
Non finiscono i guai giudiziari per Stefano Carmignani, il dirigente comunale che da oggi (5 aprile) non è più comandante della polizia municipale di Lucca. L’incarico gli è stato revocato dal sindaco Alessandro Tambellini non appena il Comune ha avuto notizia di un nuovo filone d’inchiesta che vede al centro l’ormai ex comandante e le cui indagini sono concluse. La procura, infatti, chiede il rinvio a giudizio di Carmignani che, già accusato di peculato d’uso dell’auto civetta e falso, era riuscito ad evitare un primo processo, ottenendo, attraverso i suoi avvocati Enrico Marzaduri e Francesca Crippa, l’istituto della messa alla prova: reato estinto in cambio di alcune ore di servizio gratuito alla Misericordia. La richiesta, con l’ipotesi di reato di mobbing su una vigilessa che sarebbe stata oggetto delle avances sessuali dell’ormai ex comandante, è partita e sta per essere notificata anche ai legali del dirigente comunale rimosso dall’incarico di comandante della municipale ma non sospeso. Sarà trasferito ad altro incarico.
Una nuova bufera giudiziaria si è scatenata su Carmignani, stavolta con un effetto immediato: la revoca dalla guida del comando di piazzale San Donato, dove il clima è ormai teso da tempo. Una decisione determinata dalle gravi contestazioni che avanza la procura, accuse da cui Carmignani potrà difendersi ma che hanno convinto l’amministrazione a prendere una decisione drastica, tra l’altro a pochi giorni dal G7 dei ministri degli esteri in città. A Camignani gli inquirenti, in particolare, contestano il mobbing su una vigilessa, in servizio al comando della polizia municipale lucchese. Secondo l’accusa, infatti, la donna avrebbe subito ripercussioni per aver ignorato le attenzioni sessuali che, sempre per gli inquirenti, le avrebbe rivolto Carmignani. Le inchieste che hanno interessato il comandante (altri filoni risulterebbero aperti) sono partite da alcuni esposti partiti da personale all’interno del quartier generale dei vigili di piazzale San Donato. E mentre finora l’amministrazione aveva optato per la prudenza, la notizia dell’imminente nuova richiesta di rinvio a giudizio ha spinto il Comune a non attendere oltre. Anche in questo nuovo e clamoroso caso, a sporgere denuncia era stata la vigilessa, che davanti agli inquirenti ha sostenuto che il suo rifiuto a Carmignani le avrebbe comportato ripercussioni negative sul lavoro. La donna ha raccontato alcuni episodi, avvenuti durante il servizio, sostenendo che in più casi l’ex comandante l’avrebbe messa di fronte a situazioni a dir poco spiacevoli. Pronunciando frasi ammiccanti e riferimenti sessuali, a cui la donna però non ha mai ceduto. Carmignani, già ascoltato dagli inquirenti (l’indagine è seguita dal procuratore Pietro Suchan e dal sostituto Piero Capizzoto), si è difeso, dando una versione contraria rispetto alla sottoposta, ovvero che sarebbe stata lei a chiedergli una promozione in cambio di sesso. Una tesi non sposata dall’accusa che, concluse le indagini, ha deciso per la richiesta di rinvio a giudizio dell’ex comandante. E la sua rimozione dall’incarico è sembrata al Comune inevitabile.
“Con l’atto di revoca l’amministrazione comunale, pur confidando nell’accertamento della verità giudiziaria – si legge in una nota di Palazzo Orsetti -, ha inteso andare a ricostruire un clima di serenità all’interno dell’ambiente. Infatti nelle ultime ore sono emersi elementi che attengono ad alcuni rapporti interni al comando di piazzale San Donato e che costituiscono un significativo aggravamento della posizione di Carmignani”.
L’amministrazione ha disposto nel contempo anche il trasferimento di Stefano Carmignani ad altro ufficio e la nomina nel ruolo di comandante di polizia municipale di Maurizio Prina, attualmente dirigente dei servizi alle imprese, attività edilizia, istruzione, programmazione e controlli e Urp.