Spaccio e degrado, sospesa l’attività del punto Snai

Un provvedimento pesante, quello che ha colpito il punto scommesse Snai di via Cantore a Lucca. Il questore Alessandro Giuliano ha disposto infatti la sospensione dell’attività di gioco e della raccolta delle scommesse per 15 giorni. Una misura che è stata adottata a seguito dell’arresto di uno spacciatore che aveva venduto la droga ad un 14enne (Leggi). Le manette erano scattate due giorni fa all’interno del centro, dove il pusher si era messo a giocare alle slot dopo la cessione di hashish avvenuta all’esterno. “Un provvedimento sproporzionato”, lo definisce il concessionario che la gestione del punto, Maurizio Ughi. “Nei limiti di legge e delle nostre possibilità – chiarisce – ci siamo organizzati per allontanare quelle persone che con azioni a volte provocatorie hanno disturbato le altre centinaia di clienti tutti rispettabili e con comportamenti educati”.
La decisione del questore, spiegano invece dagli uffici di viale Cavour non è dovuta soltanto all’ultimo episodio, bensì “a numerosi altri interventi” che lo hanno preceduto. Nel corso di questi controlli, infatti, erano state identificate diverse persone note alle forze dell’ordine o con precedenti penali nei pressi del punto Snai: per questo motivo è stato deciso di applicare l’articolo 100 del Tulps che prevede in casi come questo la sospensione temporanea dell’attività.
Nelle ultime settimane, erano giunte alla polizia e alle altre forze dell’ordine diverse segnalazioni in forma anche di esposto da parte di abitanti della zona, che lamentavano situazioni di degrado nella zona di via Cantore ma anche ai Macelli. Le indagini, seguite ai controlli, avevano portato la squadra mobile a scoprire un giro di spaccio al dettaglio con clienti anche minorenni. Due giorni fa era scattato il blitz con l’arresto di un 28enne.
Ughi però difende la sua attività e annuncia le sue contromosse.
“Da 47 anni – spiega – sono concessionario dello stato italiano per la vendita di giochi e scommesse. I giochi sono di proprietà dello Stato e il concessionario ha il compito di raccogliere per Suo conto le relative giocate. Il locale è per convenzione aperto al pubblico che ne ha libero accesso. L’unico divieto riguarda l’ingresso ai minori di 18 anni di età. Da sempre il nostro impegno si è orientato nel servire e tutelare i nostri clienti. Nei limiti di legge e delle nostre possibilità ci siamo organizzati per allontanare quelle persone che con azioni a volte provocatorie hanno disturbato le altre centinaia di clienti tutti rispettabili e con comportamenti educati”.
La sospensione dell’attività, sostiene Ughi, arreca danno al punto: “Questa ordinanza – spiega – lede immotivatamente la mia professione, la mia impresa e la mia persona. Oltre al grave danno economico ciò che sarò costretto a denunciare nelle sedi competenti è anche la mancata preventiva comunicazione di quanto il questore Alessandro Giuliano stava per disporre a mia insaputa. Siamo tutti e due servitori dello Stato, in ambiti diversi e con ruoli diversi, ma uno scambio di vedute e relative considerazioni delle diverse esperienze avrebbe sicuramente portato a risolvere con maggior determinazione quei problemi di pubblica sicurezza che tanto stanno a cuore alla cittadinanza e ovviamente anche alla mia persona. Devo ulteriormente precisare che nel mio incarico di concessionario di Stato non ho alcuna possibilità di richiedere ai clienti e frequentatori del negozio di gioco la loro fedina penale. Mi sono attivato da sempre nel comunicare e chiedere aiuto nelle sedi competenti per una più assidua sorveglianza che non si limitasse ai soli casi critici. I funzionari e ispettori della questura e dei carabinieri me ne sono testimoni. Come cittadino sono anche consapevole che le risorse umane a loro disposizione non sono sufficienti. Ne prendo continuamente atto, ma non ne sono certo responsabile. I nostri clienti sono uomini e donne, impiegati, liberi professionisti, imprenditori, etc., che considerano giustamente il negozio di via Cantore un divertimentificio dello Stato Italiano. Sono convinto che questo decreto del Questore non riuscirà a ottenere l’effetto sperato. Le soluzioni dovranno essere sicuramente altre e che non riguardano e coinvolgono il negozio di gioco di via Cantore”.
Roberto Salotti