





La “Lucca Antagonista” festeggia in piazza la vittoria del no al referendum, con un presidio a cui hanno partecipato nel pomeriggio di oggi (5 dicembre) varie realtà locali che si sono impegnate perché non passasse la riforma costituzionale proposta dal governo Renzi e che oggi hanno voluto ricapitolare i loro motivi e le ragioni della “difesa della Costituzione”.
In piazza del Giglio, c’erano alcune decine di rappresentanti di vari gruppi e partiti, tra cui il Tafferuglio, Cip San Concordio, Cobas Scuola, Collettivo Autonomo Studenti Lucchesi, Collettivo di Lotta per la Casa, Rifondazione Comunista, Torpedo, Unione Sindacale di Base.
Insieme a loro, molti giovani, anche i consiglieri comunale di Fds, Roberta Bianchi, e Idv, Roberto Lenzi, che hanno voluto dimostrare ancora una volta la loro adesione al movimento del no.
“In questi anni – spiegano i promotori dell’iniziativa – come studenti, lavoratori, disoccupati e precari, anche nella nostra città, ci siamo sempre opposti all’attuazione delle politiche neoliberiste e ai governi che le hanno promosse. Siamo scesi in piazza contro il governo Monti prima e ci siamo poi assunti il compito, che rivendichiamo con orgoglio, di aver reso la nostra città un terreno inospitale per il premier Renzi tutte le volte che è venuto a farvi visita, l’ultima delle quali proprio il giugno scorso. Pensiamo che oggi non possa esistere, per noi, alcuna possibilità di riscatto e di liberazione dal ricatto della disoccupazione, della precarietà e dello sfruttamento, senza la riorganizzazione e la riaggregazione di tutti quei settori sociali che stanno pagando più duramente il costo della crisi. Un’unità che può realizzarsi soltanto a partire da quelli che oggi sono i nostri nemici, nemici che dobbiamo impegnarci a combattere con tutte le nostre forze: il governo Renzi, il Partito Democratico e gli interessi imprenditoriali che essi difendono. E’ con questo spirito – aggiungono – che abbiamo scommesso sul referendum del 4 dicembre come data spartiacque che, al di là dei tecnicismi inerenti la riforma, ha creato una spaccatura nel paese che è tutta politica. Una spaccatura tra chi oggi trae beneficio dalla stabilità del sistema e dunque promuove la governabilità, e chi invece ha bisogno di conquistare spazi e possibilità di rottura e autonomia”.