
Un raptus inspiegabile, una reazione abnorme in un momento di rabbia, i cui motivi convincono ancora poco i carabinieri che ieri hanno arrestato Fabrizio Cristofani, 64 anni, pensionato, con l’accusa di lesioni personale aggravate, nei confronti del vicino di casa Luigi Da Prato, sessantenne operaio, anche lui di Fornaci di Barga come l’aggressore che gli ha affondato nell’addome un coltello da sub, dopo un litigio per un’auto, in via della Chiesa (Leggi). Cristofani, dal tardo pomeriggio di ieri, si trova agli arresti domiciliari, mentre la vittima, condotta all’ospedale di Castelnuovo è stato operato dai medici: è fuori pericoli ma ha una prognosi di almeno 30 giorni, salvo complicazioni.
In poche ore dall’accoltellamento davanti a casa, i carabinieri di Barga e quelli del Norm della compagnia di Castelnuovo, condotti dal capitano Paolo Volonté, sono riusciti a cristallizzare i fatti, anche se su molti fronti restano dubbi. Non invece sulle responsabilità dell’aggressore, che è stato fermato sul posto subito dopo aver pugnalato il rivale, colpevole secondo lui di non voler scendere a compromessi e risarcire il danno subito dalla sua Hyundai parcheggiata di notte vicino al motorino di un parente della vittima che ha preso fuoco per cause ancora da accertare con precisione. Il pensionato, furibondo dopo aver scoperto che l’incendio aveva provocato danni alla carrozzeria dell’auto lasciata in sosta vicino al ciclomotore, si era presentato a casa della vittima poco prima delle 15 di ieri per cercare di trovare un accordo per vedersi riconosciuto un risarcimento. L’operaio 60enne non ne ha voluto sapere e all’improvviso, secondo l’accusa, il pensionato avrebbe estratto da una tasca il coltellino, colpendo il rivale all’addome.
L’allarme è stato dato immediatamente da alcuni familiari e mentre l’ambulanza si occupava di soccorrere il ferito i militari arrivavano sul posto fermando l’aggressore, condotto in caserma e interrogato prima che fosse arrestato e condotto ai domiciliari, dove si trova attualmente.
Le indagini comunque vanno avanti: il movente, pur essendo quello indicato dagli stessi contendenti, non giustifica del tutto una reazione così spropositata. Ma anche l’ipotesi di vecchie ruggini tra vicini al momento non regge.
Inizialmente si era pensato che il rogo del motorino, avvenuto la notte precedente e da cui tutto sarebbe partito, potesse essere doloso. Ma non ci sono elementi per sostenerlo. I carabinieri hanno chiesto riscontri in merito ai vigili del fuoco, secondo cui non ci sono prove concrete che possano far pensare ad un incendio appiccato da qualcuno.
Nel frattempo, si attende che il quadro clinico della vittima sia più preciso. Se la situazione dovesse aggravarsi, potrebbero cambiare le accuse finora mosse da carabinieri e procura a Cristofani.