Strage Viareggio, arrivano condanne: 7 anni a Moretti

31 gennaio 2017 | 14:08
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Strage Viareggio, arrivano condanne: 7 anni a Moretti
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Strage Viareggio, arrivano condanne: 7 anni a Moretti
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Strage Viareggio, arrivano condanne: 7 anni a Moretti
Strage Viareggio, arrivano condanne: 7 anni a Moretti

Non c’è stato nessun applauso dai familiari delle vittime, nessun grido liberatorio come qualcuno poteva aspettarsi. Semmai un brusio e qualche sibilo rotto dall’emozione e dalla tensione quando il giudice Gerardo Boragine (a latere Nidia Genovese e Valeria Marino) ha dato lettura della sentenza di condanna nei confronti di Mauro Moretti: per lui i giudici del collegio giudicante hanno stabilito una pena di sette anni per il suo ruolo di ex amministratore di Rfi, ma lo hanno assolto in qualità di guida delle Ferrovie: i pm Salvatore Giannino e Giuseppe Amodeo avevano chiesto per lui 16 anni. Sette anni e sei mesi, invece, a Michele Elia, ex amministratore delegato di Rfi – l’accusa ne chiedeva 15. Stessa condanna (7 anni anni e sei mesi) ha colpito Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia e Fs Logistica, ma limitatamente ai reati ascritti come ex dirigente di Fs, perché i giudici hanno escluso la responsabilità per illecito amministrativo per Ferrovie dello Stato, Fs Logistica e Cima Riparazione. Un epilogo del processo di primo grado per la morte di 32 persone, provocato dall’incidente ferroviario del 29 giugno 2009, che spinge i familiari delle vittime a poco ottimismo: “Qui noi oggi non vinciamo, noi abbiamo perso”. E a ricordarlo ci sono quelle 32 sedie rimaste vuote per ogni singola udienza.

Le condanne. Le condanne più pesanti di questa sentenza di primo grado, pronunciata oggi pomeriggio (31 gennaio) qualche minuto poco dopo le 15, in una sala allestita al polo fieristico di Lucca, dove sono seguite ben 145 udienze, hanno colpito i vertici della Gatx, la società che aveva affittato le cisterne del treno “bomba” a Fs: una di esse, rovesciandosi, provocò nella notte del 29 giugno di sette anni e mezzo fa 32 vittime. Nove anni e sei mesi è infatti la condanna che ha raggiunto Rainer Kogelheide, amministratore di Gatx Rail Germania e Peter Linowski, capo delsistema di manutenzione di Gatx Germania: per loro i pm avevano chiesto rispettivamente dieci e nove anni. Sono stati poi condannati a 9 anni di reclusione anche Johannes Mansbarth, all’epoca amministratore di Gatx Rail Austria, Roman Mayer, responsabile flotta carri merci di Gatx Rail Austria, e Uwe Konnecke, responsabile dell’officina Jugenthal Waggon Hannover. Otto anni invece per Andreas Schroter, supervisore dell’Officina Jugenthal Waggon, e per Helmut Brodel e Uwe Kriebel, quest’ultimo addetto dell’officina che per l’accusa non si sarebbe accorto di una specie di fessurazione nell’assile del carro, che poi cedette. Per il capocommessa Giuseppe Pacchioni, invece, la condanna è a sette anni di reclusione; sei anni e mezzo invece a Daniele Gobbi Frattini della Cima Riparazioni che si era occupato, sempre per gli inquirenti, del carro del treno poi deragliato a Viareggio, e per il capocommessa Paolo Pizzadini. Sette anni di reclusione sono stati inflitti a Mario Castaldo e sei anni e sei mesi a Giulio Margarita, della direzione tecnica Rfi per la sicurezza, e a Emilio Maestrini, responsabile direzione ingegneria e sicurezza di Trenitalia. Sei anni invece per Giovanni Costa, Giorgio Di Marco, Salvatore Andronico, Enzo Marzilli, Francesco Favo e Alvaro Fumi, dirigente di Rfi. L’accusa per tutti, a vario titolo, era di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni personali. “Esprimo parziale soddisfazione per l’assoluzione di Mauro Moretti nella sua veste di amministratore di Fs e di Ferrovie dello Stato”, è quanto afferma l’avvocato Armando D’Apote, legale sia di Moretti che di Fs, che ha definito “come scandaloso l’esito del processo e rilevo il frutto del populismo che trasuda dalla sentenza”.
