
Altri due presunti componenti della banda di ladri e rapinatori i cui vertici erano stati arrestati nel corso dell’operazione dei carabinieri del 17 gennaio scorso sono stati rintracciati e sono finiti in manette. La gang è accusata di almeno due rapine, tra cui quella violenta a casa della pensionata Isola Mazzoni. Stamani (17 febbraio) ad un mese esatto dal blitz che portò ai primi arresti, si sono aperte le porte del carcere di Pistoia anche per Gentian Mukja, 30 anni e Jetmir Totraj, di 29, entrambi albanesi. Tutti e due sono accusati di furto in abitazione in concorso. Secondo i carabinieri del Norm di Lucca che li hanno catturati stamani nel territorio di Montecatini Terme, farebbero parte della stessa banda che mise a segno il colpo nella villa di una pensionata di 86 anni, legata e imbavagliata nello studio del figlio da tre rapinatori che, tenendola sotto la loro minaccia, le svaligiarono la casa. Isola Mazzoni visse una mezzora di terrore, la sera del 14 maggio scorso: oggi i malviventi che le fecero irruzione in casa, mentre si trovava da sola a guardare la tv in cucina, sono stati arrestati dai carabinieri, che proprio indagando su quella violenta aggressione, sono riusciti a ricostruire la rete messa in piedi dalla banda e a smantellare, in pochi mesi d’indagine, una gang accusata di un’altra rapina, sempre nel capannorese, di almeno 16 furti in abitazione tra Lucca, la Piana, Valdinievole e Fucecchio e di quello di due auto.
Un’operazione, denominata non a caso ’Tramonto’, per l’orario scelto dalla banda per agire, che è culminata il 17 gennaio scorso nell’esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, due ai domiciliari e due misure dell’obbligo di dimora nei confronti di altrettanti componenti della banda di albanesi e rumeni. Una gang dove ognuno poteva ricoprire qualunque ruolo, dal braccio operativo degli assalti nelle case, fino alle attività logistiche per scegliere gli obiettivi e agevolare la fuga dopo i furti e le rapine. In manette erano finiti Flori Sejdini, 24 anni, colpito da un’ordinanza di custodia in carcere, e Zef Paluca, 39 anni, il basista, che ha l’obbligo di dimora, accusati di essere gli autori materiali della rapina alla pensionata aggredita nella sua villa di via della Ralle a Camigliano, insieme ai complici che giocarono un ruolo fondamentale per la fuga a bordo di due auto “pulite”: Kristian Kulli, 24 anni, ai domiciliari, e Ciprian Vasile Deesy, 40 anni, colpito invece dall’obbligo di dimora. Quest’ultimo è stato il primo ad essere individuato dai carabinieri, grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, ispezionate dagli investigatori subito dopo la rapina alla pensionata e incrociando l’esame delle celle telefoniche con alcune utenze sospette agganciate in zona al momento del raid nella casa di Isola Mazzoni. Per l’accusa all’interno della villa entrarono insieme a Flori Seidjni, anche altri due complici ancora ricercati.
La rapina a Capannori. Quando ormai le indagini dell’Arma avevano già preso una direzione precisa, nuovi elementi erano emersi dagli accertamenti scattati dopo una seconda rapina, avvenuta il 26 agosto scorso. Mariagrazia Dini sorprese nella sua casa di Capannori tre rapinatori e venne spinta a terra, dopo essere stata colpita con l’anta della persiana di una porta finestra: per i carabinieri gli autori materiali di quel colpo furono ancora Flori Sejdini, insieme a Gentian Mukja, 29 anni, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per l’accusa, agirono con Fatbardh Ismajli, 22 anni, che faceva da palo-autista e che è finito in carcere.
Raffica di furti. Oltre alle rapine i carabinieri sono riusciti ad attribuire alla banda almeno 16 colpi in abitazione, e i furti di almeno due auto. Qui entrano in gioco altri elementi della banda, in particolare spunta il nome di una donna: si tratta di Andreea Paula Popa, 27 anni, che ora si trova ai domiciliari: per l’accusa faceva da palo mentre compivano i furti i complici: Mukja, Ismajli, Sejdini e Shaquir Veseli,22 anni, anche lui rinchiuso in una cella del San Giorgio da ieri mattina, in attesa di essere interrogato dal pm come gli altri 3 in carcere.
L’indagine. La pista giusta per disarticolare la banda è stata imboccata dai carabinieri nelle prime ore seguite alla rapina a Isola Mazzoni, che dopo il colpo fu intervistata anche da Barbara D’Urso a Pomeriggio Cinque. Due i punti di svolta: l’esame delle telecamere di videosorveglianza e l’analisi delle celle telefoniche, che permisero ai carabinieri della stazione di Lammari e a quelli del nucleo operativo di individuare in breve il primo dei presunti rapinatori, quel Ciprian Vasile Deesy che ha poi permesso di risalire alle due “batterie” di ladri-rapinatori. Una volta ristretto il cerchio, i militari hanno effettuato numerosi appostamenti e pedinamenti, riuscendo a dare un nome ed un volto ai presunti componenti della gang, tutti senza fissa dimora e in grado di spostarsi rapidamente in alloggi di fortuna o ospiti di amici e conoscenti tra Lucca e Pistoia, in particolare a Massa e Cozzile.