
Una rosa per Vania. Il presidente della Regione Enrico Rossi ha voluto rendere omaggio stamani (5 agosto), all’obitorio dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, alla salma di Vania Vannucchi, la 46enne arsa viva e morta per mano dell’ex.
Dopo aver sostato in silenzio davanti al corpo di Vania, il presidente si è intrattenuto brevemente con gli operatori e i responsabili dell’anatomia patologica dell’ospedale. Poi si è soffermato davanti a un lettino anatomico, depositando, come estremo saluto, una rosa rossa.
“Ciò che è accaduto è sconvolgente – ha commentato poi in Regione il presidente della Toscana Enrico Rossi – Di fronte a certi gesti parlare di follia può sembrare quasi una giustificazione e dunque suonare come una parola quasi fuori luogo. Quello che è avvenuto è invece un delitto gravissimo. E’ la reazione infame, vile e malvagia da parte di uomini infami, vili e malvagi che così rispondono all’affermazione di libertà della donna”. Tre aggettivi che ripete più volte durante la conferenza stampa. “Per questo – aggiunge – è giusto che chi commette simili gesti sia punito, con pene anche più severe di oggi, condannato e messo all’indice”. “A differenza di questi uomini la Toscana – conclude – vuole invece fare di più per la libertà più intima delle donne. La libertà della donne è stato un movimento che ha attraversato il Novecento e gli uomini, tutti, dovrebbe sostenerlo, accettando la sfida del cambiamento”.
Serve una sensibilizzazione. Nel corso della conferenza stampa la vice presidente Barni ha annunciato come il prossimo ottobre, mese tradizionalmente rivolto dalla Regione alle iniziative nelle biblioteche, sarà dedicato al dibattito sul tema della violenza. “L’avevamo programmato già prima del grave fatto degli ultimi giorni – spiega – Dobbiamo schierarci: il silenzio aiuta sempre e solo i carnefici”.
Occorre garantire alle donne che con coraggio arrivano a denunciare chi le maltratta un luogo sicuro dove stare e dove incontrare i figli: un rifugio anonimo, senza indirizzo, per i cinque o sei anni necessari mediamente a celebrare un processo. Ma è necessario anche rieducare chi ha commesso una violenza. L’assessore Saccardi accenna al riguardo ad un progetto portato avanti, con risorse anche regionali, dall’Asl centro con un team di psicologi “per recuperare i maltrattanti, che non sempre dal carcere escono rieducati”.