


di Roberto Salotti
Un dolore che si somma a dolore. Rabbia che si aggiunge alla rabbia. Sgomento che da sabato scorso (1 aprile) sembra non dover finire mai per la famiglia di Nicola Galli, il 37enne base jamper morto dopo un tragico lancio dalle Pareti Zebrate di Pietramurata, in Trentino, mentre testava una nuova tuta alare (Leggi). Dei ladri senza pietà hanno approfittato dell’assenza della famiglia partita dal Compitese alla volta della provincia di Trento, per rubare in casa del fratello della vittima a Colle di Compito. Un fatto che ha provocato lo sdegno dell’intero paese, dove per domani è atteso l’arrivo della salma di Nicola – il feretro sarà esposto al santuario di Maria Santissima della Consolazione – e dove mercoledì (5 aprile) alle 16,30, nella chiesa dell’Assunta, si svolgeranno i funerali. Neanche tanto sullo sfondo c’è lo strazio di una famiglia già piegata da una tragedia che ha cambiato per sempre la loro vita.
E’ impossibile sapere se i malviventi abbiano agito con la consapevolezza di poter visitare la casa indisturbati perché tutti erano via a causa di quella inattesa disgrazia. Non è raro, tuttavia, che coincidenze tristi come queste possano portare a pensarlo. Parenti, amici e conoscenti si sono stretti due volte attorno alla famiglia, alla mamma Enrico e al fratello Emiliano, che ha dovuto fare i conti anche con questa sgradita sorpresa.
Il colpo è stato messo a segno nella giornata di domenica (2 aprile) a 24 ore dalla tragedia: i ladri hanno messo in scena lo stesso copione trito di tanti altri furti. Ma in questo caso hanno anche aperto una nuova ferita nel cuore delle vittime. Poco cambia se sia stato o meno un gesto premeditato, per ora nessun elemento lo farebbe credere. Una volta entrati dopo aver forzato una serratura, hanno frugato ovunque nei ricordi che il fratello di Nicola, proprio in quegli attimi, stava forse rievocando all’obitorio dove giaceva la salma del suo congiunto. Dalla casa hanno rubato monili in oro e alcuni orologi, dopo aver messo tutto a soqquadro e essersela data a gambe facendo perdere le tracce. Una denuncia ai carabinieri non è stata ancora formalizzata, ma lo sarà nelle prossime ore.
Ora in cui non finirà lo strazio. Domani, infatti, arriverà il feretro di Nicola, che sarà composto nella chiesa di Colle di Compito in attesa dei funerali che si svolgeranno l’indomani alle 16,30.
Galli era un esperto di lanci, ma sabato mattina è stato tradito dalla vela di un nuovo tipo di tuta che stava provando per la prima volta. 37 anni, di Pieve di Compito, è morto mentre faceva base dumping, sulle Pareti Zebrate di Pietramurata, in Trentino, uno dei luoghi preferiti dagli amanti di questo sport estremo ma che si è trasformato all’improvviso, poco dopo le 9, nello scenario di una tragedia.
Aveva raggiunto la vetta del Monte Brento, insieme ad altri jumper. Una passione, la sua, che condivideva con tanti amici e con la fidanzata Beatrice Bellettini, iniziata a Lucca, nel 1996. Tanti anni di esperienza non sono serviti a salvargli la vita.
Secondo una prima ricostruzione, Nicola, dopo la fase di lancio avrebbe avuto delle difficoltà ad aprire la vela e è precipitato su una parete rocciosa al di sotto del punto da cui aveva ‘saltato’. Era iscritto al gruppo Anpdi Viareggio e Versilia, ma la sua passione per questo sport che consiste nel lanciarsi nel vuoto da pareti rocciose e poi atterrare con l’uso del paracadute, era cominciata per lui quando aveva soltanto 16 anni. Il primo lancio risale infatti al 1996 a Tassignano: da quella data ad oggi era diventato istruttore e era riuscito a lavorare con la sua passione, ottenendo un posto in una ditta pisana come ripiegatore ufficiale di paracaduti d’emergenza.
Qualche anno dopo il primo lancio, nel 1999, aveva ottenuto la licenza di paracadutismo e nel settembre 2000 aveva conseguito anche il brevetto di paracadutismo militare e quello di ripiegatore di paracadute militare e civile, tra il 2000 e il 2001. Lavorava alla ditta Dbs di Pisa.