In un minuto e mezzo mandavano in frantumi il vetro anti sfondamento dei negozi o dei centri commerciali che selezionavano con accurati sopralluoghi e ne ripulivano gli scaffali, dandosi alla fuga a bordo di furgoni, dopo averli caricati della refurtiva. Ladri professionisti e pendolari del crimine, per l’accusa, capaci di agire rapidissimi e gestire parallelamente anche i contatti necessari a piazzare poi sul mercato i tablet, telefonini trafugati e auto ancora da immatricolare rubate nelle concessionarie: i carabinieri del nucleo investigativo di Lucca diretti dal maggiore Paolo Floris e dal tenente colonnello Dario Anfuso hanno smantellato la gang di rumeni, ai cui vertici, per l’accusa, si trovavano i due cugini Costel e George Bordeianu, rispettivamente di 27 e 30 anni. Il primo, soprannominato dai complici Starlight – da cui ha preso il nome la maxi operazione – si occupava di organizzare i raid in negozi e centri commerciali, mentre l’altro, per l’accusa, gestiva i furti di furgoni e auto e il loro trasporto all’esterno, dove poi venivano rivenduti come nuovi.
Dopo oltre un anno di indagini, la retata è scattata alle prime luci dell’alba di oggi (7 febbraio): 13 le ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste dal sostituto procuratore Aldo Ingangi e firmate dal gip Silvia Mugnaini, 10 delle quali eseguite nelle ultime ore. Altri 3 sono ancora ricercati ma potrebbero trovarsi già all’estero. I carabinieri, tuttavia, stanno dando loro una caccia senza quartiere: 100 i militari scesi in campo stamani per il blitz nel covo della banda, in una fabbrica dismessa di Osmannoro, in provincia di Firenze, dove c’era la base logistica dei malviventi. Altri 5 obblighi di dimora, di cui due eseguiti e altri due da eseguire. Un quinto uomo, invece, già individuato, è deceduto nelle scorse settimane.
A questi numeri vanno aggiunti altri 8 arresti in flagrante durante i raid notturni della banda e altri 6 denunciati per ricettazione. I pesci grossi sono stati colti di sorpresa dai carabinieri stamani che hanno sorvolato con un elicottero non soltanto la città di Lucca ma il nascondiglio della banda, dove sono scattate le prime manette con l’ausilio di militari del sesto battaglione di Firenze e dalle unità cinofile di Firenze e San Rossore.
Le indagini. L’inchiesta – che attribuisce alla gang oltre 30 furti, compiuti tra Lucca e la Piana, la Versilia, la provincia di Firenze, San Miniato e Pisa, ma anche Siena, e Parma e Modena, in Emilia Romagna, per una refurtiva complessiva del valore di quasi 700mila euro -, ha preso le mosse dalle spaccate avvenute il 6 e il 10 ottobre del 2015 al Mercatone Uno e all’ipermercato Conad di Altopascio. Nel primo caso, la banda (quattro persone in azione) armata di picconi entra nella gioielleria Punto Oro, all’interno dello store, portando via orologi e monili per un valore di circa 30mila euro. Qualche giorno dopo il secondo raid, stavolta alla Conad: stesso modus operandi. I malviventi arrivarono davanti all’ipermercato e sfondarono una vetrata portando via cellulare e tablet per 40mila euro, parte dei quali vennero riciclati in negozi di Lucca. Le indagini su questi colpi hanno convinto i militari che, per modalità e rapidità di esecuzione, potessero essere stati compiuti dalla stessa banda che il 17 giugno di quell’anno svaligiò il negozio Trony di Pietrasanta, assaltato poi una seconda volta anche il 16 dicembre del 2015. Armati di picconi, cesoie e grossi martelli, sempre travisati e indossando guanti, i malviventi riuscivano sempre a fuggire con una velocità che ha impressionato gli stessi investigatori.
L’arresto a Vaiano. L’ultima svolta, anche se ormai il quadro agli inquirenti era sufficientemente chiaro, è arrivata nella notte tra venerdì e sabato scorsi quando a Vaiano, in provincia di Prato, i carabinieri riescono ad arrestare in flagranza quattro della gang che ormai avevano il fiato sul collo. Era entrati in azione in un negozio di bici, rubando quattro modelli del valore di circa 4mila euro ciascuno. Tra gli arrestati, in quella circostanza, figura uno dei due cugini al vertice dell’organizzazione, quel George Bordeianu che oggi è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, insieme al parente Costel, trovato nel covo dell’Osmannoro. Qui i carabinieri hanno sottoposto a fermo Dumitru Berkl, 25enne rumeno, che secondo gli inquirenti, era l’unico riuscito a fuggire all’arresto a Prato.
