Snai, Gullà: “Rsa Filcams, c’era chi remava contro”

22 novembre 2016 | 16:19
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Snai, Gullà: “Rsa Filcams, c’era chi remava contro”

Snai, c’è una vertenza dentro la vertenza. Ed è quella che riguarda i lavoratori del call center e in particolare la Rsa Filcams Cgil i cui rappresentanti sono stati revocati dalla segreteria provinciale perché, spiega Valentina Gullà, segretaria generale della Filcams Cgil di Lucca, hanno firmato un accordo sull’orario di lavoro e il contratto integrativo all’insaputa dei vertici Filcams.

“La revoca dell’incarico alle Rsa Filcams Cgil della Snai Spa non è in alcun modo legata alle vicende interne alla categoria – spiega Gullà -. La decisione di revocare le Rsa è dovuta a precisi motivi che riguardano la vertenza Snai. Questo l’antefatto: fin dall’inizio della vertenza contro gli esuberi dichiarati dall’azienda le lavoratrici ed i lavoratori della sede e del call center di Porcari hanno lottato fianco a fianco contro l’esubero di personale dichiarato dall’azienda. Da quanto mi risulta recentemente l’azienda ha proposto una revisione degli orari del call center, cosa che ha determinato forte preoccupazione tra i lavoratori già soggetti a turni massacranti. I lavoratori del call center, che fino a due anni fa erano dipendenti di un’altra società (Festa srl) ma che sono stati poi assorbiti a tutti gli effetti in Snai Spa, hanno avviato una trattativa con l’azienda per ridefinire i propri orari di lavoro, il premio di produzione e con l’occasione chiedere la proroga del contratto integrativo aziendale che si portavano dietro da quando erano dipendenti di Festa srl. La discussione avrebbe senso se si trattasse ancora di due aziende distinte, ma soprattutto se non si fosse nel bel mezzo di una vertenza di dimensioni nazionali il cui oggetto, e a mio avviso la priorità, sono 64 posti di lavoro”.
“Sono subentrata a Massimiliano Bindocci – prosegue Gullà -nel seguire questa azienda da un paio di mesi circa e fin dal primo momento ho capito che qualcosa non stava funzionando perché andare a discutere con l’azienda condizioni specifiche per un reparto (il solo call center, appunto) mentre si stanno programmando momenti di mobilitazione è a dir poco una contraddizione. La divergenza negli obiettivi ha causato distanze e malumori tra i lavoratori, come era scontato che avvenisse. Ho fatto quindi diversi tentativi per comprendere le ragioni dei lavoratori del call center e per provare a conciliarle con la vertenza in atto, ma mi è stata negata la possibilità di fare un approfondimento sia con i soli delegati che con tutti i lavoratori di quel reparto. L’iniziativa aziendale, chiaramente volta ad indebolire il fronte dei lavoratori, ha purtroppo trovato terreno fertile. Infatti con vari pretesti i lavoratori del call center sono stati indirizzati a non partecipare ai momenti di lotta decisi dall’assemblea, che è sovrana e democraticamente decide quale strada seguire tutti insieme. Nonostante i tentativi di ricucire e recuperare questa situazione inedita e grave, niente è valso a dissuadere i tre delegati dal firmare in fretta e furia nella giornata di venerdì scorso – a mia insaputa -un accordo con l’azienda che va a regolamentare gli orari e il premio di produzione del solo reparto del call center e a prorogare un integrativo che aveva una legittimità fino a due anni fa ma che oggi a seguito della fusione che ha ulteriormente modificato la morfologia dell’azienda, andrà sostituito da un unico contratto integrativo aziendale. Così come del resto ci ha confermato Snai stessa all’incontro nazionale di lunedì 21 novembre. Le regole sulla rappresentanza e sulla contrattazione prevedono alcuni passaggi come ad esempio l’intesa con la categoria territoriale per la firma di contratti collettivi aziendali. Ma il problema non sono le regole. Il vero tema è che le Rsa hanno deciso di seguire un percorso diverso da quello stabilito dall’assemblea di tutte le lavoratrici ed i lavoratori Snai di Porcari. E se c’è qualcosa che mai si è visto nella storia della Cgil non è la revoca di Rsa che non adempiono al proprio compito di provare a rappresentare tutti e non solo una parte. Ciò che mai si è visto è disconoscere e quindi minare con la mancata partecipazione uno sciopero indetto dall’assemblea dei lavoratori e da un’altra categoria della Cgil. Andiamo ogni giorno a predicare nei luoghi di lavoro contro l’individualismo a cui la crisi ci spinge inesorabilmente perché il guardare ognuno ai sui problemi contravviene totalmente a quelli che sono i valori di un sindacato che si rispetti e della Cgil in particolare per quella che è la sua storia”.
“I lavoratori e le lavoratrici che oggi hanno fatto assemblea speravano di vedere i propri colleghi del call center, e invece nessuno si è visto – aggiunge Gullà -. Questa è l’ennesima conferma che qualcosa non funziona. Ma io c’ero, e in qualità di segretaria della Filcams Cgil e soprattutto come lavoratrice solidale, ho ribadito che intendo restare al fianco dei lavoratori di Snai. Perché il tema all’ordine del giorno non sono le persone, non esiste né in cielo né in terra un noi e un voi. Il tema oggi e come sempre nella nostra storia è la forza sindacale che tutte le persone insieme possono avere per dimostrare che all’arroganza dell’azienda siamo in grado di rispondere con la forza della ragione e con la nostra determinazione”.