Rapinatori armati legano e minacciano famiglia in villa






di Roberto Salotti
Li spiavano forse da giorni. Osservavano i loro spostamenti, per indovinare le loro abitudini e colpire al momento più opportuno. Sorprendendoli come poi hanno fatto, in un momento di tranquillità dopo cena, nella loro villa, dove attorno alle 21,15 di ieri sera (27 febbraio) è iniziato un vero e proprio incubo. Terrore durato dai 15 ai 20 minuti per la famiglia del commerciante Giovanni Pieroni, 62 anni, titolare della concessionaria Pieroni Moto, di via del Mulino a San Salvatore di Montecarlo, a poche centinaia di metri dalla villa di via don Minzoni dove i cinque rapinatori, almeno due dei quali armati di pistole e travisati da passamontagna e sciarpa, hanno assalito alle spalle l’imprenditore, legandogli le mani con delle fascette da elettricista, terrorizzando poi anche la figlia Letizia, 23 anni, che si trovava a letto nella sua camera al primo piano, e la moglie Milvia Pinotti, 53 anni, che al momento dell’irruzione era sotto la doccia.
Anche loro sono state minacciate da due rapinatori del commando, che le hanno legate nel letto tappando ad entrambe la bocca per evitare che gridassero e allarmassero qualche vicino. Una rapina avvenuta non in qualche landa desolata, ma nel pieno centro del paese in un orario in cui qualcuno avrebbe potuto sorprenderli. Ma i banditi senza scrupoli hanno ripulito lo stesso la cassaforte, facendosela aprire dal proprietario minacciandolo con la pistola e colpendolo alla testa e sul collo con il calcio della semiautomatica – difficile per ora dire se vera o giocattolo.
Venti minuti almeno di arancia meccanica, che hanno sconvolto l’intera famiglia: i malviventi in fuga li hanno lasciati in casa in preda alla paura, fuggendo con un bottino ingente: si sono dileguati con una Opel, ma poco dopo, a Poggio Baldino, sono finiti fuori strada a Poggio Baldino. Il commando è riuscito a trafugare l’intero contenuto del forziere. All’interno c’erano denaro contante, gioielli e orologi preziosi, per un valore complessivo che, sebbene ancora da quantificare, non sembra inferiore a qualche decina di migliaia di euro. “Siamo sconvolti ma per fortuna stiamo bene – racconta Letizia, la figlia di Pieroni -: hanno sorpreso mio padre mentre si trovava all’ingresso in giardino e lo hanno picchiato. Mia madre ed io ci siamo accorte soltanto dopo di quello che stava accadendo al piano di sotto, perché due malviventi sono entrati nella mia stanza e poi hanno raggiunto mia madre appena uscita dalla doccia”. La donna, sentendo del trambusto e i lamenti del marito, è uscita di corsa dal box della doccia e si è infilata un paio di pantaloni prima di vedere davanti a sé un uomo con il passamontagna che la minacciava spingendola fino alla camera della figlia. “Siete albanesi?”, ha chiesto la donna. E i rapinatori percuotendola hanno risposto no, scandendo una frase in rumeno. Ma gli altri avevano un accento italiano, con una inflessione del sud, secondo quanto raccontato dalle vittime. Sono ricercati dai carabinieri in tutta la Lucchesia e nelle province limitrofe: gli uomini del nucleo investigativo sono al lavoro dalla serata di ieri per riuscire a rintracciare i ladri. Una banda di professionisti, dalle prime sensazioni: forse pendolari del crimine e senza troppi scrupoli. “Poteva andarci molto peggio – raccontano le protagoniste dell’incubo -: ci hanno puntato la pistola contro tenendoci ferme nel letto”.
Il blitz in villa. La moviola della rapina potrebbe essere quella di un film poliziesco vecchio stile. I rapinatori – almeno 4 della gang – hanno scavalcato la recinzione della villa, nascondendosi in giardino. La loro presenza è stata però fiutata dal cane, che ha iniziato ad abbaiare attorno alle 21,10. Giovanni Pieroni si è affacciato all’ingresso ma non ha visto nulla di strano. E’ uscito per togliere dei calcinacci dalla veranda, lasciati dall’imbianchino che aveva svolto alcuni lavori in casa qualche ora prima. E’ stato a quel punto che è stato aggredito alle spalle da due persone: uno aveva in pugno la pistola e lo ha colpito con il calcio. L’altro teneva in pugno un cacciavite e gli ha legato le mani con le fascette. Altri due malviventi sono saliti al secondo piano e hanno affrontato le donne, mentre una quinta persona che faceva da palo è stata vista fare avanti e indietro dalla villa, forse per controllare che dalla piazza davanti ad uno dei due cancelli della villa non si avvicinasse nessuno.
Cassaforte ripulita. Pieroni, in quegli istanti, è stato spintonato dentro casa: all’ingresso nessun segno di effrazione perché i malviventi hanno aperto con le chiavi del proprietario. Continuando a colpirlo, tanto da farlo anche cadere e ferirsi al naso, lo hanno costretto a mostrare il punto dove si trovava la cassaforte e ad aprirla. A quel punto rapinatori hanno preso tutto quello che c’era all’interno, mentre altri due tenevano in ostaggio le donne.
