino alla mattina del 12 aprile, quando lo hanno bloccato a Fornaci di Barga mentre tentava il suo ultimo colpo.
Rapine in serie. Una volta arrestato in flagranza gli erano stati subito contestati almeno 19 colpi di cui gli investigatori avevano già raccolto prove schiaccianti. Ma l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Elena Leone è andata avanti, perché era concreto il sospetto che la lista delle rapine non fosse completa. Un sospetto confermato anche dal fatto che durante le perquisizioni seguite alle manette, gli investigatori avevano trovato uno scritto dove Ugolini si era appuntato almeno un’altra ventina di obiettivi da colpire, dopo aver fatto un accurato sopralluogo e aver studiato tutto nel dettaglio. Così, esaminando il modus operandi della rapine e esaminando le immagini delle telecamere delle banche prese di mira e confrontando le testimonianze di dipendenti e clienti presenti durante le rapine, l’accusa ha attribuito ad Ugolini gli altri colpi, facendo salire a 34 il numero complessivo dei raid contestati. Messo di fronte alle prove, ha fatto le sue ammissioni davanti al pm.