





di Roberto Salotti
“Pasquale, è stato Pasquale”. Un filo di voce, spezzato dal dolore straziante. Il corpo martoriato come da mille lame di fuoco. Ma quel nome che Vania Vannucchi, 46 anni, lucchese, ex dipendente della Coop Service di Lucca che lavora per l’ospedale, ora operatrice socio sanitaria al Cisanello, aveva pronunciato qualche giorno prima con le amiche, confessando il tormento che il suo aguzzino le stava dando, lo ha scandito di nuovo, tra le braccia dei soccorritori che la sedavano e la accompagnavano nel campo dietro all’obitorio del Campo di Marte. Poco più in là, nel piazzale dietro ai magazzini dell’ex ospedale ancora i segni del fuoco da cui è stata avvolta per mano del suo ex. Lui, Pasquale Russo, 46 anni, di Segromigno in Monte, operaio della Manutencoop e incensurato, le ha cosparso addosso della benzina e ha dato alle fiamme la donna, ex moglie di un carabiniere in servizio a Firenze e madre di tre figli.
Poi è salito sulla sua auto, alla fine del turno di lavoro, e l’ha lasciata bruciare andandosene a casa. Qui lo hanno trovato gli agenti della squadra mobile del commissario Silvia Cascino. Cambiato d’abito e ripulito: “Vania? Io non le ho fatto proprio nulla”, ha detto agli investigatori che lo hanno arrestato con l’accusa di tentato omicidio su disposizione del sostituto procuratore Piero Capizzoto.
A tradirlo, però, anche una vistosa bruciatura sul braccio: “Me la sono fatta con una sigaretta”, si è giustificato mentre lo portavano in questura. Ma ora dopo ora la sua posizione si è aggravata, anche per le testimonianze rese dagli ex colleghi di Vania, figlia del massaggiatore della Lucchese, Alvaro, sconvolto dal dolore insieme a tutta la società e la squadra non appena appresa la notizia. “Pasquale mi tormenta”, aveva più volte confessato alle amiche. Ma non lo aveva mai denunciato. Pensava forse di poter gestire la situazione, Vania. Invece il precipitare degli eventi l’ha ridotta suo malgrado in fin di vita. Le sue condizioni sono molto critiche: è stata ricoverata al centro grandi ustionati dell’ospedale di Cisanello, con prognosi strettamente riservata. Qui nel pomeriggio è arrivato anche l’ex marito e alcune colleghe del reparto di Medicina V dove Vania lavorava dallo scorso febbraio, dove un impiego alla Coop Service che ha la base logistica proprio a due passi dal piazzale del Campo di Marte dove stamani (2 ag osto) attorno alle 13 si è scatenato l’inferno che ha distrutte due famiglie. Alla fine l’operaio, torchiato in questura e interrogato dal pm, ha fatto le prime ammissioni: “Sono stato io – avrebbe confessato – ma non ho agito con l’intenzione di uccidere”.
Le fiamme però hanno ridotto in fin di vita Vania: l’hanno avvolta in pochi istanti, provocandole ustioni su circa il 90% del corpo e ora la sua vita è appesa a un filo. E’ viva solo grazie all’arrivo di alcuni ex colleghi, attirati dai lamenti strazianti della donna e che hanno cercato di salvarla con secchi d’acqua e panni.
La violenza, inaudita, è scoppiata intorno alle 13 di oggi (2 agosto) in un piazzale sul retro dei magazzini dell’ex ospedale Campo di Marte, lungo via delle Cornacchie, a due passi dall’obitorio comunale.
La polizia non sembra avere dubbi sul movente, di chiara natura passionale. Pasquale si era invaghito della donna, ma di fronte ad un rifiuto ha perso la testa. Lui, sposato e padre di due figli, quando stamani l’ha vista ai magazzini dell’ex ospedale ha perso le staffe. Non è chiaro ancora se i due avessero o meno un appuntamento. Fatto sta che quando Pasquale l’ha vista scendere dalla sua Fiat 500 non ci ha visto più. In un istante l’ha colta di sorpresa alle spalle, rovesciandole forse una tanica intera di benzina addosso e poi dandole fuoco. La donna ha iniziato a gridare disperata, in modo che gli amici ed ex colleghi di lavoro la sentissero.