Le assoluzioni. I giudici del tribunale di Lucca hanno invece assolto 8 dei 33 imputati per non aver commesso il fatto che sono Andreas Barth dell’Officina Jungenthal di Hannover, Andreas Carlsson, sempre della Jungenthal di Hannover, Joachim Lehmann, supervisore esterno della Jungenthal, Massimo Vighini, Calogero Di Venuta, responsabile della Direzione compartimentale di Firenze Movimento Infrastrutture, Giuseppe Farneti, sindaco revisore di Fs prima e poi di Italferr, Gilberto Galloni, ad di Fs Logistica, Angelo Pezzati, predecessore di Di Venuta, Stefano Rossi e Mario Testa.
Le società sanzionate. Anche alcune delle società coinvolte nell’inchiesta della procura di Lucca sono state ritenute responsabili a vario titolo di illeciti amministrativi contestati e che per l’accusa avrebbero avuto un ruolo nel verificarsi della strage. E’ per quello che i giudici hanno condannato Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania e l’Officina Jugenthal Waggon alla sanzione pecuniaria di 480mila euro ciascuna e Trenitalia e Rfi a 700mila euro ciascuna. Ma intanto proprio la Gatx annuncia che farà ricorso in appello contro la sentenza di primo grado. “Siamo convinti che le prove contrastino con la decisione del giudice e dimostrino che i nostri dipendenti hanno agito in modo corretto, con diligenza e secondo altissimi standard professionali”, afferma il gruppo Gatx Rail Europe dopo che il tribunale di Lucca ha condannato alcune società del gruppo “e molti dei suoi dipendenti – prosegue la nota – per l’incidente ferroviario avvenuto nel 2009 nella città di Viareggio”. “Abbiamo intenzione di ricorrere in appello – si afferma in
una nota – ed esercitare tutti i ricorsi legali per ribaltare la sentenza della Corte”.
Le parti civili. Dopo sette anni e sette mesi arrivano anche i risarcimenti per le parti civili. Per Regione, Comune di Viareggio e Provincia di Lucca, che hanno inteso in questo modo partecipare al processo, ma soprattutto per i familiari delle vittime. “Noi oggi non abbiamo vinto”, ha commentato amareggiato Marco Piagentini, presidente dell’associazione onlus Il mondo che vorrei e rappresentante di chi, come lui, ha perso i propri cari nell’incidente ferroviario delle 23,48 del 29 giugno 2009. “Non abbiamo vinto”, perché ci sono “32 sedie vuote in quest’aula”. Nessuno ripagherà loro del lutto, ma i giudici hanno condannato gli imputati a risarcire i danni. Tra i risarcimenti consistenti proprio quello a Piagentini, che nella drammatica notte della strage, oltre a rimanere gravemente ustionato perse il figlio piccolo, Leonardo: avrà in tutto un milione e 400mila euro. Daniela Rombi, che fin dall’inizio si è messa alla guida del movimento dei familiari per chiedere “giustizia e verità”, avrà 600mila euro. Un risarcimento ottenuto a costo di lacrime e disperazione. Il suo, come quello degli altri familiari, che per ora non desiderano commentare la sentenza. I giudici hanno anche condannato Giuseppe Pacchioni, Daniele Gobbi Frattini e Paolo Pizzadini ed il responsabile civile della Cima Riparazioni a risarcire i genitori dei piccoli Davide e Francesco, Cristina Salvatori e Pietro Ramaioli, e Miranda Vignatelli, Gianfranco Baldini, Raffaella Rosamaria e la Croce Verde di Viareggio, che si erano costituiti parti civili. Gli imputati sono stati condannati anche al pagamento delle spese di costituzione e difesa delle parti civili. Saranno risarciti tra gli altri anche il Dopolavoro ferroviario di Viareggio e la Cgil, anch’essi costituiti parte civile. “E’ una sentenza importantissima, un grosso passo avanti anche verso il profilo della sicurezza”. Ha commentato il procuratore capo della Repubblica di Lucca, Pietro Suchan.
