
E’ polemica a Viareggio sulle dichiarazioni del ministro Graziano Del Rio ieri sera alla trasmissione tv Otto e mezzo sulla strage di Viareggio e in particolare sulla richiesta di condanna a 16 anni per l’ex ad delle Ferrovie Moretti: “troppi”, la considerazione del membro del governo finita nel mirino. E a Viareggio è subito bufera.
Infuriati i familiari delle vittime. “Con quale fine – dicono – e con quale motivazione lei ha espresso tali esternazioni? Vogliamo pensare che l’ignoranza vinca sulla malafede, ma in entrambi i casi lei rappresenta lo Stato Italiano e ci fa vergognare di avere un ministro di così basso profilo, ci fa vergognare di essere rappresentati da persone così poco sensibili e meschine”.
“Speriamo – aggiungono – di non risentirla più sproloquiare, su un procedimento come quello che si sta dibattendo a Lucca proprio sulle inefficienze della sicurezza delle Ferrovie dello Stato, ma soprattutto sulla serietà del lavoro svolto dalla procura di Lucca e sulla serietà del collegio giudicante”, aggiunge Marco Piagentini, presidente dell’associazione Il Mondo che Vorrei. I familiari, nella loro nota, ricordano che nei vari incontri con le massime cariche dello stato, primo fra tutti con il Presidente della Repubblica, è sempre stato sottolineato “con forza che le cariche dello Stato sono impossibilitate ad esprimersi durante un procedimento penale in corso”.
E proprio nel rispetto delle istituzioni, “noi familiari – proseguono -, in aula da oltre 105 udienze, siamo sempre stati presenti ad ascoltare con la massima dignità e il massimo rispetto, abbiamo trattenuto un dolore immenso, non ci siamo mai permessi di strillare, né abbiamo dato giudizio sull’operato del collegio, nemmeno nella fase dell’incidente probatorio, quando uno dei due periti del gip risultò essere sul libro paga di una delle parti imputate (Rfi), come risulta dagli atti e nell’occasione nessuno mosse una foglia”.
“Apprendiamo con sorpresa che da ieri, i ministri della Repubblica possono interferire nel procedimento in corso – aggiungono ironicamente i familiari delle vittime -, dando una propria opinione e mettendo chiaramente pressione ad un collegio che, tutto avrebbe bisogno, salvo che le sue parole di persona ignorante i fatti”. Non usa mezzi termini Gloria Puccetti, presidente del coordinamento nazionale ‘Noi non dimentichiamo’ in rappresentanza dei familiari delle vittime delle più grandi stragi italiane, rivolgendosi direttamente al ministro. “Lei è ministro dei trasporti, e a Viareggio si sta svolgendo un processo per una strage ferroviaria dove hanno perso la vita 32 persone, un processo lungo, doloroso, che lei non conosce, al quale non è mai stato presente. Quindi si astenga dal commentare la richiesta di pene da parte dei pm e, dato che ci rappresenta nelle istituzioni, si batta, dia l’esempio, e metta in campo azioni sincere e dignitose su cosa fare per migliorare la sicurezza nelle ferrovie e si rallegri se chi non ha vigilato e lo doveva fare, verrà punito”. “Quella che chiamiamo giustizia è una macchina ingolfata e piena di contraddizioni – continua Puccetti -. Pensi, caro ministro, che sul processo della strage di Viareggio, incombe la prescrizione che cancella in un attimo reati fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Utilizzi il potere che le deriva dal suo ruolo, non per esprimere commenti inopportuni ma perché questo non avvenga”.
“Non mi capacito – osserva il presidente della Provincia, Luca Menesini – di come il ministro Delrio abbia potuto commentare nel merito le richieste dei pm (la richiesta di 16 anni di condanna) per l’ex ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. Ho una stima personale per Delrio, lo ritengo un ministro competente, preparato, di visione. Le sue parole, però, feriscono i familiari delle vittime, i cittadini di Viareggio, i cittadini di tutta la provincia di Lucca. E in qualità di presidente di Provincia – ma anche di sindaco e di uomo – ne prendo le distanze. Non è il momento di commentare le richieste. E’ il momento di fare chiarezza e di dare giustizia a Viareggio. Ripeto un punto fondamentale: no alla prescrizione”.
Intanto oggi è proseguito il processo con gli interventi delle parti civili: oggi in aula è stata la volta dei legali dei ferrovieri. Tra questi l’avvocato Filippo Antonini, peraltro figlio di Riccardo Antonini, ferroviere licenziato per essersi messo a fianco dei familiari delle vittime e chiedere con loro sicurezza, giustizia e verità. L’avvocato Antonini ha dichiarato che dopo la richiesta della condanna da parte degli imputati, “la politica li ha assolti”. Al termine del suo intervento Antonini è stato applaudito dai familiari delle 32 vittime del disastro ferroviario.
Un altro avvocato di parte civile, Gabriele Dalle Luche, ha dato il suo sostegno alla richiesta di 16 anni di reclusione per l’ex amministratore di Fs, Mauro Moretti. “Bene ha fatto il pm a richiedere 16 anni per Moretti – dice il legale – Poi ci sono ministri di uno Stato, che non si è messo a fianco dei familiari delle vittime, che ha dichiarato eccessiva la richiesta di pena nei confronti di Moretti”.
In aula sono state ripercorse le storie di alcune delle vittime innocenti di questa tragedia che adesso sta finendo sotto i riflettori dei media a livello anche nazionale, visto che il processo è entrato nella fase finale e di cui è prevista la sentenza verso la fine di novembre.
