
L’ex assessore all’urbanistica Marco Chiari ha presentato stamani (3 febbraio) alla procura generale di Firenze la richiesta di indennizzo per ingiusta detenzione dopo essere stato arrestato, ormai cinque anni fa, nell’ambito della inchiesta Volpe nel deserto da cui è poi uscito assolto. Una “richiesta di indennizzo a parziale riconoscimento di quanto ingiustamente subito dal giorno della mia detenzione, avvenuta il 14 giugno 2011. Dico parziale perché nessuno potrà mai restituirmi quanto ho perso – commenta Chiari -, oltre che dal punto di vista economico anche in termini di salute ed affetti, e non saranno certo i soldi che mi verranno riconosciuti a dissipare il mio risentimento verso chi ha cercato in ogni modo di distruggere la mia vita e la tranquillità mia e della mia famiglia”.
“Devo solo ai miei familiari – spiega l’ex assessore – se oggi sono ancora in vita e, fuori da ogni retorica, posso dire di essere fiero ed orgoglioso di averli sempre avuti al mio fianco, come non è invece successo con i tanti amici e conoscenti che mi hanno negli anni evitato facendomi sentire una sorta di appestato. Un sincero ringraziamento lo devo anche al mio avvocato Sandro Guerra per la vicinanza e l’aiuto che mai mi ha fatto mancare. Fin dal momento del riconoscimento giudiziario della mia completa estraneità ai fatti di cui venivo accusato, prima con sentenza del gup di Lucca, poi dalla Corte di Appello, e successivamente con sentenza della Cassazione (a seguito del ricorso attivato dalla Procura di Firenze), ho iniziato a lavorare alla quantificazione del danno arrecato alla mia persona ed alla mia attività professionale. Per questo un particolare ringraziamento va anche ad altre tre figure: il commercialista Andrea Fisicaro e a Ilaria Di Vecchio e Sonia Massoni, rispettivamente psicologa e psicoterapeuta che con il loro supporto e le conseguenti relazioni hanno contribuito a determinare il danno arrecatomi, quantificando sia il danno finanziario che morale e biologico in un importo molto rilevante”.
“La vita insegna che – va avanti Chiari -, quando hai ragione quello che ti viene tolto ti verrà ridato e che la giustizia non deve essere una illusione. Avevo scambiato il giorno con la notte, qualcuno aveva cercato di farmi diventare cibo per cani, erano sparite le mie certezze ed io ho lottato con tutte le mie forze per dimostrare a tutti, ma in primis alle mie figlie a mia madre alla mia famiglia che il comportamento del loro padre del suo figlio e del suo marito era ed è stato sempre improntato alla massima correttezza. Oggi posso incominciare a riassaporare il giorno, il sole e non solo la notte per nascondermi. Avevo perso l’illusione di credere ma oggi l’ho ritrovata. La mia mente per 24 ore al giorno per oltre 1600 giorni per oltre 5 lunghissimi ed interminabili anni, è stata sempre impegnata a difendersi da tutto e da tutti, per oltre 1600 giorni non ho mai capito quello che stava succedendo, quello di cui si parlava e di cosa si parlava, io che ho avuto paura di non avere più l’aria per respirare, che tante volte ho avuto paura di perdere me stesso, io che avevo perso l’illusione di credere, oggi l’ho ritrovata. Ed oggi aumenta ancora di più la mia voglia di lottare, di continuare a fare valere le mie ragioni, oggi incomincia un nuovo percorso, un percorso che mi porterà ancora nelle aule di un tribunale ma non come persona accusata ma come accusatore e davanti a me ed ai giudici qualcun altro dovrà difendersi. questa sarà la mia pur misera rivincita, ma tutti devono sapere e capire quello che è successo perché deve essere ancora scritta la parola fine a questa allucinante ed assurda vicenda perché, sono convinto, ed oggi ancora di più, che la giustizia, quella con la G maiuscola trionfa sempre”.