“Questa sentenza mi auguro che possa riuscire a evitare ulteriori incidenti e faccia fare un grande passo in avanti nel sistema della sicurezza – ha aggiunto Suchan – La sentenza ci fa credere nel sistema giustizia”.
Soddisfazione è stata espressa dal pm Giuseppe Amodeo, che insieme al collega Salvatore Giannino ha rappresentato l’accusa al processo. “Abbiamo la coscienza di aver fatto tutto quello che era possibile, non ci siamo mai risparmiati”, ha commentato Amodeo.
Fra le parti civili risarcito anche il Codacons Strage Viareggio. L’associazione dei consumatori si era infatti costituita parte civile nel procedimento, in rappresentanza degli utenti dei trasporti ferroviari. “Si tratta di una importante decisione in favore di tutti i cittadini fruitori delle ferrovie – spiega il presidente Carlo Rienzi – E” stato infatti riconosciuto il ruolo degli utenti che hanno diritto alla massima sicurezza nel settore dei trasporti su rotaie, e i 10mila euro riconosciuti al Codacons saranno utilizzati proprio per incrementare le battaglie della nostra associazione finalizzate ad ottenere una migliore qualità dei servizi ferroviari e una maggiore sicurezza nei trasporti”. “Ricordiamo inoltre – conclude la nota del Codacons – che Mauro Moretti, oggi condannato a 7 anni come ex amministratore delegato di Rfi, querelò il Codacons per violazione di domicilio, per aver l’associazione regalato allo stesso Moretti un water come simbolo dello stato disastroso delle toilette sui treni italiani”.
I familiari delle vittime: “Noi non abbiamo vinto”. Cauta soddisfazione da parte dei sopravvissuti alla strage e dai parenti delle vittime. Per Marco Piagentini “non si può dire – spiega – se è una sentenza giusta ora, ma possiamo dire che c’è una condanna e quindi è stato riconosciuto un problema di sicurezza. Domani valuteremo tutto e comunicheremo il nostro pensiero”. Daniela Rombi, mamma di Emanuela Menichetti, morta nel disastro commenta amara: “Noi non abbiamo vinto, abbiamo perso. Il dispositivo è complicato da valutare ma la sentenza riconosce che c’è un sistema colpevole, noi lo avevamo detto”. Poi dalla folla di familiari qualcuno alza la foto di una delle vittime della strage e allora sì che esplode l’applauso. Poche ore dopo, alcuni hanno voluto manifestare per scritto la propria rabbia e delusione sul registro che si trova all’interno della Casina dei Ricordi in via Ponchielli.
“Se questa la chiamano giustizia avere condannato i vostri assassini a sette anni, mi sembra che sia stata una grande presa per il c…”, è quello che a caldo ha scritto la familiare di una delle 32 vittime, appena tornata a Viareggio, dopo avere trascorso l’intera giornata in attesa. I familiari, che sul momento sono apparsi amareggiati e delusi, stasera si riuniranno con i propri avvocati per commentare e capire la sentenza.

Le foto di Domenico Bertuccelli

I commenti delle istituzioni
“Una sentenza importante al di là delle questioni giuridiche”. E’ il primo commento a caldo del sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, presente in aula a rappresentare il Comune che si era costituito parte civile: “Ci sono giorni che fanno la storia del nostro Paese: oggi è senz’altro uno di quelli. La sentenza del processo Viareggio, che arriva dopo anni di attesa, di carte, di udienze, mette un punto fermo ad una vicenda che ha sconvolto nel profondo la nostra città. Una sentenza chiara – ha aggiunto – che commina condanne e che, finalmente, delimita i confini delle responsabilità. Per Viareggio, da oggi, si chiude una stagione drammatica, si rimargina una ferita. Che non significa dimenticare: la cicatrice resterà sempre a testimonianza di quanto accaduto. E questo è solo il primo passo, ma un passo molto importante che ipoteca il futuro cammino processuale: io credo che la procura e gli avvocati abbiano fatto un gran lavoro. Lo stesso lavoro che hanno fatto i familiari delle vittime che non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia non solo per i loro cari, ma per tutta la città. Perché l’Italia è il paese delle stragi impunite ma, da oggi, Viareggio non è una di quelle. La loro passione ha aperto una porta sulla giustizia. E per questo io non posso che ringraziarli”.