In primo piano sono rimaste le affermazioni del ministro Delrio. “Mi stupisce – ha detto il consigliere regionale del Pd, Stefano Baccelli – che un ministro competente e una persona intelligente come Graziano Delrio si sia espresso in questi termini sulle richieste della procura di Lucca in merito all’ex ad di Fs Moretti. Immagino che non abbia potuto seguire la vicenda processuale in tutti i suoi momenti per farsi un’opinione completa a proposito; in ogni caso ritengo assolutamente improprio che un ministro della Repubblica intervenga su un procedimento penale ancora in corso, in una fase delicata come quella della requisitoria. Da parte mia penso che la cosa più importante in questo momento sia auspicare che si arrivi a una giusta e equa attribuzione delle responsabilità e comminazione delle pene. Sono stato a fianco da presidente della Provincia ai familiari delle vittime, nei sette anni a seguire e credo necessario, fondamentale continuare a esserlo, sostenendo la loro sacrosanta battaglia per la verità. Pur avendo seguito con attenzione la fase delle indagini, dell’incidente probatorio e quella successiva delle lunghe udienze ho però evitato, una volta arrivati alle richieste di condanna, di esprimere un’opinione pubblica, nonostante la abbia ben chiara in merito, per il profondo rispetto che ritengo si debba avere nei confronti della magistratura giudicante. E così, per questa ragione e in questa fase, mi sono limitato a esprimere il mio ringraziamento e la mia stima per il lavoro straordinario messo in campo dalla Procura di Lucca in un procedimento così lungo e complesso; stima e ringraziamento che rinnovo, oltre che a attendere che la vicenda faccia il suo corso e riporre fiducia perché finalmente sia fatta giustizia”.
“Ci sono argomenti su cui la politica non ha diritto di intervenire o meglio interferire a priori – commenta il coordinatore comunale di Forza Italia, Alessandro Santini -. Ma ingerenze come quella del ministro Delrio sul processo per la strage di Viareggio sono ancora più inammissibili e di certo non giustificabili”.
“Perché lui – aggiunge Santini – è un servitore della Repubblica e di tutti i cittadini dello Stato Italiano. Perché il Governo ha rinunciato ad avere voce in capitolo quando ha scelto di non costituirsi nel processo. E ora, dopo 7 anni di inimmaginabili sofferenze da parte dei superstiti e delle famiglie di quei 32 morti, né il Governo né i suoi ministri devono permettersi, nell’esercizio delle loro pubbliche funzioni, di giudicare il lavoro dei Pm. Mi rivolgo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: sia Lei il supremo garante dell’indipendenza e della serenità di questa decisiva fase processuale. La preservi da ogni condizionamento e ammonisca duramente chi, come Delrio, non solo abusa del suo essere ministro ma va anche contro il senso più alto della sua posizione istituzionale. Lo faccia, presidente: per rispetto di chi deve giudicare, di chi deve essere giudicato e di chi, da 7 anni, convive con il ricordo di un giorno tremendo che ha cambiato per sempre la sua vita”.
Secondo Massimiliano Baldini del Movimento Cittadini le parole di Delrio “sono intollerabili non solo perché mancano di ogni minimo rispetto nei confronti delle famiglie delle vittime e della città intera ma – osserva -, ancor prima, perché entrano a gamba tesa in un ambito dove il potere esecutivo dovrebbe portare il massimo rispetto verso la libertà ed indipendenza di quello giudiziario. Purtroppo, però, di recente, in Toscana ed a Viareggio, non è la prima volta che mi capita di vedere amministratori pubblici di massimo rilievo non riuscire a distinguere il loro ruolo istituzionale dalla propria fede politica di parte, ponendo in essere dichiarazioni o azioni decisamente erronee e tali da svilire la stessa carica che ricoprono”.
Usa toni meno accesi il Pd che non fa riferimento alle esternazioni del ministro. “La richiesta di condanna a 16 anni per l’ ex amministratore delegato di Fs Mauro Moretti per la strage di Viareggio – spiegano i segretari Giuseppe Dati e Filippo Guidi – è pesante, ma molto più pesante è di certo il numero delle vittime e il dolore delle famiglie e dei sopravvissuti”.
“Non è nostro compito né nostra intenzione – dicono i segretari – entrare nel merito delle richieste dei Pm di Lucca e degli esiti del dibattimento, ma crediamo sia necessario ancora una volta ribadire che le famiglie che quella terribile notte hanno perso i loro cari hanno il diritto di avere una risposta da parte dello Stato e della giustizia. Come tutti sappiamo, la prescrizione incombe sulla strage di Viareggio: due dei capi di imputazione, infatti, si estingueranno nel febbraio del 2017. Da sempre siamo schierati al fianco dei familiari per scongiurare questo rischio e ci uniamo alle loro voci per chiedere una legge che impedisca ai termini della prescrizione di compromettere lo svolgimento di questo processo, in cui sono ancora da appurare e da chiarire responsabilità per fatti di enorme gravità. E’ impensabile che lo scorrere del tempo possa esonerare coloro che risultino colpevoli di tali comportamenti negligenti dal pagare il loro debito con la società e con la giustizia. Come Pd Versilia non ci siamo mai tirati indietro, come quando facemmo sentire la nostra voce affinché Mauro Moretti non diventasse ministro, possibilità che noi ritenevamo offensiva nei confronti delle vittime e delle famiglie, esattamente come ci sembra irrispettoso nello stesso giorno in cui la procura di Lucca chiedeva per lui 16 anni di reclusione per la strage ferroviaria di Viareggio, Moretti riceveva un premio per un progetto sulla sicurezza degli spazi aerei civili. La giustizia deve continuare il suo percorso e, nel frattempo, vogliamo che siano garantiti il rispetto e il riguardo necessari per chi ha perso un figlio, un genitore, un amico. Questo chiediamo e questo ci aspettiamo”.