
Non ci sarà solo il G7 dei ministri degli esteri a complicare la logistica, gli spostamenti e la viabilità lucchese della giornata di lunedì (10 aprile). Per il pomeriggio, infatti, è attesa anche la manifestazione degli antagonisti, provenienti da tutta la Regione, che sfilerà in corteo sulla circonvallazione, presumibilmente bloccandola a lungo almeno nel tratto fra la stazione e piazzale Don Baroni.
Questa mattina, con una nota, gli antagonisti lucchesi, che da ieri sono impegnati in incontri e convegni al Foro Boario, hanno confermato la volontà di manifestare contro i potenti del mondo “senza limitazioni e senza accettare provocazioni”. C’è da capire, però, come si svolgerà materialmente il corteo in attesa delle precise disposizioni della Questura con cui i contatti in queste ore sono frequenti.
La volontà dei manifestanti, questo quanto dichiarato, è di radunarsi in piazzale Don Baroni intorno alle 15 per aspettare coloro che, provenienti da altre zone della Regione, in particolare Firenze e Pisa, sbarcheranno alla stazione per formare un altro troncone di corteo che procederà in senso antiorario sui viali per raggiungere i compagni lucchesi in piazzale Don Baroni. Di lì il corteo di manifestanti del controvertice dovrebbe percorrere il restante tratto della circonvallazione, fra cori contro il G7, striscioni e slogan contro i vertici delle nazioni più industrializzate accusati di essere “seminatori di morte” per riportarsi alla stazione.
Alla fine l’ultimo vertice in Questura ha autorizzato il corteo solo per un tratto della circonvallazione. I manifestanti che si muovono dalla stazione, in sostanza, raggiungeranno il piazzale Don Baroni quindi dopo un breve tratto fino oltre al Palasport svolteranno per tornare indietro in viale Carlo Del Prete di nuovo in direzione stazione.
Dalla Questura, comunque, al momento non si attende un afflusso da altre zone che non siano quelle della regione, per un corteo che dovrebbe essere composto dalle 700 alle 1000 persone nel suo complesso.
Di certo c’è che l’organizzazione per la sicurezza dello svolgimento del vertice è all’opera da giorni ed oggi troverà la sua prima realizzazione concreta con la chiusura della circolazione veicolare per i non residenti all’interno delle mura urbane e la chiusura, dalle 18, della zona blu al transito veicolare e di quello pedonale per i non residenti e per coloro che non sono muniti di pass autorizzativo.
Tutte le forze dell’ordine sono impegnate per la sicurezza, con rinforzi provenienti da Firenze e da Roma. I carabinieri, in particolare, avranno a supporto tre battaglioni mobili in grado di fronteggiare ogni evenienza, oltre a schierare in città, in divisa o in borghese, tutte le specialità, dai tiratori, ai militari antisommossa, ai nuclei cinofili. Il divieto di sorvolo aereo, inoltre, permetterà agli elicotteri delle diverse forze dell’ordine di monitorare con precisione ogni spostamento di auto o di eventuali folle nella circonvallazione e nella prima periferia, con particolare attenzione proprio alla zona del Foro Boario, a piazzale Don Baroni e all’area di piazzale Ricasoli, dove è stato stabilito il divieto di sosta alle auto così come per vaste zone del centro storico.
Così, comunque, presentano la manifestazione dal coordinamento delle realtà antagoniste e anticapitaliste lucchesi: “Ormai ci siamo – dicono – gli occhi d’Italia e forse del mondo stanno per concentrarsi su Lucca, dove si riuniranno i ministri degli esteri delle maggiori potenze occidentali. Anche alla luce degli ultimi avvenimenti accaduti in Siria quello che alcuni si aspettavano fosse un incontro di routine, probabilmente non lo sarà. Si parlerà infatti di guerra e di difesa, di aumento delle spese militari e di un ulteriore impegno degli stati europei dentro la Nato per tenersi pronti ai prossimi conflitti”.
“Di una cosa siamo certi – prosegue la nota – ciò che verrà deciso in quella stanza, non sarà dettato dagli interessi della grande maggioranza di noi, i popoli d’Europa e del Medio Oriente, che dalla Siria fino alle nostre capitali continuiamo a pagare un tributo di sangue ai loro giochi di potenza, agli interessi delle multinazionali, all’industria delle armi, al profitto di pochi sulla pelle di molti. Dobbiamo capire che non c’è alcuna differenza tra un bombardamento che uccide decine di persone in Siria e una strage jihadista fatta in una discoteca a Parigi o in una strada di Nizza o Stoccolma. è sempre una loro guerra, una guerra che dobbiamo rifiutare, rifiutando in primo luogo di affidare ai nostri governi la soluzione di un disastro che loro stessi hanno prodotto. Loro sono le guerre e sempre nostri sono i morti, così come siamo sempre noi a pagare il costo della crisi con tagli alla scuola, alla sanità, assenza di case popolari, mentre invece si continua a investire in guerre ed armamenti. Lottare contro la guerra significa necessariamente lottare anche contro il capitalismo e contro i profitti di chi lucra sulla morte e lo sfruttamento di tutti noi”.
Non manca la polemica sullo svolgimento della manifestazione: “Nonostante i tentativi della questura di impedire il nostro diritto a manifestare – dicono – contro i guerrafondai che si riuniranno a Lucca il 10 e 11 aprile, noi ci muoveremo comunque in corteo e non accetteremo divieti o provocazioni. La nostra città nel frattempo sarà completamente occupata da un apparato militare che farà il deserto attorno ai 7 ministri, vietando l’accesso alla città non solo alla nostra manifestazione ma anche a tantissime persone che non potranno muoversi liberamente per Lucca in quei giorni o dovranno addirittura dotarsi di un pass e sottoporsi a identificazione obbligatoria anche solo per andare a casa o al lavoro. Sarebbe questa la vetrina, la grande opportunità per Lucca di cui parlano il senatore Marcucci e i sindaci Tambellini e Menesini (che ci costa 300mila euro)? Noi pensiamo esattamente l’opposto e per questo ci ritroveremo a partire dalle 16 in piazzale Don Baroni per partire in corteo e far sentire ai padroni del mondo la nostra rabbia e la nostra opposizione alle loro guerre e alle loro crisi che siamo stanchi di subire e di pagare. Non possiamo più permetterci di assistere impotenti all’orrore, dobbiamo agire, dobbiamo cominciare a far pagare un prezzo a chi ci governa ed è responsabile di questa carneficina da cui non possiamo più illuderci di essere al riparo. Il G7 di Lucca è un’occasione fondamentale per cominciare a farlo. Nonostante cerchino di zittirci, di impaurirci con il terrorismo, noi scenderemo in piazza per urlare la nostra rabbia e superare il dolore e la paura per quanto accaduto a Stoccolma, a San Pietroburgo o in Siria, indicando direttamente i colpevoli di questi massacri”.