“Le sentenze non si commentano, ma la sete di giustizia e di verità dei familiari delle vittime e di un’intera città ha trovato un prima risposta. La strage di Viareggio non poteva essere un evento fortuito”: Lo dichiara il senatore Pd Andrea Marcucci. “Il lungo lavoro predisposto dalla Procura di Lucca – sottolinea il parlamentare – ha confermato che quel maledetto 29 giugno del 2009 il sistema europeo ed italiano del trasporto merci ha evindenziato tutti i suoi colpevoli deficit. Il caso di Viareggio evidenzia ancora una volta anche la necessità di avere un sistema giudiziario più veloce. Per arrivare al giudizio definitivo, è auspicabile un iter rapido”. ​“Prima di ogni altra cosa, la sentenza dell’autorità giudiziaria di oggi stabilisce un fatto: la strage del 29 giugno 2009 non è avvenuta per una tragica fatalità”. Lo dice l’onorevole del Pd Raffaella Mariani.
“Questa sentenza afferma una verità giudiziaria attesa da tempo, – prosegue la parlamentare – disegna un quadro di responsabilità precise e così facendo dà finalmente risposta alla forte richiesta di verità e giustizia che da sempre è arrivata dai familiari delle 32 vittime di quel rogo tremendo e da chi è sopravvissuto e porta i segni di un dolore che possiamo, forse, solo immaginare. Oggi più che mai il mio pensiero e la mia vicinanza è per loro. Ma voglio anche manifestare il mio apprezzamento per il lavoro discreto ed efficiente delle forze dell’ordine e della procura di Lucca”. 
“L’affermazione della responsabilità personale degli amministratori e delle relative società dà conto di un lavoro ad ampio raggio che, a prescindere dall’entità delle pene inflitte, ha visto il riconoscimento verso le vittime e le istituzioni costituitesi parte civile”.
“Importante è ora che i gradi successivi procedano celermente – conclude Mariani – per non vanificare il grande lavoro fatto in primo grado ed evitare di incorrere nei tempi di prescrizione”.
Per il consigliere regionale del Pd Stefano Baccelli che all’epoca della strage era presidente della Provincia la sentenza di oggi dimostra che “finalmente una parola di giustizia rispetto alle responsabilità della strage di Viareggio” è stata detta. “Ma – ha aggiunto – continueremo nelle forme possibili a sostenere i familiari delle vittime, come istituzioni, nei prossimi gradi di giudizio”. “Il primo obiettivo – ha aggiunto Baccelli al termine della lettura della sentenza – che ci prefiggevamo con questa sentenza era che la responsabilità della strage ferroviaria del giugno 2009 non fosse attribuita al caso o alla fatalità. Mi sembra che sia stato pienamente raggiunto, a prescindere dall’entità delle singole pene, perché il tribunale di Lucca, con la sentenza di oggi, ci ha detto che ci sono dei colpevoli, dei responsabili per quel tragico disastro ferroviario. L’impianto accusatorio della procura, che ringrazio per il grande lavoro svolto, ha retto, ed è stato confermato dalla sentenza, dal momento che la gran parte degli imputati, tra cui gli stessi vertici delle società, sono stati condannati. È certo un primo passo ma credo sia un passo importante e che oggi sia stata detta finalmente una parola di giustizia rispetto alle responsabilità della strage di Viareggio”. “Del resto – ha aggiunto – fin dall’inizio abbiamo creduto nella necessità di ricercare la verità, decidendo di costituirci come Provincia parte civile, nonostante la decisione contraria del governo nazionale dell’epoca. La Regione, che oggi rappresento qui, seguì la nostra strada. Quello di oggi è solo un primo passo, ma voglio ringraziare la procura e gli inquirenti di Lucca che sono riusciti ad organizzare un processo come questo e ad arrivare oggi a questa sentenza”. “La sentenza di oggi – commenta il presidente della Regione Enrico Rossi – rappresenta un momento importante per individuare tutte le responsabilià, anche ai livelli più alti”. “Una vera tragedia – prosegue – che sarà ricordata anche nel tempo, e niente, credo, potrà sanare la ferita arrecata alle famiglie coinvolte, 32 le vittime, e alla città intera. Per quanto questa sentenza risponda alla necessità di giustizia, nessuno potrà confortare fino in fondo o ripagare le persone e un intero tessuto sociale così tragicamenti toccati”.
