





Strage di Viareggio, è il giorno della sentenza. E’ già iniziata al Polo fieristico di Lucca l’attesa per quella che dovrebbe essere l’ultima udienza del processo per la strage di Viareggio del 29 giugno del 2009 che costò la vita a 32 persone. Trentatré gli imputati tra cui l’ex ad di Ferrovie, Mauro Moretti che, come gran parte degli altri non si trova in aula. Presenti, invece tra il pubblico, i familiari delle 32 vittime che, come in tutte le altre udienze (quelle del dibattimento sono 129 numero che sale a 145 con le udienze davanti al gip), hanno lasciato vuote 32 sedie in prima fila dove sono state sistemate le magliette bianche con le foto delle vittime.
Con il presidente del collegio, Gerardo Boragine, si sono ritirati in camera di consiglio i giudici Nadia Genovesi e Valeria Marino: la sentenza è attesa per le 15. A pochi minuti dall’ingresso dei giudici nell’aula del Polo fieristico di Lucca un lungo applauso ha salutato i familiari delle 32 vittime della strage del 29 giugno 2009. In un’aula ormai stracolma hanno preso posto anche i cameraman, che sono stati ammessi per la prima volta al processo
in occasione della lettura della sentenza.
Per assistere alla 145esima udienza, la prima si tenne nel novembre 2013, è arrivato anche il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro: “La città chiede da tanti anni che giustizia venga fatta, e con il massimo rispetto delle istituzioni della magistratura e dei giudici, credo – ha detto prima di entrare – che le famiglie e la stessa città di Viareggio abbiano diritto ad avere risposte”. Il sindaco, dopo aver ricordato anche le troppe polemiche e le troppe discussioni anche sui morti, si è augurato che oggi “possa chiudersi questo capitolo, che venne causato da un”esplosione assurda che secondo me fu causata dalla negligenza di qualcuno”. Infine Del Ghingaro ha sottolineato come Viareggio ha fatto da sempre una testimonianza chiara dell”importanza che nelle stazioni delle città i treni transitino a velocità ridotte: “Dopo la strage a Viareggio transitano a 50 chilometri all’ora”.
Intorno alle 9,45 è arrivato il corteo dei familiari delle vittime della strage di Viareggio al Polo fieristico dove tra poco si aprirà la 145/a udienza del processo per il disastro avvenuto alla stazione della cittadina della Versilia 7 anni fa, costato la vita a 32 persone.
Viareggio 29-6-2009 niente sarà più come prima è lo striscione con le foto di tutte le vittime che ha aperto il corteo silenzioso dei familiari. Con loro anche una rappresentanza dei macchinisti delle Ferrovie, una bandiera del gruppo delle Tartarughe lente, alcuni rappresentanti dei No Tav. Chiudevano il corteo alcuni gonfaloni degli enti pubblici tra cui quello della Regione Toscana.
In aula si sono presentati anche rappresentanti della Regione, il presidente della Provincia, Luca Menesini, e alcuni amministratori dei Comuni, tra cui il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellni. “Non potevamo non essere qui, del resto Regione Toscana e Provincia di Lucca sono gli unici enti che si sono costituiti parte civile, senza accettare i risarcimenti proposti, come fece all’epoca anche il governo nazionale”. Lo ha detto il consigliere regionale toscano del Pd Stefano Baccelli che ha accompagnato il Gonfalone della Regione al processo per la strage di Viareggio dove oggi è attesa la sentenza, “e ringrazio” il governatore toscano Enrico Rossi e il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani “che hanno condiviso questa scelta”, ha aggiunto.
Baccelli, che il 29 giugno 2009 era presidente della Provincia di Lucca, ha voluto ricordare un episodio del processo che lo riguarda direttamente: “Quando venni sentito dai giudici, uno degli avvocati di Mauro Moretti, l’ex ad di Ferrovie, mi contestò in malo modo l’utilizzo della parola strage. Mi riprese ma credo non si possa certo parlare di un insieme di morti, anche se è chiaro che non fu un attentato e infatti per gli imputati l’accusa è omicidio colposo”.
Le foto di Domenico Bertuccelli