Allarme cinghiali, Coldiretti chiede interventi urgenti

15 dicembre 2016 | 08:47
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Allarme cinghiali, Coldiretti chiede interventi urgenti

Tre incidenti al mese causati dagli ungulati. Più 20 per cento di incidenti ogni anno. Ma non sempre, purtroppo, automobilisti e motociclisti che hanno incontrato sulla loro strada un cinghiale ne sono usciti vivi. I cinghiali sono diventati sempre di più un pericolo pubblico tanto che per due lucchesi su tre sono percepiti come una minaccia. Dopo la tragedia sfiorata sull’A11 e solo tanta paura per sei automobilisti “travolti” da un branco di cinghiali, ora Coldiretti pretende un tavolo con Prefettura di Lucca, Regione Toscana ed Ambito territoriale di caccia per rimettere al centro della discussione l’emergenza ungulati.

La principale organizzazione agricola che da anni sta portando avanti una battaglia contro il proliferare incontrollato degli ungulati, non solo cinghiali, caprioli, daini e storni, che distruggono i raccolti e mettono a rischio la biodiversità dei boschi, torna nuovamente a sottolineare l’importanza di accelerare sui fronte dei prelevamenti ancora “insufficienti – spiega Maurizio Fantini, direttore Coldiretti Lucca – nonostante l’applicazione di una legge regionale che presenta purtroppo diverse lacune. I cinghiali sono cresciuti in modo esponenziale tanto da rappresentare un elemento di pericolo anche per i cittadini e non solo per gli agricoltori che da anni stanno pagando il prezzo più alto. Chiediamo all’Ambito territoriale di caccia e ai rappresentanti dell’ufficio territoriale della Regione Toscana un ulteriore sforzo per migliorare il piano di prelevamenti. Ora serve un tavolo di confronto”.
Anche se i dati relativi agli abbattimenti dei cinghiali, realizzati con la caccia di selezione ed in attuazione dell’articolo 37 della legge regionale 12 gennaio 1994, parlano di oltre 10mila capi abbattuti in Regione Toscana a metà ottobre, questi ungulati nelle nostre campagne continuano a spadroneggiare. Stime prudenziali parlano ormai di oltre 230 mila cinghiali, 200 mila caprioli, 12 mila daini, 4 mila cervi, 3 mila mufloni. “Spinti dalla fame sono scesi fino nella Piana nascondendosi nelle zone boscate in aree che non conoscono. Il caso dell’attraversamento dell’autostrada è solo uno dei tanti esempi della loro presenza diffusa e pericolosa. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l’attività agricola, ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati da cinghiali, ma anche nutrie, corvi ed altri animali selvatici chiediamo di riportare la presenza degli animali selvatici dalle aree in cui si svolgono le attività di coltivazione e di allevamento ad un numero sopportabile per il nostro sistema territoriale”.