“La Regione Toscana si è costituita parte civile e ha fatto la sua parte, ascoltando le richieste delle famiglie e intervendo nella fase della ricostruzione. Quando da assessore alla sanità – ricorda Rossi – mi occupai di questa dolorosa vicenda, mi trovai di fronte all’intricata situzione normativa che regola il trasporto merci su ferro e rispetto al quale la sicurezza è messa in secondo piano, mentre le ragioni del profitto e del business stanno al primo posto. Abbiamo ottenuto – continua – la riduzione della velocità dei treni merci nei centri abitati, ma con amarezza constatiamo la permanenza di mezzi inadeguati e non controllati che nel settore delle merci circolano in giro per l’Europa. E’ bene che la giustizia faccia il suo corso – conclude Rossi – ed è altrettanto importante che si continui a chiedere più prevenzione”.
“Quella emessa oggi dal Tribunale di Lucca è una sentenza importante, per niente scontata, con condanne significative soprattutto per le figure apicali coinvolte nel lungo processo. Giudico importante questa sentenza perché pone con forza l’attenzione su uno dei temi principali del dibattimento, ossia quello della sicurezza del trasporto merci su ferrovia non solo in Italia ma anche in tutta Europa. Ma è una sentenza storica anche sotto il profilo umano e morale perché alle indelebili ferite dei familiari delle 32 vittime non è stato dato l’ennesimo schiaffo dopo tanta sofferenza”. E’ questo il commento a caldo sulla sentenza da parte del presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini. Un ente, l’amministrazione provinciale di Lucca, che si era subito dichiarato parte civile nel processo, sempre presente alle udienze con i propri amministratori, e che lo scorso giugno aveva rinunciato convintamente a 250mila euro di rimborso, cifra offerta dalle assicurazioni affinché la Provincia uscisse dal processo che, con la con il pronunciamento odierno, ha visto assegnare una provvisionale di 150mila euro a favore della Provincia di Lucca. “E’ stato un diniego convinto – aggiunge Menesini – che ha interpretato con un netto ‘no’ la chiara volontà dell’associazione Il mondo che vorrei, della città di Viareggio, dell’intera comunità della provincia di Lucca che ha vissuto e vive tuttora quella tragedia come una ferita nel cuore e nel tessuto urbano, come dopo un bombardamento di un intero quartiere. Nessuna sentenza, nessuna condanna potrà risarcire le famiglie delle vittime, ma il processo serviva ad accertare la verità, a capire come sono andare realmente le cose, ad individuare lacune e negligenze. La sentenza riconosce precise responsabilità. Un’altra ‘strage italiana’ senza colpevoli sarebbe stata difficile se non impossibile da accettare. Ora mi auguro che i reati che sono stati alla base delle condanne non cadano in prescrizione perché la città di Viareggio, i familiari delle vittime e tutta la comunità provinciale hanno bisogno della verità fino in fondo”. “Finalmente – ha commentato il presidente del consiglio comunale di Lucca, Matteo Garzella – la giustizia ha sancito responsabilità precise per la morte di 32 innocenti nella strage di Viareggio, ora la politica abbia la dignità e il coraggio di rispettare questa sentenza: via Moretti da qualsiasi incarico pubblico e revoca immediata del cavalierato del lavoro”.
“A quasi otto anni da quella tragica notte del 29 giugno del 2009 in cui morirono 32 persone – commenta la deputata toscana di Forza Italia e vice presidente della commissione trasporti della Camera, Deborah Bergamini -, la magistratura ha emesso la sua prima sentenza e fatto emergere la verità. Da troppo tempo le famiglie e tutta la cittadinanza di Viareggio aspettavano questo giorno, per bisogno di giustizia e verità, per onorare la memoria di chi perse la vita in quel disastro ferroviario e come ammonimento affinché tali sciagure non abbiano mai più a ripetersi”.
