Maxitruffa a due anziani: arrestata pensionata

14 gennaio 2017 | 11:05
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Maxitruffa a due anziani: arrestata pensionata

All’apparenza una innocua e amorevole pensionata, tanto prodiga da prendersi a cuore il futuro di una coppia di anziani, che ormai frequentava regolarmente. In realtà, per l’accusa, quella donna di 68 anni era una truffatrice priva di scrupoli. Capace di far credere al marito dell’amica che avrebbe finalmente ottenuto un risarcimento danni per aver lavorato a contatto con l’amianto. Una “battaglia” che Alina Bianchi, residente a Coreglia Antelminelli, aveva finto di fare propria, tanto da convincere la coppia di anziani coniugi ad affidarle la pratica. Ma nel giro di tre anni, sono stati spolpati dalla donna che credevano loro carissima amica ma invece li ha derubati di circa 30mila euro, fingendosi perfino avvocato e giudice di pace.

Il raggiro è finito con l’arresto, dopo che i due pensionati, ridotti sul lastrico dalla donna, si sono rivolti ad una stazione dei carabinieri della Valle del Serchio. Così all’ennesimo appuntamento per lo scambio di denaro, si sono presentati anche i militari che hanno arrestato la pensionata: è stata trovata in possesso anche della scheda telefonica con cui chiamava i due coniugi, spacciandosi per il loro avvocato di fiducia. C’era sempre lei, invece, sostiene l’accusa, dall’altro capo del telefono: camuffava la voce e faceva in modo di far sembrare la linea sempre disturbata per non venire riconosciuta.
Il 9 gennaio scorso è scattato però il blitz: il gip ieri (13 gennaio) ha convalidato l’arresto, disponendo il divieto di avvicinamento e di comunicazione con le sue due vittime.
L’indagine coordinata dal capitano Paolo Volonté alla guida della compagnia dei carabinieri di Castelnuovo ha fatto luce su una vicenda molto triste.
La truffatrice, infatti, era riuscita con abilità ad ottenere la fiducia dei due ed era venuta anche a sapere che uno dei due anziani che aveva preso di mira era stato a lungo a contatto per lavoro con strutture e materiali in amianto. Sfruttando i problemi che gli erano derivati, si era fatta avanti proponendosi di far ottenere ai due un ingente risarcimento.
Così marito e moglie le hanno affidato le pratiche, ma subito dopo sono arrivate le richieste di denaro. La truffatrice, non contenta, accampava ogni volta scuse per avere soldi, spiegando che servivano a rimuovere ostacoli burocratici. Anche quando i due coniugi mostravano dubbi, aveva sempre la scusa pronta. E dopo essersi procurata una seconda scheda telefonica, aveva fornito il numero ai due, fingendo di volerli mettere in contatto con l’avvocato che avrebbe seguito direttamente la causa risarcitoria. Ma era sempre lei, per l’accusa, a rispondere al telefono, camuffando la voce, e chiedendo altri soldi. In un’occasione, poi, hanno ricostruito i carabinieri, aveva telefonato ai due coniugi fingendo di essere un giudice di pace e intimando loro di pagare il dovuto al legale per evitare il rischio di pignoramenti.
Ridotti in serie difficoltà economiche dalle continue e pressanti pretese di denaro, con estrema sofferenza ma con il pieno appoggio dei familiari, i due coniugi alla fine hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri e il loro incubo è finito.