Muore a soli 34 anni dopo un aneurisma

2 settembre 2016 | 18:07
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Muore a soli 34 anni dopo un aneurisma
Muore a soli 34 anni dopo un aneurisma
Muore a soli 34 anni dopo un aneurisma

E’ rimasto per più di un mese aggrappato ad un filo sottile. Senza mollare quella invisibile trama che lo teneva ancora avviluppato alla vita. Quella vita che era riuscito a riconquistarsi con una forza e uno spirito di fiducia nel futuro senza eguali. Non si era arreso ed era andato avanti, riuscendo a sconfiggere un male che lo aveva già una volta portato in fin di vita, circa 11 anni fa. Un male che invece oggi, senza alcuna pietà, lo ha strappato all’affetto dei suoi cari. Ma Saverio Romagnoli, con la forza dei suoi 34 anni e la sua cocciuta tenacia, stava per farcela ancora una volta: l’aneurisma cerebrale che lo aveva ridotto in coma non è riuscito a vincerlo nemmeno quando sembrava impossibile perfino nutrire speranze.

La sua situazione era gravissima, ma Saverio ha reagito: si sarebbe ripreso, forse dopo una lunga convalescenza. Lo hanno ucciso purtroppo alcune complicanze durante la degenza all’ospedale Cisanello, dove era ricoverato. E allora il giovane agente di Fornaci di Barga, che da sei mesi era diventato il responsabile unico del negozio Vodafone del paese, non ce l’ha fatta: già ieri (1 settembre) i medici ne hanno dichiarato la morte clinica, poi nel primo pomeriggio di oggi hanno spiegato ai familiari che non c’erano più speranze. Donerà gli organi, Saverio: l’ultimo gesto d’amore per la vita. E quella sua vita, spezzata così ingiustamente, così duramente, potrà contribuire a salvarne altre.
Ma non ridarà Saverio al papà Sabatino, impiegato alla Kme, e alla mamma Oriana, che lavora in Comune a Barga. Non lo restituirà agli amici più stretti, che lo hanno assistito e seguito come un fratello anche negli ultimi momenti. Uno strazio, vederlo in quel freddo letto d’ospedale per la seconda volta a combattere una guerra da solo, senza che nessuno potesse davvero fare qualcosa di concreto. I medici ci hanno provato, ma domenica scorsa (28 agosto) la situazione è precipitata. Alcune complicanze lo hanno portato ad una fine ineluttabile.
Saverio aveva avuto l’ultima crisi la sera del 30 luglio scorso. Ha accusato un fortissimo maldidesta, poi è caduto a terra, subito soccorso dai familiari. Da quel momento non si è più svegliato: era in coma, ma stava reagendo bene alle cure per ridurre i danni provocati dall’aneurisma. I suoi genitori non l’hanno abbandonato un istante: quel tremendo sabato sera dettero disperati l’allarme. La situazione era compromessa, e Saverio venne trasferito all’ospedale Cisanello, dove era entrato in coma e dove i medici gli riscontrarono la grave emorragia cerebrale. Poi è iniziata la lunga fase di degenza, assistito dai familiari e dagli amici che non hanno mai fatto sentire la loro assenza. Un mese difficile, quello di agosto, trascorso tra effimere speranze e drammatiche disillusioni dovute ad una infezione che sembrava dover compromettere la ripresa. Ma anche questo problema era stato superato, fino a domenica scorsa, quando i medici hanno riscontrato nuove complicanze che lo hanno portato alla morte.
I funerali si svolgeranno domani (3 settembre) in forma privata, per volontà dei genitori. La notizia della drammatica scomparsa di loro figlio si è diffusa comunque rapidamente in tutta la comunità, non soltanto tra gli amici, suscitando sentimenti sinceri di dolore, ma anche di rabbia per una morte così prematura.
Saverio era amato da tutti: aveva studiato a Lucca, poi aveva iniziato a lavorare come agente per una compagnia telefonica. Soltanto sei mesi fa aveva realizzato il suo sogno ed era diventato responsabile unico del negozio. Era tornato a vivere, convinto di essersi per sempre lasciato alle spalle l’incubo di un angioma che undici anni fa lo aveva ridotto in fin di vita: ma Savero, con una straordinaria forza e con una inarrestabile voglia di vita, aveva superato anche quello. Ora il suo sorriso è stato spento per sempre, lasciando tutti increduli e disperati.

Roberto Salotti