“Una sentenza, quella relativa alla strage di Viareggio, che non ci soddisfa totalmente”, commenta invece Elisa Montemagni, consigliere regionale della Lega Nord. “La pubblica accusa – ricorda – aveva chiesto più del doppio rispetto a quanto effettivamente comminato dal tribunale di Lucca. Per noi, dunque il bicchiere è mezzo vuoto e ci auguriamo che non si svuoti del tutto nei successivi gradi di giudizio”. “Insomma – sottolinea l’esponente leghista – dopo tanta attesa, ritengo che la montagna abbia partorito un topolino anche se gli anni di reclusione inflitti a due dei principali imputati, Moretti ed Elia, riconoscono delle colpe che è difficile, obiettivamente, non imputare alle predette persone”. “Il mio pensiero – precisa la rappresentante del Carroccio – va alle 32 vittime ed ai parenti rimasti che, da quel drammatico 29 giugno 2009, chiedono con forza e nel contempo con grande dignità, solo una semplice cosa: una sacrosanta e reale giustizia. Mi auguro – conclude Elisa Montemagni – che, nei prossimi dibattimenti, il loro auspicio venga pienamente rispettato”.
“Ci sono voluti sette anni e mezzo per avere giustizia della strage di Viareggio – commenta Giovanni Donzelli, consigliere regionale di Fdi -. Sette anni e mezzo lunghissimi di calvario per i familiari delle vittime, di silenzi di Stato, di verità nascoste. Oggi dopo questa sentenza il governo ha il dovere di rimuovere entro 24 ore l’ad delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti dall’incarico di ad di Finmeccanica. Mattarella ritiri per Moretti anche il titolo di cavaliere del lavoro, conferitogli da Napolitano nel 2010″.
“Moretti è stato scelto per Finmeccanica dal governo Renzi, così come il suo successore a Ferrovie, Michele Mario Elia, anch’egli condannato oggi – sottolinea Donzelli – il suo clone Gentiloni abbia la dignità di compiere un atto doveroso nei confronti dei familiari delle vittime. Lo Stato non può permettersi di avere come rappresentante negli enti personaggi su cui gravano situazioni così pesanti – conclude Donzelli – serve un segnale forte ed immediato”.
“Le condanne ci sono – dice il capogruppo Pd in Consiglio a Viareggio, Luca Poletti – L’impianto accusatorio ha retto anche se ci sono amarezze comprensibili. La dignità con cui i familiari hanno atteso il verdetto e il comportamento tenuto dopo la lettura delle condanne, sia d’esempio per tutti noi. L’attenzione in previsione dei prossimi appuntamenti processuali deve rimanere alta, come forte deve essere il sostegno alle famiglie e all’associazione il Mondo che Vorrei soprattutto da parte delle istituzioni locali. Una cosa a mio parere non può attendere un minuto di più: chi è stato condannato abbandoni ogni carica pubblica. Viareggio non dimentica”. Alla lettura della sentenza era presente anche Rodolfo Salemi, capogruppo di Forza Italia: “Aspetto di conoscere i sentimenti dei parenti delle vittime e mi considererò soddisfatto soltanto quando lo saranno loro. Tuttavia abbiamo ripetuto per oltre sette anni che non si trattò di un disastro naturale ed oggi sono state finalmente riconosciute delle responsabilità: questo deve inevitabilmente indurre molti ad una profonda riflessione. Ma – conclude – se i condannati si considerano innocenti, rinuncino alla prescrizione e dimostrino nel processo la loro innocenza”. “Sette anni, ma anche 16 o 30 o 100, non sarebbero stati comunque una condanna giusta – osserva invece il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro Santini -. Per chi ha perso in quell’inferno un figlio, un genitore, una sorella o un amico, credo che non potranno mai esserci condanne o risarcimenti giusti. Ma questa sentenza legittima con forza e verità il senso della battaglia che i familiari delle vittime di Viareggio stanno sostenendo per tutti, ogni giorno, da 91 mesi: la battaglia per la sicurezza di chi abita vicino a un tratto di ferrovia, di chi viaggia in treno e di chi, sui treni, ci lavora. Hanno ragione, Marco Piagentini e Daniela Rombi: questa sentenza certifica prima di tutto che le cose, così com’erano nel 2009 (e come in parte sono ancora oggi) non andavano e che vanno cambiate. Certifica che le Ferrovie devono investire in sicurezza, perché non c’è profitto che valga una vita. Purtroppo, ce ne sono volute 32, di vite, per riuscire a scriverlo”.
