
Sono circa 400 i migranti, ad oggi, ospiti sul territorio del solo Comune di Lucca. Una emergenza ben al di sopra del modello dell’accoglienza diffusa, una cifra sicuramente superiore a quella di 2,5 per mille abitanti che il ministero dell’Interno fisserà nei prossimi giorni con una circolare agli enti locali. Lo fa notare l’assessore Antonio Sichi invitando a scelte dettate dal buon senso e ad una attenzione particolare al caso Lucca. Che non vuole certo essere un’altra Gorino, ma proseguire dandosi da fare per l’accoglienza secondo il modello Toscana, ma rendendo più gestibili alcune situazioni arrivate al livello di guardia.
“Dall’inizio dell’emergenza Lucca – ricorda Sichi – ha impostato una politica di accoglienza dei profughi che ha permesso al nostro comune di fare la propria parte insieme agli altri 2.600 comuni italiani che ad oggi accolgono persone che fuggono da situazioni di guerra e disperazione e che affrontano un viaggio rischiosissimo per mare: solo un dato, dall’inizio dell’anno una persona ogni 88 ha perso la vita nella traversata del Mediterraneo”.
“Il sistema dell’accoglienza diffusa – aggiunge -, unita alla forte coscienza solidale che caratterizza la nostra terra e i suoi cittadini, ci hanno consentito di dare risposte fin qui molto importanti, anche in termini numerici, senza che si siano verificati episodi in nessuna maniera anche solo paragonabili a quelli accaduti nei giorni scorsi in provincia di Ferrara.
Tuttavia, se è vero che il sistema dell’accoglienza deve necessariamente confrontarsi con i delicati equilibri espressi dal territorio che accoglie e se è vero che ogni nuovo arrivo genera sul territorio complessità, è indispensabile che quei comuni che fin qui si sono adoperati per fornire risposte e soluzioni che stessero dentro questi equilibri, abbiano non solo riconosciuto questo sforzo dallo Stato, ma siano anche trattati, ora più che mai, con tutte le cautele del caso. Mi spiego meglio. Lucca ad oggi ospita circa 400 profughi che attendono mediamente 18 mesi per avere una risposta -positiva o negativa- alla loro richiesta di asilo. Il Ministero degli Interni nei prossimi giorni emanerà una circolare che fisserà a 2,5 persone per ogni 1.000 abitanti la quota dell’accoglienza per ogni comune italiano: in base a questa quota Lucca dovrebbe ospitare circa 230 persone. Mi rendo conto che si tratta di numeri freddi, dietro i quali, vorrei ribadirlo, ci sono storie di persone che vanno rispettate. Questi numeri tuttavia, per Lucca raccontano la storia di un’accoglienza portata avanti con spirito solidale e impegno, ma evidenziano al contempo con forza che Lucca allo stato attuale deve essere oggetto di attenzione e di alleggerimento della pressione”.
“Da mesi – prosegue Sichi -andiamo dicendo che la tensostruttura alle Tagliate, gestita in maniera umana e professionale dalla Croce Rossa Italiana, deve essere alleggerita, riportando gli ospiti presenti a numeri gestibili. La cosiddetta emergenza-profughi infatti non è più un’emergenza, come ormai sottolineato da più parti e non ultimo dall’Anci. Nei prossimi anni il fenomeno migratorio continuerà e dunque, se da una parte l’Europa e l’Italia sono chiamate a produrre uno sforzo per uscire dall’ottica dell’emergenza ed entrare in una visione e gestione del fenomeno a più lungo termine, dall’altra noi amministratori locali dobbiamo garantire e difendere quel delicato equilibrio del nostro territorio senza il quale non si potrà più dare accoglienza. Perché non ci siano altre Goro e Gorino non possiamo infatti limitarci ad appellarci al senso di umanità dei cittadini. Come amministratori abbiamo il compito di tutelare gli equilibri del nostro territorio e per questo pretendiamo due semplici cose: che tutti i comuni diano risposte in termini di accoglienza; che si avvii un alleggerimento di quei comuni che hanno dato fin qui il proprio contributo. Lucca è uno di questi comuni”.