
Era finito alla sbarra con accuse pesanti per un insegnante: molestie e violenza sessuale nei confronti di un suo stesso studente, che all’epoca dei fatti, non aveva ancora 16 anni. Il professore lucchese di un noto istituto superiore cittadino adesso, dopo una condanna a un anno e sei mesi passata in giudicato nel febbraio del 2013, dovrà risarcire anche lo stato per la vicenda giudiziaria che lo ha travolto. Perché secondo i giudici della Corte dei Conti, con il suo comportamento “penalmente rilevante” avrebbe provocato un danno erariale. A chiederne il giudizio era stata la procura contabile, una volta ricevuta la segnalazione dall’ufficio scolastico provincia di Lucca, che nel frattempo aveva sospeso per sei mesi il docente, che oggi ha 65 anni, disponendo anche “la successiva utilizzazione in compiti diversi dall’insegnamento”.
Un provvedimento fermo, eseguito dalla direzione della scuola, sotto choc per la vicenda giudiziaria che ben presto divenne di dominio pubblico. L’insegnante, accusato da uno studente, fu sospeso dal servizio dal 1 gennaio 2014 fino al giugno di quell’anno: la scuola fu così costretta a fare due nuovi contratti a tempo determinato per coprire la cattedra rimasta vacante a seguito di quello stesso provvedimento. Del resto, era inevitabile per l’istituto. Anche se l’insegnante, fin dall’inizio, si era dichiarato innocente. Aveva parlato di un clamoroso equivoco e di attenzioni innocenti scambiate per molestie.
Non fu dello stesso pensiero il pm della procura di Lucca che ne chiese il rinvio a giudizio, contestandogli anche alcune aggravanti dovute al suo stesso ruolo di docente e persona a cui il minore era stato affidato in qualità di insegnante. L’iter, dopo complesse indagini e un incidente probatorio in cui furono ascoltati anche alcuni compagni di classe della vittima, giunse a conclusione con la condanna su patteggiamento, divenuta irrevocabile nel febbraio 2013. I guai per il docente, tuttavia, non erano ancora finiti. Perché adesso, con la sentenza della Corte dei Conti, dovrà anche pagare all’Erario 1.351,24 euro, perché accusato di aver arrecato anche un danno economico allo Stato, con il suo comportamento. La cifra stabilita dai giudici è frutto della differenza tra quanto avrebbe percepito il docente se non fosse stato sospeso e il costo sostenuto dal Miur per sostituirlo durante i sei mesi della sospensione (la procura aveva chiesto una condanna a più di 9mila euro). Per i giudici invece non è configurabile, come ravvisato invece dall’accusa, il danno d’immagine: per questo il prof condannato per violenza sessuale su minore non dovrà pagare niente, anche se i pm avevano proposto di comminare all’insegnante un risarcimento pari a 8mila euro.