“Dopo tanta e trepidante attesa – afferma Maria Domenica Pacchini, segretaria della Lega Nord per la Versilia e capogruppo in Consiglio comunale a Viareggio – i giudici hanno emesso una sentenza che, pur riducendo nettamente la richiesta della pubblica accusanei confronti dei maggiori imputati, condanna Moretti ed Elia per la strage di Viareggio”. “Era innegabile – prosegue Pacchini – che ci fossero dei colpevoli anche perché il tragico evento non è stato fortuito, ma bensì causato da alcune palesi negligenze”. “Ora – prosegue l’esponente leghista – confidiamo che nei prossimi, inevitabili gradi di giudizio non si “addolcisca” quanto deciso in primo grado, ma si continui a valutare con serietà e serenità tutti i voluminosi atti del procedimento giudiziario” “Auspichiamo – insiste la rappresentante del Carroccio-  che venga scongiurata la prescrizione e ci stringiamo, ancora una volta, ai familiari delle 32 vittime che, forse, quest’oggi hanno potuto assaporare un minimo di giustizia per i propri cari”.
“Un tribunale della Repubblica si è finalmente pronunciato condannando delle persone e delle società per i terribili accadimenti della notte del 29 giugno 2009 a Viareggio quando 32 persone innocenti hanno perso la vita. Abbiamo dunque dei responsabili e adesso è chiaro anche a chi ha offeso le famiglie delle vittime addossando le colpe al destino che così non è – commenta il segretario Fratelli d’Italia provincia di Lucca Riccardo Zucconi – Sappiamo che ci saranno tante altre battaglie da combattere: siamo solo in primo grado e dobbiamo concentrarci anche sui temi della sicurezza del trasporto merci pericolose affinché non si ripetano tragedie come quella che ha segnato indelebilmente la nostra comunità”. “L’emotività – commenta invece il segretario viareggino di Fdi Alberto Pardini – avrebbe preteso qualcosa di più, è vero, ma la sentenza ci dice un paio di cose importanti: che l’impianto accusatorio ha retto, e non è cosa da poco, e che i principali imputati sono stati tutti condannati. Al netto di tutto, purtroppo e per fortuna, possiamo dire che un po’ di giustizia è stata fatta, anche se niente e nessuno potrà mai compensare quello che Viareggio e i familiari delle vittime hanno perso”.  “Finalmente una sentenza esemplare su una strage – è invece il commento del sindaco di Pietrasanta, Maurizio Mallegni -. L’Italia ci ha abituato a stragi irrisolte. Coraggio, impegno e competenza del Tribunale di Lucca ma la politica continua ad avere delle responsabilità per la troppa durata dei processi con regole farraginose e che purtroppo potrebbero anche in questo caso alla prescrizione dei reati. Spero di non veder vanificato un così importante e serio lavoro della magistratura lucchese. In ogni caso nessuno restituirà alle famiglie i trentadue cari scomparsi”.
“Il forte impegno del Consiglio, così come avevamo assicurato al comitato delle vittime, non è venuto meno. Attraverso il Gonfalone e il consigliere Stefano Baccelli che seguì la vicenda da presidente della Provincia di Lucca, ci siamo stati e continueremo ad esserci”. Questa le parole del presidente dell’assemblea toscana, Eugenio Giani, sulla sentenza di primo grado per la strage di Viareggio hanno aperto i lavori della seduta del consiglio regionale di oggi. “Le sentenze non si commentano”, ha detto rilevando come le condanne espresse “dipingano un quadro accusatorio prorompente” e ricordando che è già stata istituita, a livello parlamentare, una commissione specifica. “Oggi è stato importante sottolineare che tutta Toscana, al di là della provenienza politica, è stata vicina ai familiari delle vittime”. “L’eco che seguirà la sentenza – ha concluso – dovrà essere attentamente seguita per farci sentire dalla parte dei cittadini e di chi non vuole che servizi pubblici come le ferrovie siano vulnerabili”.