La banda. Nella gang, secondo quanto è stato ricostruito dagli investigatori, ognuno aveva un ruolo ben preciso, quasi come in una catena di montaggio. Stando ai carabinieri, infatti Ion Sandu Vasile, 49 anni,si occupava della custodia e dell’efficienza dei mezzi “puliti” che servano per i sopralluoghi prima dei furti e poi per la fuga. Costantin Catalin Donciu, 29 anni, e Vasile Relu Vatamanu, 39 anni, invece, si occupavano di far “sparire” refurtiva e veicoli rubati, mentre Florin Susnea era ritenuto un vero e proprio luogotenente, pronto a prendere la direzione delle singole operazioni se i due cugini erano assenti.
Arresti e obblighi di dimora. Gli altri arrestati, tutti in carcere, sono: Valentin Vasile Ionescu, 27 anni, Iulian Isofache, 31 anni, Valentin Marius Isofache, 28 anni, George Petcu detto Teica, 23 anni, Gabriel Ovidiu Tapalaga, 33 anni. Colpiti dall’obbligo di dimora invece Aurel Dumitru Buca, 28 anni, e Valentin Craciun, 35 anni.
Le intercettazioni. Per non farsi scoprire, al telefono tutti usavano un linguaggio in codice, che ben presto è divenuto familiare agli inquirenti all’ascolto delle utenze durante le intercettazioni. Brevi i colloqui fra gli esponenti della gang, che parlavano di latte per intendere il rifornimento dei mezzi o di tavola quando in realtà volevano indicare la targa falsa da posizionare sui veicoli ancora da immatricolare rubati in concessionarie della provincia di Firenze, a Pistoia e in particolare a Buggiano. Parte di questi mezzi (4 furgoni) sono stati recuperati assieme a parte della refurtiva per un valore complessivo di circa 250mila euro.
I furti. Oltre 30 i furti che i carabinieri attribuiscono alla banda. Oltre a quelli accertati in provincia di Lucca, tuttavia, si continua ad indagare su altre spaccate messe a segno in zona nello stesso periodo. Si sospetta infatti che alcuni componenti della gang possano essere stati gli autori di un furto alla Giannini Distrubuzione di Altopascio, ma le indagini proseguono anche su altri furti messi a segno con le stesse modalità. Per i carabinieri, comunque, la banda avrebbe ad esempio colpito il 17 ottobre del 2015 anche al Conad di Prato, il 30 giugno di quell’anno all’Oro Moda di San Miniato, il 27 luglio alla Conad di Siena, il 13 febbraio del 2016 alla Data Port e alla Valeria Srl di Bientina. Tra i furti contestati anche quello del 22 febbraio scorso alla Cedi di San Giovanni Valdarno, quello del 24 febbraio alla Guidi Car di Montecatini Terme, quello del 23 marzo alla Trony di Firenze. Alla liste, per i carabinieri, vanno aggiunti i furti al Mercatone Uno di Colle Val d’Elisa del 26 settembre 2015 e del 24 marzo del 2016. Allungano la lista i furti alla Autotecnica Lucchese, nel settembre del 2015, alla Truck Italia di Montelupo Fiorentino, nell’ottobre di quello stesso anno. La gang è accusata anche d essere stata l’autrice di un furto al centro commerciale La Rotonda di Modena, il 28 ottobre del 2015 e del Conad Superstore di via Pistoiese a Firenze, il 22 novembre dello stesso anno. Un altro colpo venne compiuto alla Autotecnica Lucchese il 24 novembre e il 6 dicembre alla Arcadia Oumen d Parma. Nel mirino anche Brandini Spa di Scandicci (il 28 gennaio del 2016), la Charleston di Agliana, assaltata il 18 febbraio scorso e la Ugo Scotti di Barberino Valdelsa. Svaligiato anche il Trony di Pontassieve, il 6 aprile scorso e sempre qui l’azienda Marchesi de Frescobaldi. I ladri entrarono in azione anche alla Sicar di Sesto Fiorentino e alla ditta Scotti Spa di Empoli. Prese di mira anche le vetture del gruppo donatori di sangue Fratres di Figline e Incisa Valdarno, da cui furogno rubate le targhe. Infine l’ultimo colpo al Jedi Bike di Vaiano.
Roberto Salotti