
Questa volta non si tratta della solita discarica di quattro sacchi di scarti di lavorazione e un po’ di eternit, ma di un deposito di rifiuti che arrivano da tutta la Toscana, tra il bacino dell’Arno e l’A11, non è difficile capire che c’è materiale che proviene da Lucca, da Pistoia, da Prato e dalla vicina Valdera, basta leggere i dati che emergono frugando qua e là. Il posto è noto per i conferimenti impropri di rifiuti che via via si verificano e anni fa fu anche teatro dell’incendio delle torbe. Siamo lungo la via provinciale Bientinese, nel comune di Castelfranco di Sotto, in linea d’aria a meno di un chilometro da Orentano a due chilometri da Villa Campanile e a un chilometro e mezzo da Altopascio, il triangolo delle attività limite del tollerabile del Bientina, dalla prostituzione, ai conferimenti impropri. Sulla piazzola dove solitamente fino a qualche tempo fa stazionavano prostitute con camper e automobili, ora c’è una discarica cospicua di ogni sorta di rifiuti, da quelli domestici agli scarti di lavorazione a quelli speciali. Contro i conferimenti impropri non ce l’hanno fatta neppure le prostitute che si sono spostate nella zona di lancio dei paracadutisti, nella porzione di Bientina del comune di Porcari, ad ovest del fosso Imperiale.
Elemento assai curioso e beffardo il fatto che proprio all’inizio della discarica campeggia un cartello con su scritto divieto di scarico con caratteri grandi, una sorta di contrappasso dantesco. Il problema più evidente però non sono i quintali di rifiuti di varia natura che si trovano sulla piazzola a fronte strada, da cui parte una via sterrata a servizio degli agricoltori, ma proprio ciò che si scopre incamminandosi lungo la strada bianca. I conferimenti impropri si susseguono per oltre un chilometro a destra e a sinistra della strada di padule, rialzata rispetto al piano di campagna, dove scorrono anche due canali di irrigazione anche questi invasi dai rifiuti.
Sulla natura dei rifiuti ci si può sbizzarrire e non occorre essere esperti per capire di cosa si tratta. Si va dagli scarti di cantiere edile, cartongesso, cemento, calcinacci, ai rifiuti speciali a quelli domestici, perfino sacchi neri pieni di pannolini di neonato usati. L’odore è forte e con l’aumento repentino della temperatura si comincia a sentire anche dalla strada. Poi ci sono gli arredi divani e poltrone materassi, sedie, tavoli e infine gli immancabili rifiuti provenienti dallo svuotamento di cantine, ci sono anche libri e quaderni di scuola, con tanto di nomi e cognomi e le pagelle su carta intestata di un istituto superiore di Montecatini, dove campeggia il nome di un alunno di origine straniera, un po’ sbiadito ma leggibile. I voti, che si leggono ancora non sono eccellenti, ma possono essere elementi utili per avviare un’indagine e risalire al proprietario che non necessariamente è l’autore del conferimento improprio di rifiuti. Poi ci sono anche i filati, rocchetti di cotone e lana per macchine da maglieria tra i quali si edono altri elementi che possono far intuire la provenienza e forse anche le generalità dei vecchi proprietari di parte di quei rifiuti.
La discarica sta lì indisturbata e secondo quanto riferito da chi transita sulla Bientinese tutti i giorni, la montagna di rifiuti sta crescendo a vista d’occhio.
Adesso c’è chi si attende un intervento del comune di Castelfranco di Sotto che non è certo responsabile di tutto questo e di Geofor per una bonifica, visto che siamo in territorio pisano.
A preoccupare ancora di più alcuni cittadini residenti nei comuni limitrofi è il fatto che proprio in questa zona anni fa a seguito di un incidente si scatenarono i fumi provenienti dalla lenta combustione della torba e dei rifiuti interrati, oltre quaranta anni fa sotto il primo strato di terreno. In molti temono che questa discarica a cielo aperto possa fare la stessa fine con le problematiche ambientali che ne conseguirebbero dalla combustione.