Messa alla prova per Carmignani, un altro rinvio

16 dicembre 2016 | 15:05
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Messa alla prova per Carmignani, un altro rinvio

La decisione dovrebbe ormai arrivare alla prossima udienza, già fissata al 27 gennaio: in quella sede il gup Riccardo Nerucci dovrebbe sciogliere le riserve sulla proposta di messa alla prova avanzata dai difensori del comandante della polizia municipale di Lucca, Stefano Carmignani, accusato di peculato d’uso e falso ideologico per l’utilizzo dell’auto civetta per motivi personale o extra lavoro. Stamani (16 dicembre) all’udienza preliminare al tribunale di Lucca si è dovuto registrare un altro rinvio.

Sono infatti emerse questioni tecniche legate alla procedura, che necessitano di ulteriori verifiche e approfondimenti. Per questo il gup ha richiesto alcune integrazioni ai difensori di Carmignani, gli avvocati Enrico Marzaduri e Francesca Crippa, aggiornando la seduta a fine gennaio. Il problema è di natura esclusivamente procedurale e tecnica ed è legata ad una istanza presentata all’Inail della provincia di Livorno, dove risiede il comandante della polizia municipale.
Se il giudice riterrà di accogliere l’istanza, non si farà alcun processo: il procedimento sarà sospeso e il reato (che quindi sussisterebbe) estinto e il comandante affidato a lavori socialmente utili.
La notizia dell’inchiesta, coordinata inizialmente dall’ex procuratore facente funzioni Fabio Origlio e passata dopo il suo trasferimento al sostituto procuratore Piero Capizzoto, era ‘esplosa’ quando il 1 febbraio scorso gli uomini della pg dei carabinieri si presentarono al comando di piazzale San Donato e all’ufficio personale del Comune di Lucca per acquisire documentazione sugli accessi alla Ztl di auto riconducibili al comandante o sulle missioni dell’auto civetta. In meno di venti giorni erano stati due i “blitz” eseguiti dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura che al comando hanno acquisito documentazione inerente i mezzi in uso al comandante, gli accessi alla Ztl, e perfino i fogli delle presenze al lavoro di Carmignani, acquisiti all’ufficio personale del Comune. Atti volti a confermare eventualmente l’accusa del peculato d’uso: l’ipotesi degli inquirenti, in particolare, è che sia stata utilizzata dal comandante, in modo improprio, l’auto civetta dei vigili urbani che in genere viene impiegata per i servizi in borghese. Quanto invece all’ipotesi di falso ideologico in certificati o autorizzazioni amministrative, al vaglio ci sarebbero alcuni pass per gli ingressi in area Ztl per vetture private in uso al comandante.
Viaggi e ‘missioni’ nel mirino. Sotto la lente degli inquirenti sono finiti in particolare una decina di viaggi del comandante che, dai primi accertamenti, sono sembrati “sospetti”. L’inchiesta della procura aveva mosso i primi passi dalle segnalazioni contenute in una serie di esposti finiti sul tavolo del magistrato e l’obiettivo è trovare o meno riscontro alle denunce molto circostanziate che hanno messo nel mirino la guida dei vigili urbani.
La procura aveva aperto, comunque, altri filoni d’indagine sul comandante. In particolare erano finite nel mirino le assunzioni alla Lucca Holding Servizi, nella delicata fase della trasformazione della società municipalizzata in braccio operativo del Comune per le riscossioni di tributi e sanzioni. Gli investigatori della sezione di pg dei carabinieri il 21 marzo scorso si erano presentati negli uffici della partecipata a Sant’Anna, acquisendo tutte le carte relative alla selezione pubblica indetta tra settembre e ottobre scorsi e nella cui commissione era presente anche il comandante Carmignani per l’assunzione di personale amministrativo addetto alle sanzioni per violazioni al codice della strada e alle relative riscossioni, un servizio che era affidato alla ditta Maggioli, con cui però l’amministrazione ha deciso di rescindere il contratto, così come è stato fatto, per quello che concerne i tributi, con Equitalia. Un altro filone invece sarebbe legato ad alcuni presunti casi di mobbing. Per uno di questi procedimenti la procura ha chiesto una proroga delle indagini per sei mesi, notificandola – senza specificare l’ipotesi di reato – anche al capo di gabinetto del sindaco, Luca Galli che si dice sorpreso: “Sono assolutamente tranquillo – spiega -, perché le questioni relative alla polizia municipale esulano dalle mie competenze e non mi risulta di aver firmato alcun atto relativo ai vigili urbani”.