Sgominata la banda delle spaccate – Video

3 febbraio 2017 | 08:23
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La loro tecnica era sempre la stessa: entravano in azione con un’auto “pulita”, spesso con targa straniera, e la utilizzavano per individuare gli obiettivi da colpire. Poi con altre auto rubate agivano nella notte, usandole come arieti per sfondare le vetrine dei negozi e rubare. La banda delle spaccate è stata sgominata dai carabinieri del nucleo operativo della banda di Scandicci che alla gang attribuiscono almeno un furto consumato in Lucchesia, alla tabaccheria Centoni sulla via Pesciatina a Zone.

Ma sono ancora in corso indagini per capire se i 5 uomini, tutti di origini rumene, destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere (4 eseguite stamani, uno invece è ancora ricercato), abbiamo colpito in altri locali della provincia. In tutto finora gli investigatori sono riusciti ad attribuire ai malviventi almeno 21 colpi tra tabaccherie, bar, distributori di benzina in provincia di Firenze, Grosseto, Siena e Pistoia.
Come rilevato da alcuni video estratti dalle videocamere di sorveglianza, la batteria operativa, formata generalmente da 4 persone più un “palo”, dopo aver infranto le vetrate entrava nel negozio e con movimenti studiati e sincronizzati rubava quello che trovava. Ogni componente della banda, secondo i carabinieri, aveva un compito assegnato. Infatti, una volta entrati nel negozio, due dei malviventi rovesciavano in un lenzuolo gli espositori dei pacchetti di sigarette, un terzo membro si occupava di rubare la cassa mentre il quarto complice prendeva i gratta e vinci. Il tutto si concludeva in poche decine di secondi, con ingenti danni anche alle strutture dei negozi presi di mira. In qualche caso furono utilizzati anche tombini per spaccare le vetrine. Come nel caso della tabaccheria Centoni, assaltata attorno alle 4 del mattino del 3 novembre scorso. I malviventi utilizzarono quell’oggetto per sfondare la vetrina ed entrare all’interno per rubare i soldi del fondo cassa, i gratta e vinci e le stecche di sigarette per diverse migliaia di euro.
L’indagine dei carabinieri della Compagnia di Scandicci è stata avviata alla fine del mese di ottobre del 2016, a seguito di una serie di furti commessi tra la fine di settembre ed i primi giorni di ottobre, nella provincia di Firenze ai danni di numerosi esercizi commerciali, per lo più bar, distributori di carburante, edicole e tabaccherie.
Sin da subito gli inquirenti, diretti dal pm Ester Nocera, avevano intuito che per tutti i furti commessi vi era un filo conduttore unico, tale da far presupporre che fossero stati portati a termine da un’unica banda.
I primissimi accertamenti svolti, quindi, avevano permesso di ipotizzare l’esistenza di un’organizzazione, composta da rumeni. Il territorio interessato dai furti è stato molto ampio, infatti oltre agli esercizi commerciali colpiti nel comune di Scandicci e Firenze e nella provincia fiorentina (Empoli, Greve in Chianti, Impruneta e Tavarnelle Val di Pesa), sono stati presi di mira anche negozi ubicati in altre provincie toscane (Siena, Pistoia, Lucca e Grosseto).
Durante l’attività d’indagine sono stati recuperati numerosi autoveicoli, oltre 15 tra auto e furgoni, che erano stati rubati in concessionarie e autocarrozzerie. In alcuni casi i mezzi dovevano ancora essere immatricolati e per ovviare a ciò la banda aveva piazzato targhe prelevate da altre macchine.
I quattro arrestati, di età comprese dai 19 ai 32 anni, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata a commettere furti e ricettazione, e sono ora ristretti negli istituti di pena di Firenze e Siena. Sono ancora in corso le ricerche per arrestare il quinto destinatario dell’ordinanza.
Oltre agli arrestati, nell’inchiesta sono coinvolte anche altre due persone, un uomo e una donna, anch’essi di origine rumena, non destinatari di misure cautelari. L’uomo, secondo l’accusa, forniva collaborazione “a cottimo” al gruppo operante i furti, chiamato come autista qualora uno della gang non fosse disponibile per ragioni personali. La donna, invece, oltre ad offrire un appartamento per chi ne fosse stato sprovvisto, si era occupata di riscuotere il denaro dei gratta e vinci rubati e risultati vincenti. Entrambi sono indagati, a piede libero, per concorso in associazione a delinquere poiché, secondo l’accusa, erano a conoscenza della sua esistenza e ne facilitavano le attività.