Corteo contro il G7, attesi centinaia di manifestanti

6 aprile 2017 | 11:32
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Corteo contro il G7, attesi centinaia di manifestanti

Un corteo lungo la circonvallazione, con gruppi della sinistra antagonista provenienti da tutta la Toscana, per protestare contro il G7: il 10 aprile prossimo si preannuncia una data calda. Lo slogan  che contrassegna questo contro vertice, che si terrà in concomitanza con l’appuntamento lucchese (8-10 aprile) è: Le vostre guerre, i nostri morti. L’iniziativa è stata illustrata stamani (6 aprile) alla biblioteca popolare di San Concordio, dai delegati per il coordinamento contro il G7 Andrea Rinaldi e Giacomo Mazzoni. Al corteo, che dovrebbe essere composto da alcune centinaia di manifestanti, si uniranno movimenti di lotta provenienti da Pisa, Firenze, Viareggio ed altre parti della Toscana. Inizialmente era stata fatta richiesta di sfilare in centro, ma la questura ha posto il suo veto: “Abbiamo presentato l’informativa già a febbraio – spiega Rinaldi – ma ci hanno detto di no. In questo modo limitano un diritto fondamentale, come quello di manifestare ed esprimere il nostro dissenso. La cosa più grave è che credo che ci verrà impedito di entrare in città anche singolarmente. Faremo comunque un corteo lungo la circonvallazione, che partirà da piazzale Don Baroni alle 16, per arrivare alla stazione”. La scelta del luogo di ritrovo non è casuale: la marcia, che gli organizzatori assicurano essere rivolta alla protesta contro i ministri pronti ad arrivare a Lucca, sarà anche l’occasione per confrontarsi sui temi più pressanti, a partire dall’immigrazione. 

L’idea è quella di fare contro informazione per 3 giorni, con iniziative ed incontri ad hoc: “I ministri degli affari esteri oggi sono i padroni del mondo – prosegue Rinaldi – e le loro decisioni innescano guerre e terrorismo. Oggi l’Italia spende qualcosa come 64 milioni di euro al giorno per le sole spese militari: noi pensiamo che possano essere investiti nello stato sociale. L’attuale ideologia neoliberista porta a divaricare sempre di più la forbice tra ricchi e poveri, conducendo ad una vera e propria macelleria sociale”.
Così, a partire dall’8 aprile, ecco le contro iniziative. Gli eventi si terranno al Foro Boario e seguiranno due tematiche fondamentali: guerra e migrazioni. L’8 aprile (alle 14,30) si comincia con Immigrazione e nuove forme di controllo sociale, con l’intervento dei Emilio Quadrelli (ricercatore università Genova), mentre alle 16 ecco il dibattito Migranti, avanguardia nelle lotte, che vedrà l’intervento dei gruppi Campagne in lotta, Lavoratori protagonisti delle lotte della logistica in Emilia Romagna, Rifugiati dell’ex Aiazzone e Movimento di lotta per la casa Firenze.
Il 9 aprile si apre alle 10,30 con Crisi, conflitti e insurrezione, sempre con l’intervento di Quadrelli. A seguire, Resistenze popolari all’imperialismo, l’esempio del Kurdistan e della Palestina, con Davide Grasso, ex combattente delle Ypg curde in Siria, insieme a un compagno palestinese. Alle 14,30, ancora, spazio al dibattito con Le resistenze dei territori contro le basi militari Nato in Italia, con l’intervento di Movimento no muos (Sicilia), A Foras (Movimento sardo contro l’occupazione militare) e No dal Molin (Vicenza).
“Il coordinamento protesta contro la militarizzazione della città – osservano i delegati – anche perché si tratta di misure eccessive. Avete visto che a Roma, recentemente, non è successo proprio nulla. Se sarà un corteo pacifico? Certamente, sappiamo chi verrà e possiamo gestire tutto, ma dipenderà anche dall’atteggiamento della polizia. Non possono impedirci di esprimere le nostre idee. Di sicuro non accettiamo di sentirci stranieri nella nostra città: questa è una passerella per il Pd, voluta dal senatore Andrea Marcucci, che non porta reali vantaggi a Lucca. Anche i commercianti sono molto arrabbiati”. 
Il coordinamento si dice pronto a sostenere anche i movimenti delle altre città in cui si svolgeranno i prossimi vertici: “Abbiamo saputo di fogli di via preventivi a Bari – concludono – e di città come Messina e Taormina militarizzate, perché pensavano che in Sicilia nessuno si sollevasse. Anche in quel caso faremo la nostra parte”.

Paolo Lazzari