“Per i 32 morti nella strage di Viareggio i giudici hanno emesso oggi la sentenza individuando le responsabilità – commenta anche Mauro Fuso, segretario della Cgil Toscana -. Non è retorica ricordare a tutti noi che la prevenzione sulla sicurezza nel lavoro e il rispetto dell’ambiente sono priorità assolute, su cui la Cgil e la Filt Cgil si sono costituite parte civile nel processo proprio per affermarne il valore fondamentale. Seppure la ferita sia molto profonda e ancora aperta possiamo ricordare la data di oggi come quella di un atto di giustizia per i familiari delle vittime e di tutta la comunità viareggina”.
“La sentenza di Viareggio lo urla senza possibilità di smentita: è stato condannato il sistema di sicurezza del trasporto merci in Italia. Quello di Viareggio non è stato un incidente ma un omicidio di Stato”: è il commento dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle delle Commissioni trasporti di Camera e Senato.
“Noi lo abbiamo detto e ribadito: l’intero sistema è sotto accusa e oggi condannato. Le pene sono state dimezzate rispetto alle richieste dell’accusa ma i vertici di Rfi sono stati condannati. Adesso ci aspettiamo le dimissioni di Moretti da Leonardo e una presa di distanza immediata e inequivocabile rispetto ai dirigenti condannati – chiede Diego De Lorenzis, deputato M5S in Commissione Trasporti -. Fin dal 2009 era stato promesso di rendere obbligatoria l’installazione del dispositivo antisvio per il trasporto di merci pericolose in quanto capace di arrestare immediatamente e automaticamente il convoglio nel caso in cui una ruota del vagone perda il contatto con la rotaia. i soliti annunci all’indomani della strage ma poi come sempre il Governo dimentica promesse e vittime, come Delrio che, dopoì quella di Andria, aveva annunciato 1 miliardo e 800 milioni di euro svaniti nel nulla”.
“Non lasceremo mai sole le famiglie delle vittime, di questa strage di Stato – scrive su Facebook la senatrice Sara Paglini che era a Lucca accanto alle vittime per ascoltare la lettura della sentenza- Combatteremo ancora, perché il secondo grado non vanifichi questa lunga lotta”.
“Mauro Moretti, nominato Cavaliere del lavoro da Napolitano un anno dopo quella strage e successivamente ‘promosso’ da Renzi a capo di Finmeccanica, dichiari immediatamente che rinuncerà alla prescrizione – sottolinea in un post su Facebook il deputato Alfonso Bonafede, della Commissione Giustizia -. Un abbraccio va a tutti i familiari delle 32 vittime di quella strage che hanno atteso ben sette anni e sette mesi prima di arrivare alla sentenza di oggi. A loro che hanno creduto, senza se e senza ma, nella giustizia, lo Stato deve dare una risposta inequivocabile: una legge che impedisca che i reati per i quali è iniziato un processo possano cadere in prescrizione”.
“Si è chiuso oggi, con 23 condanne ed il pressoché totale accoglimento dell’impianto investigativo dell’accusa, il primo grado di giudizio sul disastro ferroviario di Viareggio, che il 29 giugno 2009 causò 32 morti e decine di feriti. Si è trattato probabilmente della più articolata e complessa indagine mai condotta dalla Polizia Ferroviaria, caratterizzata da un panorama normativo assai intricato, da accertamenti tecnici controversi e determinanti, da numerose attività rogatoriali all’estero”. Lo dice Enzo Letizia, segretario nazionale dell’Associazione nazionale funzionari polizia (Anfp). “Competenza, professionalità e determinazione incrollabile – ricorda Letizia – in piena e costante sintonia con la Procura di Lucca, con l’obiettivo di assicurare la concreta risposta delle istituzioni ad una collettività così tragicamente colpita. Niente tornerà mai come prima. Ma esprimiamo legittima soddisfazione per il risultato ottenuto, che conferma lo spessore e l’impegno di una delle specialità della polizia di stato che ha saputo compiere un grande cammino, fino a giungere alla costituzione di un nucleo operativo specializzato nelle indagini sui disastri ferroviari, chiamato ad intervenire nel luglio 2016 a seguito del gravissimo incidente di Andria”.

Roberto Salotti