
Potrebbe essere stato il gas sprigionato da un forno per cucinare ad aver ucciso l’informatico Fabio Maccheroni, 43 anni, di Seravezza trovato morto ieri (16 agosto) in una camera del B&B Orchidea di Trapani dove si trovava in vacanza in compagnia dell’amico Alessio Menicucci, 36 anni, di Cascina, agente della Procter & Gamble, finito in coma (Leggi). Le analisi del sangue su Alessio hanno rilevato tracce di monossido di carbonio, facendo ora propendere gli inquirenti per la pista dell’intossicazione.
In un primo momento nulla era stato escluso, compresa la possibilità che il 43enne di Seravezza fosse stato ucciso da qualche sostanza pericolosa o da droga tagliata male. Gli esami effettuati sul sopravvissuto non hanno infatti rilevato alcuna traccia dell’assunzione di stupefacenti.
Nella notte i vigili del fuoco hanno avviato una serie di accertamenti all’interno della struttura ricettiva. In queste ore va infatti prendendo corpo l’ipotesi che a provocare la tragedia sia stato un avvelenamento probabilmente provocato dal cattivo funzionamento di una caldaia. A questo punto sarà decisiva l’autopsia sul cadavere disposta dalla procura che intanto ha aperto un’inchiesta iscrivendo 4 persone nel registro degli indagati. L’accusa è di omicidio colposo. Gli indagati sono Benedetta Serafico, 52 anni, titolare della struttura ricettiva, i genitori, Antonino Serafico di 92 anni e Tuzza Augugliaro di 76 proprietari dell’intero immobile, nonché Bartolomeo Altese, gestore del forno.
Secondo gli investigatori – le indagini sono condotte dai carabinieri ed i rilievi tecnici sono stati eseguiti dal vigili del fuoco – nella camera, al terzo piano del B&B, dove dormivano i due turisti toscani, si sarebbero infiltrati dei gas sprigionatisi dalla combustione del forno, probabilmente per un cattivo funzionamento dell’impianto.