Legate nel letto. La figlia di Pieroni era già a letto: “Ero in camera quando è successo tutto – racconta -, vado a letto presto la sera e così ho fatto anche ieri. Non ho sentito nessun rumore, perché a fianco c’era mia madre, nel bagno, che stava facendo la doccia. All’improvviso ha chiuso l’acqua e l’ho sentita gridare. In quell’istante mi è apparso davanti un rapinatore travisato e poi l’altro che minacciava mia madre. Ci hanno legate con le fascette e ci hanno costrette a rimanere nel letto. Ci tappavano la bocca se provavamo a parlare”. La madre è stata anche colpita quando si è rivolta ai rapinatori chiedendo se fossero albanesi. Ma non ha riportato ferite, solo qualche leggera contusione. E’ andata peggio al marito che nella mattinata di oggi è andato a farsi medicare al pronto soccorso.
L’allarme e la fuga. Dopo aver ripulito il forziere, i malviventi se la sono data a gambe levate: sono usciti sulla piazza davanti alla villa dove avevano lasciato la Opel usata per il colpo. Testimoni hanno raccontato di aver visto 5 persone a bordo allontanarsi a tutta velocità negli istanti in cui dalla villa davano l’allarme al 112. La sala operativa dei carabinieri ha inviato sei pattuglie sul posto, militari che erano impegnati in un servizio coordinato di controllo del territorio nella Piana di Lucca. Ed è iniziata la caccia alla banda. I banditi, però, fatte poche centinaia di metri sono finiti fuori strada e hanno abbandonato l’auto sul ciglio della strada a Poggio Baldino e si sono allontanati a piedi nei boschi. Le ricerche dei carabinieri, purtroppo, finora non hanno dato l’esito sperato e la villa è sprovvista di telecamere, ma altri elementi sono stati acquisiti nelle ore successive al colpo e le indagini procedono a ritmo serrato.
Auto sospetta. Per la famiglia Pieroni tanto sgomento. Ma anche i vicini di casa sono increduli. La villa, infatti, si trova nel pieno centro del paese e a fianco ci sono abitazioni, l’ufficio postale, una macelleria, un bar e un negozio di parrucchieri. Nulla avrebbe fatto pensare che i malviventi si sarebbero spinti a tanto. Un dipendente dell’officina a fianco alla villa presa di mira racconta comunque di aver notato un’auto con almeno tre persone a bordo sostare nel parcheggio della piazza davanti a casa Pieroni. “Stavo chiudendo l’attività intorno alle 19 – racconta – e mi sono insospettito. Ho fatto per avvicinarmi per prendere la targa ma chi era all’interno mi ha puntato contro i fari. Allora mi sono allontanato, ma ora che ho saputo quello che è accaduto potrebbe non essere una coincidenza”. Anche la famiglia Pieroni sospetta che i malviventi spiassero la villa da qualche giorno. Lo ha confessato la moglie del commerciante anche ai carabinieri che stanno cercando di mettere insieme gli elementi raccolti per arrestare i rapinatori.
Il sindaco: “Servono misure drastiche”. Preoccupato il sindaco Vittorio Fantozzi che ieri sera attorno alle 23, insieme alla giunta, si è recato nell’abitazione dei Pieroni per sincerarsi di cosa fosse successo e per portare il conforto dell’amministrazione: “Urge prendere contromisure importanti – è il suo commento -: qui dobbiamo scendere in piazza per dire basta a questi episodi”. Soltanto pochi anni fa la rapina alla famiglia Angeli che ricorda molto da vicino quanto avvenuto ieri sera: “E’ successo nel pieno centro del paese – commenta il sindaco – una famiglia colta di sorpresa nel luogo dove si sentiva più sicura. Come amministrazione faremo la nostra parte, come abbiamo fatto in passato attivando il controllo del vicinato. Ma serve stavolta qualcosa di più”. “La rapina a San Salvatore – ha aggiunto – è un atto di brutalità” (Leggi).
“Nell’esprimere tutta la nostra vicinanza a Giovanni Pieroni, alla moglie e alla figlia – si legge invece in una nota di Confcommercio – intendiamo estendere tale sentimento a tutti gli altri imprenditori che sono stati vittime nel recente e lontano passato di aggressioni e rapine a mano armata. Questi atti di violenza e delinquenza aumentano i nostri timori per il continuo assedio a cui sono sottoposti gli imprenditori, che vedono ogni giorno messa a repentaglio la propria incolumità all’interno delle rispettive attività, ma anche nella loro sfera privata”. “La sicurezza – prosegue la nota – è un tema sempre più prioritario per Confcommercio che non può rimanere indifferente di fronte a simili azioni come questa. Tutto questo, pur plaudendo con forza all’incessante e preziosissimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine e all’impegno delle istituzioni, che producono spesso importanti e concreti risultati in termini di arresti di malavitosi”.