L’ARTICOLO – Si era sfogata con le amiche: “Pasquale mi tormenta”
I colleghi: “Era una torcia umana”. “E’ stato terribile, era ridotta ad una torcia umana”. Sono le strazianti parole pronunciate dai colleghi accorsi sul piazzale dove si è consumata la follia. Sono accorsi allarmati dalle grida della donna. Non potevano nemmeno immaginare di trovarsi di fronte quella scena. Qualcuno di loro ha riempito secchi d’acqua e li ha gettati sulla donna per spegnere le fiamme che la avvolgevano. Una scena terrificante di cui sono rimaste tracce anche sull’asfalto, con la cenere dei vestiti bruciati. “E’ stato impressionante – racconta Riccardo Giorgi, addetto alla sicurezza tra i primi a soccorrere la donna -: sono scene difficili da raccontare, si vedono soltanto nei film: era completamente avvolta dal fuoco, abbiamo cercato di spegnerla con secchi e panni. E’ stato terribile”.
“E’ stato Pasquale”. L’arrivo dei soccorritori è stato ugualmente drammatico. I vigili del fuoco hanno spento le fiamme che stavano divorando i vestiti della donna, mentre il personale del 118 ha sedato la donna, rimasta cosciente ma in gravissime condizioni. In quegli attimi ha fatto il nome di un uomo: Pasquale, è stato Pasquale – hanno sentito dire i soccorritori. Ma a quel punto c’era da salvarle la vita: con una barella l’hanno condotta nel campo vicino, dove è atterrato l’elisoccorso Pegaso che ha portato la donna all’ospedale Cisanello con il codice rosso. E’ stata ricoverata al centro grandi ustionati e le sue condizioni sono ritenute molto critiche dai medici che si sono riservati la prognosi. Ad attendere fuori dal reparto l’ex marito arrivato da Firenze ed alcune colleghe: le prossime ore saranno decisive per la donna.
“Avvertite la mia famiglia”. L’ultimo pensiero di Vania Vannucchi, prima che la sistemassero sull’elisoccorso, è andato alla sua famiglia: “Vi prego, avvisate subito i miei familiari”. La donna, separata, ha tre figli e l’ex marito, carabiniere, lavora a Firenze.
Le indagini. Gli investigatori della squadra mobile diretti dal commissario Silvia Cascino hanno portato poco dopo in questura il sospettato. Era a casa, e si era cambiato d’abito. E’ lui, stando all’accusa, l’uomo che ha dato alle fiamme Vania. Interrogato, ha negato almeno inizialmente ogni addebito (Leggi), ma intanto gli agenti della polizia scientifica hanno raccolto elementi sulla scena del crimine. In particolare è stato esaminato il video di una telecamera di sorveglia che ha ripreso tutto. Le immagini non sono molto chiare ma si vedono le sagome di due persone che litigano e poi le fiamme quando la donna, forse per andarsene, sale sull’auto, subito dopo che si è avvicinato l’uomo. Poco da aggiungere sul movente che ha portato ad una violenza contro una donna indifesa, purtroppo da manuale.
Choc tra gli ex colleghi. I volti stravolti, la mente incredula e il cuore provato. Gli ex colleghi di Vania sono distrutti, soprattutto quelli che l’hanno vista per primi venire avvolta dalle fiamme e hanno cercato di strapparla al fuoco. Sono corsi fuori dagli edifici dove stavano lavorando, l’hanno prima sentita, poi hanno visto. “Una scena terrificante”. Qualcuno, però, ha avuto la prontezza di afferrare dei secchi, riempiti subito d’acqua, e dei panni umidi. Li hanno rovesciati addosso alla donna, che ancora stava gridando e lottando. Altri hanno dato l’allarme e messo in moto la macchina dei soccorsi. Poco dopo arriva anche Luigi Rossi, responsabile della zona distretto di Lucca dell’Asl, per sincerarsi di quanto accaduto. E’ per tutti difficile adesso farsi una ragione per quello che è successo. E una intera famiglia è con il fiato sospeso.
Anche la Lucchese sotto choc. Nessuno commenta ancora ufficialmente, e anzi c’è il massimo rispetto per il dolore e l’apprensione della famiglia di Vania, in particolare del papà Alvaro, massaggiatore della Lucchese. Ma la notizia dell’aggressione alla dipendente della Coop Service ha sbigottito tutti quanti, lasciando la società e i calciatori senza parole. “L’As Lucchese Libertas – è a nota ufficiae della società – profondamente scossa dalla vile aggressione subita questa mattina dalla figlia del suo operatore sanitario Alvaro Vannucchi, esprime vicinanza a lui e alla sua famiglia in questo momento di grande dolore e difficoltà. Società, staff medico e tecnico, calciatori, dipendenti e collaboratori, sconvolti da quanto accaduto, si stringono attorno ad Alvaro esprimendogli solidarietà e affetto, sforzandosi di far sì che la rabbia e la costernazione per un tale atto di violenza non offuschino la lucidità necessaria per aiutarlo ad affrontare la situazione”.
Ha collaborato Paolo Lazzari
FOTO – I vigili del fuoco e la polizia sul posto (di Domenico Bertuccelli)
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